Blog di orienteering in italiano

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Non è questo.

Lo zoccolo duro dei miei lettori mi perdonerà se casco spesso sull’angoscioso (specie nell’accezione genovese del termine) argomento dell’orienteering.

Come chi amministra un sito in wordpress ben sa, dal pannello di amministrazione è possibile vedere quali siano i criteri di ricerca grazie ai quali i lettori occasionali vi sono stati indirizzati dai motori.
È sempre divertente vedere come arrivino lettori per ragioni inaspettate, ad esempio quelli che hanno googlato “sedicenni tette a punta” e hanno trovato questo post.
È divertente finché non ci si immedesima nel dramma umano di chi sta cercando qualcosa, chissà con quanto interesse e trepidazione, e viene indirizzato qui, dove le sue speranze vengono impietosamente frustrate.

Alcuni giorni fa, per la prima volta è arrivato un lettore ignaro della natura di queste pagine, che le ha trovate semplicemente cercando, candido, “blog orienteering italia”. E Google l’ha mandato qui.
Immagino la sua faccia e il suo smarrimento, quasi vorrei scusarmi per la delusione arrecata.

Per farmi perdonare, segnalo di seguito i blog sull’orienteering che preferisco, tutti scritti in italiano.
Cliccate qui sotto per scoprirli (leggete fino in fondo).

I blog in italiano sull’orienteering  preferiti da Larrycette:

 

http://stegal67.blogspot.it/

È il verbosissimo e concettuoso blog dello Speaker.
Credo che sia quello che meglio risponde al desiderio di chi cerca un “blog orienteering italia”:  parla di orienteering, lo fa in italiano e ne parla tantissimo. Ma tantissimissimo, eh.

 

http://dopolavori.blogspot.it/

È il blog per aggiornare il quale Darietto trascura la sua rubrica su Larrycette.
Se prima potevamo accostare la produzione dello Speaker alla prosa di Joyce, abbondante e focalizzata sul flusso di coscienza del singolo, con ampie ipotassi e digressioni, qui siamo di fronte a una prosa più sobria e ironica, nettamente più paratattica, sempre – com’è ovvio, trattandosi di un blog – narrata alla prima persona, accostabile al Pennac del ciclo di Malausséne… ma le tettone coi capelli rossi alla Julie Corrençon restano mio appannaggio.

 

http://www.larryetsitalia.net/

È il blog con le cartine di Zzi e, in pura teoria, anche le mie.
Qui non c’è, praticamente, nessuna prosa; è, infatti, il blog che i motori di ricerca non vi daranno mai, perché i racconti delle gare si riducono, nel più facondo dei casi, a un tweet scarso. Però ci sono le immagini e i percorsi, così si possono vedere le scelte dell’atleta e figurarsi la propria partecipazione. Praticamente pornorienteering.

 

Cos’hanno in comune questi tre bei blog, eccetto l’ appartenere ai soli tre orientisti che ancora mi rivolgono la parola?
E perché altri non fanno parte di questa antologia?

Questi tre blog di orienteering sono scritti in italiano.

“In italiano” significa:

scrivere «un po’» con l’apostrofo (perché è elisione per “un poco”) e non con l’accento (come fanno i bimbiminkia), che non vuol dire niente e non fa neanche risparmiare tempo, perché la /o/ accentata te la devi andare a cercare sulla tastiera, e allora vuol dire che sbagli perché vuoi sbagliare.

scrivere  «qual è» senza apostrofo, perché è un troncamento, cioè una “perdita” definitiva, non un’elisione provvisoria di una sillaba che in altre circostanze si trova. La parola “qual” esiste in quanto tale, infatti si scrive “Qual buon vento”. Scrivereste “Qual *apostrofo* buon vento”?. No. E allora, perché mettere l’apostrofo in “qual è”?.

