ESB – Opicina (Bar Hotel Daneu): è sempre Bruce!

Anni che prometto la recensione di Bruce a Opicina. Mo ve la beccate, senza tanti preamboli.

 

ESB – E Street Village, ex bar dell’hotel Daneu, Opicina (Trieste)

Tempo fa avevo recensito con entusiasmo un pub di Italiani: El Covo de Jameson, fra le cui doti annoveravo Bruce, un agguerrito, ma stimabile, concorrente per il pit. Perché – lo dico qua per inciso – noi fan di Springsteen ci stimiamo, fra un tour e l’altro, a tratti ci vogliamo anche bene. È quando parte la vendita dei biglietti e c’è da accaparrarsi la transenna che saremmo capaci di scannare nostra madre, ma fino ad allora regnano armonia e fratellanza.

Un po’ meno tempo fa, ero tornata al Covo de Jameson a Opicina e, non vedendo Bruce, avevo chiesto di lui, apprendendo che non era più socio della baracca, ma che si era trasferito, moglie e bagagli, nella porta accanto.
Belin.

Il che è un po’ come andare a cena da un tuo caro amico e, alla seconda forchettata di ajo e ojo, chiedere con innocenza “Ma che fine ha fatto tua moglie?” e sentirsi dire “È scappata con l’idraulico”. Resti un po’ spiazzato, diciamo.
“Ottimi questi spaghetti, che marca sono? Ah, quelli del discount… Ma pensa. Eh, al giorno d’oggi i consumatori sono sempre più esigenti, è facile trovare prodotti di qualità di marche sconosciute, eh… uh, guarda, dei lampi! Speriamo che faccia un temporale, fa così caldo…”

Così, poco tempo dopo, mi sono infilata nella porta accanto e ho ritrovato Bruce.

ESB: è sempre Bruce!

 

Nei locali a piano strada dell’Hotel Daneu di Opicina – che, diciamocelo, non è un posto tanto roccheggiante – si nasconde insospettabile il nuovo punto di ritrovo della Trieste-che-spacca: l’ESB, E-Street Village.

I più pignoli noteranno che ESB non è l’acronimo di E-Street Village, che, casomai, sarebbe ESV. Non importa, noi siamo gente verace e non andiamo tanto per il sottile: ESB, come E-Street Band, E-Street Bar… E-Street Village è venuto da sé.

Era un bar, con alle spalle una valida cucina e un frigo fornito, poi sono arrivati una spina interessante, tanto spazio all’aperto, birre in bottiglia accuratamente selezionate, musica dal vivo, progetti megalomani (Bruce me ne ha parlato: fidatevi, sono megalomani, e per questo lo appoggiamo ciecamente): il passo da bar a village è naturale.

Ma parliamo come si deve di questo posto.

L’ambiente

La vera verità?
Non m’ha entusiasmato, sulle prime.
Troppa luce, credo, per un locale serale, troppo colore e un’atmosfera troppo da tavola calda.
Apprezzabili alcuni elementi, come le librerie e le pareti a colori forti con le scritte, ma la vetrina-frigo per i panini di mezzogiorno come in caffetteria non mi pareva intonata.

Il che è surreale, perché per quarant’anni ho sempre pensato che i pub fossero troppo bui e, ora che trovo un pub illuminato come una casa, mi lamento che c’è troppa luce.

Ad ogni modo: non è immondo, solo è parecchio inconsueto per una birreria, per come le ho conosciute io.
Ma voi, non fatevi intimidire, oppure entrate direttamente dal giardino.

Lo spazio all’esterno è semplicemente una figata.
Buona parte dell’arredo l’ha fatto Bruce con le sue manine, quello che non ha fatto l’ha riorganizzato opportunamente.

[bctt tweet=”ESB a Opicina: il Biergarten bavarese con le birre belghe”]

 

La cucina

Colpaccio. Complice la joint venture con l’Hotel Daneu, l’ESB ha alle spalle una cucina coi controfiocchi, che va ben oltre il panozzo e la patata fritta che si trovano in tutti i pub.
Poi, se ho ben capito, la pasta fresca è fatta dalla morosa di Bruce (scusa Morosa-di-Bruce, non mi ricordo come ti chiami, sono una capra), che è emiliana, mica cazzi.

C’è sempre tanta scelta, perciò anche se siete vegetariani, intolleranti al glutine o intolleranti ai latticini, trovate sicuramente qualcosa di appetitoso da mangiare… magari, cercate di non essere tutte queste cose insieme, perché le patatine fritte ci sono e sono squisite, ma non potete vivere solo di quelle.

Menzione d’onore per la tartara, e un po’ anche per il giovane e affascinante cuoco, italiano pure lui, che alla sola vista della Fantastica Farmacista ha spiattellato la ricetta come neanche Emiliano con la canna della pistola nella narice.

Io non approfitterò delle debolezze degli altri e non la riferirò.

Le birre

… Ma parliamo di quello che veramente volete sapere: labbirra.

La birra da Bruce è tanta ed è buona.
Le etichette vanno a rotazione, quindi ciò che c’è adesso potrebbe non esserci più se tardate troppo a fare visita al nostro amico, ma sappiate che c’è della Brew Dog alla spina. E non della Brew Dog qualunque (come se mai potesse essere “qualunque” della Brew Dog): ci sono la 5 AM e la Hardcore IPA, ove IPA sta per Io Posso Anchemorirediquestaroba.

In bottiglia aveva una Rauchbier strepitosa, ma ora non ce l’ha più, perché Zzi e io gliela abbiamo finita.
Speriamo che l’abbia ripresa.

 

Il cesso

Di solito non parlo dei cessi dei locali che recensisco, perché sono irrilevanti.
Ci vado per vedere se sono puliti (la pulizia del cesso la dice lunga sulla pulizia di tutto il locale), ma poi non mi prendo la briga di riferirne, tuttavia il cesso dell’ESB di Opicina potrebbe costituire, per il cliente orientista, il pezzo forte del locale: praticamente è a Monrupino.

Anche se non ne avete bisogno, andate a farci un giro.
Portatevi una bottiglietta d’acqua e delle gallette: c’è un giorno di cammino per arrivare e uno per tornare, è esilarante quanto lontano sia. Lungo la strada ho incontrato, nell’ordine, Forrest Gump che correva verso l’oceano, la Compagnia dell’Anello e Mr. Livingstone.

Aprite con cautela la porta perché capace che dentro trovate il Colonnello Kurtz seduto sul cesso.

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