Agente 00-cette: Nome in codice SPOILER (VeNotte) 3

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• Oggi facciamo gli auguri al nostro AB, che non c’entra niente con questa storia, ma cui vogliamo lo stesso tanto bene •

Eh, però, pure voi, cari Piccoli Lettori, non siete mai contenti!
Prima non va bene perché inizio una saga e la pianto là, ora non va bene perché ci sono aggiornamenti troppo frequenti… mettetevi d’accordo con voi stessi, con rispetto parlando (mi riferisco – l’avrete capito – alle solite Criticona 1 e Criticona 2)

Siamo giunti alla puntata finale della “Missione compleanno di Zzi”, cliccate di seguito per scoprire come è andata a finire, e quali peripezie ho affrontato e brillantemente superato nel frattempo.

Agente 00-cette: Nome in codice SPOILER
Missione compleanno di Zzi

Fase 6: il trasporto.

Trasportare la torta per Zzi è un gioco da ragazzi. Oddio, il porta torta è troppo grande e il dolce scarroccia al suo interno, rischiando di ammaccarsi, quindi non la si può posare alla leggera sul sedile dietro, ma occorre tenerla in braccio e coccolarla come una neonata. A un certo punto, credo di averle anche cantato una ninna-nanna, ma nonostante questo, non è impresa impossibile.

L’angoscia vera è suscitata dalla sorte della torta per Darietto-Darietto, che devo lasciare sola, al buio, in bagagliaio dentro lo zaino, vicino allo zaino di Zzi, alla cassetta del pronto soccorso e all’estintore. L’estintore, mio Dio! Se l’estintore le rotola addosso è spacciata.
Zzi fa il gesto di prendermi lo zaino per metterlo nel bagagliaio, ma io – con scatto felino e abile mossa – lo sottraggo dalle sue grinfie e lo adagio personalmente sul pianale con la delicatezza con cui si salutano i morti.
Zzi fa per spostarlo: “PIAAAAANOOOOH! Lascialo là” – “Perché?” – “No, niente“.

Facciamo sosta all’outlet a Noventa, e Zzi mi chiede se voglio lo zaino.
Dovete sapere che io non so stare senza zaino e/o senza borsetta: sono sbilanciata, faccio fatica a camminare, è come se mi mancasse un arto, se potessi me lo porterei anche in mare.
Dato il contenuto, è più sicuro lasciarlo in bagagliaio, quindi rifiuto. Zzi fa la faccia stupita, io non lascio trapelare nulla: “Beh, che c’è? Fa bisogno di camallarsi lo zaino avanti e indietro? Può stare benissimo dove sta”.
In tutto questo, il Brioso Ballerino, che ci accompagna ignaro, ha un’espressione più perplessa del solito.

Giunti a Venezia, bisogna aprire il portellone per per prendere gli zaini. “Faccio io!” – “Come vuoi” – “Ecco” – “Tutto bene?” – “Benissimo!”

La corazzata Larrycette a questo punto è così armata:

Tribordo: borsa a tracolla con il computer, perché non si sa mai che serva, metti che devo aggiornare il blog in tempo reale…

Babordo: borsa a tracolla con i biscrudi, per non frantumare i quali ho usato un contenitore rigido dal volume spropositato, che addosso mi impaccia un po’.

Poppa: delicatissimo zaino con la torta per Darietto-Darietto.

Prua: delicatissimo porta-torta con la torta per Darietto-Zzi.

“Vuoi che ti porti qualcosa?” – “NAH!”.

Fase 7: La consegna al complice

Zzi è un festeggiato astutissimo ed è proprio dura fargliela sotto il naso, ma io sono più astuta di lui (ehm).
Propone di portare la torta al ristorante, per vedere come reagisco e verificare che la torta non sia per cena.
Io scopro subito il tranello e rispondo “Belin, sì, dai, non ne posso più di ‘sta minchia di torta, tanto così ce l’hanno già” – “…” – “… Ce l’hanno già loro e gliela tengono da parte, no? È inutile che se la tenga in spogliatoio, che magari gli cade pure, o qualcuno la urta. Gliela tiene il ristorante e poi lui se la prende quando va via, tanto a cena deve pur venire. Sì, sì, in quel senso dicevo”.

Il ristorante (sempre la Taverna San Trovaso, in caso ve lo steste domandando, che mi rifiuto di recensire per la milionesima volta, ma di cui accetto la recensione di qualche commensale di buona volontà) è chiuso, e tocca comunque rebellarsi la torta al centro gara, ma l’importante è aver abilmente sventato il tentativo di smascheramento.

Giunti finalmente al centro gara, consegno la torta a Darietto.
Zzi – per fortuna – si allontana dicendo “Ehi, io adesso vado laggiù e ci resto almeno cinque minuti. Capito? Vado via per cinque minuti”.
In questo lasso di tempo, riesco anche a consegnare la torta piccola, che non sembra suscitare molto entusiasmo, e, in effetti, guardando la confezione, sospetto perché.

Con l’occasione, sbologno ai destinatari i biscrudi, che ho faticosamente decorato in foggia di lanterna, ma nessuno pare accorgersene mentre li mangia.
O sono molto buoni, o sono molto brutti. La seconda che ho detto.

Da questo momento in poi, il mio zaino non è più fragile, e io ricomincio a trattarlo come ho sempre fatto, cioè scaraventandolo in ogni dove con tiri da tre punti, cosa che Zzi – curiosamente – non manca di sottolineare.

Al termine della gara (con la quale non vi tedio, tanto non siete mica qua per l’orienteering), Otti mi consegnerà le candeline, che passerò a Darietto durante il tragitto verso il ristorante con un’abilissima manovra da prestigiatrice.
È assolutamente un caso che al termine di essa, Zzi abbia detto “Posso girarmi, adesso?”.

Fase 8: la sorpresa

Da questo punto in poi non è che il mio piano strategico fosse concepito molto dettagliatamente, perché contavo moltissimo sulla capacità di improvvisazione delle mie spalle.
Abbiamo, invece, speso tutte le nostre energie a difendere la torta dalla pertinace propensione dei camerieri a volerla a tutti i costi mettere in frigo.

Zzi ci mette in difficoltà affermando di voler ordinare il tiramisù, io reagisco con calma, dignità e classe conficcandomi la forchetta nel petto.
Zzi ci mette anche una pezza e mi ricorda che devo andare al cesso, offrendosi di accompagnarmici.

Quando torniamo a tavola, al posto di Zzi è magicamente comparsa una crostata di ricotta, la cui guarnizione ricorda, con molto sforzo, una bussola, sormontata da due belle candeline a forma di “35“.

Zzi è estremamente sorpreso, perché fino a quel momento non aveva proprio intuito nulla.

5 thoughts on “Agente 00-cette: Nome in codice SPOILER (VeNotte) 3

  1. Otti

    i biscrudi era belLarrymi, buonerrimi e perfino migliori degli originali, che già sono eccezionali (ok, amo gli aggettivi roboanti, ma garantisce per me l’entusiasmo di un paio di amici a cui ho fatto provare la creazione di Larry).
    E onestamente io non conto, ma nessuno degli altri assaggiatori avrebbe mai detto che non fossero stati cotti.

  2. Pingback: L’essiccatore, questo sconosciuto | LARRYCETTE

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