scrivere il soggetto di una frase senza separarlo dal suo predicato con una virgola. Le virgole hanno funzioni logiche, non servono a dire quando prendere fiato o ad abbellire la pagina: non si usano per dare enfasi cagandole alla cazzo di cane dopo il soggetto e prima dell’azione che gli si fa compiere.
Su questo punto sono lievemente più tollerante, perché capita molto facilmente di correggere una frase, spostare una relativa o un’incidentale, e lasciarsi indietro, senza avvedersene, delle virgole che “restano” dove prima avevano ragion d’essere, ma alla luce del cambiamento non devono stare; tuttavia, se il fenomeno è sistematico, come minimo l’autore è sciatto.

scrivere «ma» sempre preceduto da virgola, perché “ma” introduce una coordinata avversativa, cioè un’altra proposizione.

scrivere «un altro» senza apostrofo e «un’altra con l’apostrofo», perché gli articoli indeterminativi dell’italiano sono tre: 1) una, per il femminile; uno per il maschile seguito da /z/ o “/s/ impura”; un per tutti gli altri maschili. Ne deriva che “un” è – ancora – una parola che esiste da sola, non c’è nessuna cazzo di /o/ che cade davanti alla vocale. Ovviamente la regola vale per tutti i casi in cui l’articolo indeterminativo è seguito da un termine che inizia per vocale: se il termine è femminile, la /a/ di una cade e lascia dietro di sé un apostrofo (a indicare che normalmente c’è dell’altro), mentre, se è maschile, si usa un, che è bell’e pronto. È importante non sbagliare, perché dire “Gigi ha un’amante” è molto diverso dal dire “Gigi ha un amante”: in entrambi i casi, la moglie di Gigi non la prende bene, ma nel secondo caso, l’amante di Gigi ha qualcosa con cui la moglie non avrebbe mai potuto competere.

–  scrivere «se stesso» e scrivere «da sé»: “sé” diventa proclitico quando è  seguito da “stesso”; quando sta da solo, invece, va accentato, altrimenti si confonde con “se” congiunzione.

–  scrivere «qua» e «qui» senza accento, perché l’accento non serve, in quanto non occorre indicare la sillaba dove deve cadere, perché non ci sono alternative. A chi sta per obiettare che si potrebbero pronunciare [‘kua] e [‘kui], rammento che il suono del primo caso non ha significato in italiano e, pertanto, non costituisce ambiguità, mentre il secondo è un pronome relativo e si scrive con la /c/!
A tal proposito giova ricordare “Su qui e qua l’accento non va, su là e lì, invece, sì”, che ci conduce per mano ad altre interessanti riflessioni…

scrivere «va» o «va’», mai «và»: la terza persona singolare dell’indicativo presente (egli) è “va”; la seconda persona singolare dell’imperativo è “vai”, spesso eliso in “va'” (tipo “Va’ pensiero”); “và” con l’accento non vuol dire una minchia.

scrivere  «li» o «lì» a seconda che sia un pronome o un avverbio.

scrivere «si» o «sì» a seconda che sia un pronome o un avverbio.

scrivere «ne» o «né» a seconda che sia un pronome o una congiunzione.

scrivere usando la punteggiatura con criterio: non in maniera creativa, né espressionista, né sbalorditiva, solo corretta.

… e alcune altre quisquilie che rendono la prosa comprensibile al lettore.

Questo significa che gli altri blog di orienteering sono incomprensibili o, come minimo, pieni di strafalcioni?
No, certo che no, significa solo che questi sono quelli che personalmente preferisco e sui quali non ho (quasi) niente da eccepire.

Ad esempio, resta fuori dalla lista il blog di rem, che è scritto bene, ma non è sempre-sempre-sempre di argomento orientistico.
A malincuore ho dovuto escludere il blog dell’Erebus (anch’esso, come il precedente, presente comunque nella lista dei link a lato), che è tanto carino, pieno di descrizioni, foto e cartine, corredato da un ricchissimo blogroll laterale cui attingere, aggiornato spesso con stretta pertinenza alla materia e scritto con un certo brio, ma… non sono riuscita a superare l’uso del “po'” accentato anche nell’ultimo post, scusatemi.
Un appello: smettetela, so che potete farcela!

