4th of July

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Sottotitolo: mostro e dimostro anche io

Avrei giurato di aver già utilizzato il titolo “4th of July”, ma si direbbe di no. Si vede che in passato l’ho ritenuto troppo inflazionato, mentre oggi, in clamorosa disidratazione creativa, tutto mi par degno di essere pubblicato.

Tanto questo blog non lo legge praticamente più nessuno e non varrebbe neanche la pena perderci del tempo, ma dato che almeno io, magari, se riesco a diventare anziana, in futuro mi leggerò…  [per gli orientisti: altro che “Quesito con la Susi”, questo è un vero e proprio “Chi ci ricorda?”]

 

Oggi, miei cari piccoli, preziosi, rarissimi, lettori, prendo “spunto” dalla Giraffa e dalla sua utile rubrica Mostra e dimostra, attraverso la quale segnala materiale interessante da fonti esterne, per darvi qualcosa di nuovo da leggere, anche se non è farina del mio sacco.

Oggi, un po’ per celebrare una data springsteeniana per antonomasia, un po’ per consolarci dell’arrivo di Patti Scialfa in Europa (continuando a sperare con tutte le nostre forze che faccia presto ritorno in patria insieme alla suocera con cui è arrivata o che, almeno, abbia la decenza di non salire sul palco),  e in attesa di conoscere la scaletta di Parigi di stasera, vi propongo uno spassoso articolo sul concerto di Bruce Springsteen a Trieste, apparso da poco su Fucine Mute.

Trovate l’articolo completo (che sareste dei pazzi a non leggere) a questo link, ma intanto ve ne propongo l’incipit, per invogliarvi:

I lettori più attenti e interessati all’argomento avranno forse notato come questo mio contributo giunga tardivo rispetto all’evento cui è relativo: per qualche tempo, infatti, sono stata piuttosto impegnata.
Scrivo da una località segreta dove vivo con Bruce Springsteen, il quale, come previsto e annunciato, l’11 giugno 2012 è arrivato a Trieste, con il pretesto di un concerto, dopo avermi cercata per tredici anni, e mi ha rapita.

Ecco come sono andate le cose.
La mattina del concerto, mio marito ed io giungiamo distrutti ai cancelli dello stadio: il matrimonio in Piemonte dal quale siamo reduci e una Luisona di benniana memoria che ha fatto scempio delle nostre viscere fanno di noi due morti viventi, ma non ci fermano, e prima delle sette ci mettiamo in coda in attesa di ricevere il braccialetto numerato.

La dinamica della lotteria, dopo i concerti di Milano e Firenze, s’è chiarita molto e, più tardi, si rivelerà addirittura funzionare senza grossi intoppi. Come già osservato, il sistema non è certo meritocratico, tuttavia l’esigenza, che sta alla base, di scoraggiare gli accampamenti di giorni per la prima fila, trova proprio nella casualità il suo punto di forza. Qualcosa, però, a un certo punto di questo ineccepibile piano, dev’essersi inceppato, perché, quando arriviamo, c’è, a dir poco, un centinaio di persone già sul posto. Tutti bofonchiano che non ha senso arrivare tanto presto se c’è la lotteria, tutti danno velatamente dei fessi a quelli che hanno pernottato in una tenda montata in un’aiuola; nessuno spiega cosa ci stia facendo, allora, già lì.

 

Continua qui.

 

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Aggiornamento delle 21:45

Patti Scialfa è sul palco ed è appena stata suonata Sandy.

Aggiornamento delle 22:45

Ha fatto anche Independence day e Patti Scialfa non è scesa dal palco.

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