Coppa Italia middle – Rovegno, 22 aprile 2012

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Mentre il 21 aprile Zzi si cimentava sulla carta di Monte della Cavalla, area nota per essere sempre e solo in salita, indipendentemente dal percorso che uno effettui, io sviluppavo la virtù della pazienza andando in centro con mia madre, a giocare ai deportati.

Domenica 22, invece, compleanno del nostro Previdente Presidente e trentatreesimo anniversario dei miei genitori, abbandono la coppia Nico & Tina ai loro festeggiamenti e prendo il largo con Zzi di buon mattino. La gara si svolge a Rovegno, località La Miniera. Da Genova, ci sono mille chilometri di curve per arrivarci, l’unica cosa che mi tiene la colazione nello stomaco è il freddo pungente dell’aria, che mantiene la temperatura dell’abitacolo abbastanza bassa.

Zzi si prepara e va ad affrontare questa seconda prova di Coppa Italia middle, io mi accoccolo sul sedile del passeggero – anzi, in verità non lo lascio mai – e leggo un romanzo. Il libro è scritto in una bella prosa e non mancano considerazioni ironiche. Tra le nubi si fa largo un timido raggio di sole, che penetra attraverso il parabrezza e scalda la superficie scura della giacca di Zzi, in cui mi sono avvolta. La luce colpisce la pagina e dà un leggero fastidio agli occhi, ma basta socchiuderli un poco. Mmm, che bel tiepidino.

Alle 12:49 il torcicollo mi sveglia. Faccio giusto in tempo a rassettarmi e a far finta di essere presa dalla lettura, e Zzi si presenta alla vettura, sano e salvo, all’orario previsto. Lo saluto, e la voce impastata denuncia che ho dormito fino a un attimo prima. Ora che ci penso, ho anche fame. Zzi si cambia prontamente e mi porta a mangiare.

Incontriamo anche rem, che ci racconta le sue ultime vicissitudini turistico-alberghiere, sulle quali un giorno scriverò un best-seller, con il quale ci dirigiamo a pranzo. Al ritrovo ci sono Cri e Marco con la C(ri): lui è sporco di sangue in viso, lei racconta di essere inciampata nel filo spinato e avere battuto con violenza il mento per terra; per fortuna non si è rotta denti o fatta altro di grave, ma è stata una bella sberla che l’ha rintronata per un po’. Poi qualcuno ancora si domanda perché io non abbia fatto la gara.

Il menu della cucina da campo allestita in loco è quello a suo tempo pubblicato su twitter:

Sul posto, scopriamo che è possibile anche prendere l’insalata russa.
Non so se vi ho mai detto del mio debole per l’insalata russa: ne sono ghiotta. “Non fiori, ma vaschette di insalata russa”.

Prendo posto al coperto, poco dopo arriva Zzi con salsiccia, patatine e – appunto – insalata russa. Accanto a noi si siede un mio piccolo lettore, il quale, senza neanche avermi fatto assaggiare il suo minestrone (e sì che gli avevo chiesto se fosse fatto con il pesto, domanda alla quale, indipendentemente dalle proprie competenze, si risponde “Larry, assaggia”), mi critica aspramente per il presunto scarso ritmo che sto imprimendo al gioco musicale. Il Criticone, del quale non vi dirò il nome, addirittura ironizza proponendo uno spareggio fra i primi due classificati. Io, sul momento, manco mi ricordo chi è che si è aggiudicato i primi punti, e mi offendo a morte, minacciando gravi ripercussioni. Non più di dieci giorni fa, infatti, altre criticone hanno insinuato che il gioco non sia abbastanza avvincente. Vi farò vedere io, vi farò vedere.

Intanto aspiro la salsiccia alla piastra, che è ontologicamente una bontà, ma è poca come la mia pazienza, distraggo Zzi per fargli fuori qualche patatina fritta e spazzolo l’insalata russa con un’unica spatolata di lingua in senso antiorario, tipo visitors.

Per dieci euro, pane e bevande incluse, il vitto è stato più che soddisfacente.

La sfida, dopo, è tenere tutto nello stomaco per i successivi duemila chilometri di tornanti – a confronto dei quali, quelli dell’andata erano uno scherzo – necessari a raggiungere il casello autostradale di Piacenza e tornare a casa.

Intanto, durante il viaggio, medito come mettere a tacere i miei amici criticoni.

5 thoughts on “Coppa Italia middle – Rovegno, 22 aprile 2012

  1. Dario

    Non so di chi tu parli quando scrivi”i miei amici criticoni”, sicuramente non di me dato che il fatto che tu non mi risponda MAI nè ai commenti al blog nè alle mail dimostra inequivocabilmente che non rientro nella categoria “amici”.

    Quanto al minestrone (ottimo, e con una punta di pesto, credo) l’idea che la traduzione in italiano della tua domanda fosse proprio quella, e di fartelo assaggiare, mi è passata brevemente per la mente, ma l’unico cucchiaio a disposizione era quello che avevo già slappato io, e mi sembrava poco carino. Ed escluderei che una regina del bon ton come te potrebbe assaggiare una zuppa con la forchetta.

    Ad essere precisi precisi poi, il Criticone ha anche sottolineato la scarsità di aggiornamenti di un’altra LarryRubrica…

  2. Larry Post author

    Io non c’ho schifo del tuo cucchiaio, secondo me eri tu che c’avevi schifo di usare il cucchiaio dopo che lo avevo usato io. Sì, sì.

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