Il web, poi, è sicuramente disseminato di blog a tema orienteering scritti in italiano corretto, ne trovate alcuni scorrendo la barra laterale con i link esterni delle pagine succitate, tuttavia, io non li frequento, perché, di base, dell’orienteering non me ne frega quasi un belino, lo seguo solo perché lo fa Zzi, perché sono una banderuola e se Zzi fosse un maschio italiano medio che gioca a calcetto, io mi passerei i martedì sera a intirizzirmi sugli spalti di qualche sperduto campetto polveroso e sarei anche capace di essere contenta.

“Dunque, tutto questo post è un inganno, una scusa per dare sfogo alla grammar nazi che è in te” – diranno subito i miei piccoli lettori.
Mmm…
“Dunque, hai usato l’orienteering come specchietto per le allodole e fare il pistolotto grammaticale” – aggiungeranno.
… se volete metterla in questi termini…
“Forse, allora, non sono i blogger orientisti i veri destinatari della predica, ma hai parlato al bue per far intendere l’asino” – concluderanno.

Ok, lo avete detto voi!

 

6 thoughts on “Blog di orienteering in italiano

  1. Cosim-o

    in realtà non è ignoranza, è un misto di pigrizia e fretta… prometto che d’ora in poi faremo maggior attenzione…

  2. Giulio GMDB

    Io c’ho due figlie che hanno fatto qualche gara di orienteering con la scuola… Più in là di così non vado :-)

    P.S.: però po’ non lo scrivo con l’accento :-)

  3. Lucy Van Pelt

    Io aggiungerei anche l’uso corretto di “piuttosto che”, che è disgiuntivo, non coordinativo. Come diceva quello, chi parla male pensa male e vive male.

  4. Larry Post author

    Oh, Lucy, come hai ragione! E di “assolutamente sì” e degli altri danni alla lingua arrecati da problemi di doppiaggio risolti male non vogliamo parlare?

    @Cosim-o: a parte il fatto che vi facevo tutti in Puglia e ritenevo che l’uscita di questo post sarebbe avvenuta in sordina, vorrei replicare che è proprio perché non derivano dall’ignoranza che certi errori sono imperdonabili. Comunque, se volevi uccidermi con il tuo primo commento, sappi che ci sei quasi riuscito.
    Mi raccomando, ora: scrivete bene perché vi tengo d’occhio, e non dimenticate di ripassare lo sloveno, che presto tornerà utile.

    @GiulioGMDB: ah, l’orienteering a scuola! Ricordo bene quel periodo, quella dolce e ingenua fase della della vita in cui vagavo imbambolata con carta e bussola per il parco pubblico più vicino alla scuola e miravo solo a far passare il tempo, consolata dall’illusione che, ottenuta la licenza media, quel tormento sarebbe finito per sempre.

    Tu e la tua stirpe, così come tutti i miei piccoli lettori, invece, potete nuovamente divertirvi un mondo con questo bellissimo sport grazie a un imminente, spettacolare evento che si terrà a due passi da casa: non mancare a

    GROPADA 2012

    la formidabile gara di corsa orientamento che si terrà il prossimo 30 settembre sul nostro splendido Carso.
    Carta nuovissima (la maggior parte del terreno non era mai stato cartografato prima), percorsi entusiasmanti, organizzazione impeccabile (sperém!), atleti internazionali, Speaker prestigioso… insomma: l’evento orientistico più importante degli ultimi 150 anni.
    Non potete mancare!
    Le iscrizioni sono già aperte, ulteriori informazioni su
    http://www.gropada2012.com

  5. Dario

    Che delusione! E io che pensavo che quando hai scritto “Insomma, Venezia è il morso del vampiro: fatta una volta, diventi un orientista tuo malgrado” ci credessi davvero!
    Sei una Grisham qualunque.

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