Brescia 23 ottobre 2011, Trofeo centri storici [2]

La carta del ristorante non ha prezzi proibitivi e sembra offrire pietanze adeguate alla dieta perciò rimando l’esplorazione delle risorse culinarie bresciane al dopo-gara e decidiamo di nutrirci pigramente in hotel.
Zzi ordina un risotto con i funghi porcini e del pesce spada con i capperi. Io – che non oso neanche domandare se per caso non si serva anche riso integrale – scelgo la minestra di verdure e il trancio di tonno ai ferri, con contorno di “patate o verdure alla griglia” (il menù non specifica un criterio, il cameriere non chiede, io incrocio le dita).

Zzi si concede un bicchiere di vino bianco (Lugana santa Cristina, mica Freschello), cui io, prevedendo di assumere carboidrati con le patate e/o con legumi eventualmente contenuti nella zuppa, assennatamente rinuncio.

Il cameriere – miglior sosia di Enrico Bertolino di tutti i tempi, roba che neanche Enrico Bertolino somiglia tanto a Enrico Bertolino – serve una dose di vino che stimo equivalere a tre: porta, infatti, il bicchiere colmo. Evviva.

Da Larrycette

Apprezzo molto il passato di verdure perché è estremamente semplice e dietetico, tanto da essere quasi poco appetitoso. Non cattivo – forse leggermente amaro, credo a causa delle zucchine e del parco impiego di sale – di certo, ma non ricco e cremoso come quando viene fatto con abbondanti patate e legumi, o insaporito con una generosa manciata di parmigiano. Alcuni lo potrebbero considerare un po’ troppo morigerato, quasi tirchio, ma trovo che per il ristorante di un albergo sia invece la scelta giusta, perché chi lo sceglie facilmente lo fa per esigenze particolari (magari è a dieta o non sta bene e deve ugualmente rimettersi in viaggio) ed è un giusto riguardo non annidarvi “nutrienti occulti” che presumibilmente volevano essere evitati. Ad ogni modo è più che gradevole. Visto che il carico di carboidrati è fin qui contenuto, che c’è una bella atmosfera di cenetta romantica , che è pur sempre il nostro anniversario e che ce n’è in abbondanza, prendo un sorso del vino di Zzi. Un sorso molto piccolo davvero e uno soltanto, perché comunque mangerò le patate e forse un pezzetto di pane che è, sì, bianco, e per questo è il carboidrato del demonio, ma ha i semini di papavero di cui sono ghiotta e – sempre in considerazione dell’eccezionalità della serata – in dosi omeopatiche non potrà danneggiarmi. Non più di mezzo boccone della dimensione di un’oliva, però, perché ho già assaggiato cinque o sei chicchi dei risotto di Zzi per potervene riferire (buono, ma un po’ scarso di funghi, a mio gusto).
Arrivano i secondi e scopro con gioia che il contorno servito con il trancio di tonno sono le verdure alla griglia: zucchine, melanzane e peperoni squisiti; non grigliati e messi a marinare nell’olio, come capita talvolta di trovare in quei posti dove preparano in anticipo le pietanze, ma scottati, impiattati e profumati con un filo d’olio crudo: davvero deliziosi (lo so che non si direbbe, ma sono ghiotta di verdure alla griglia, è che mi scazzo a grigliarle). Mangio con gusto il trancio di tonno, che è molto spesso ed è rimasto poco cotto all’interno. Il pesce è buono solo perfettamente cotto o totalmente crudo, solamente il tonno – che, lo ricordiamo, è la mucca del mare – dà soddisfazione anche cotto ibrido come il filetto di manzo. Questo non fa eccezione e, data la penuria di carboidrati nel mio pasto e tutte le altre ragioni sopra addotte, decido che il piatto va coronato con un altro microscopico sorso di vino. Che soddisfazione!
Tornati in camera mi accorgo che il vino ha fatto il suo dovere e ho le guance paonazze. Mi succede anche con due sorsi di birra: avvampo subito.
Accendiamo la TV e io mi metto già sotto le coperte perché ho un po’ freddo; deve dipendere dal clima umido. Pensavo di fare la maglia guardando il telefilm, ma nonostante il passare del tempo ho talmente freddo che non ho voglia di tirar fuori il busto dalle coltri, dalle quali spunto solo dal naso in su. Anche Zzi è venuto sotto le coperte per scaldarmi, ma è più mobile di me, che sto dura come uno stoccafisso per non spostare neppure un centimetro quadrato di pelle su una porzione di letto non calda. Ogni tanto, Zzi mi guarda. Com’è premuroso.
Guarda sotto le coperte. Buh?
Mi guarda. Che tenero.
Riguarda sotto le coperte. Ha perso qualcosa?
“Scusa un attimo” – mi fa, e mi scopre.
Mi vedo, e sono come al ritorno da un giorno al mare: faccia, collo, spalle e petto sono di un bel rosso vivo, tinta “macinata per ragù”. Le braccia sono rosse fino ai gomiti in modo uniforme, poi presentano chiazze sparse grandi come una moneta nella parte più bianca, fino ai polsi. Le mani sono di nuovo maculate. La pancia non è quasi interessata dal fenomeno, solo qualche macchiolina sparsa sul terzo lardino, mentre le cosce sono di nuovo arrossate, ma solo sopra. La cosa buffa è che il rossore non si presenta sulla pelle a contatto con gli indumenti, quindi ho il segno della biancheria come se avessi preso il sole in due pezzi.

About Larry

Un giorno Bruce Springsteen mi porterà via con sé, nel frattempo vivo avventure rocambolesche ogni volta che mi avvicino a un fornello e sottopongo ad attenta analisi tutti i locali nei quali vado a mangiare. Una volta ho incontrato un orientista e l'ho sposato senza comprendere la portata della tragedia. Il lamento dell'orientamento è su Larryetsitalia.net

5 thoughts on “Brescia 23 ottobre 2011, Trofeo centri storici [2]

  1. The Speaker

    Parafrasando Larry:
    circostanzia meglio la storia delle chiazze che mi sembra inquietante (cit.).
    Comunque non è una scusa buona per esserti ritirata dalla finale della gara finale… buuuuuuuuu!!!!!

  2. Larry

    Potevi prendere il mio posto! Una parrucchetta e via, nessuno se ne sarebbe accorto e avrei pure fatto il mio miglior risultato di sempre.
    Ora, anziché far tanto lo spiritoso, sviluppa l’argomento nel tuo prossimo guest-post!

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