Da Elisa il giorno di Ravosa, la torta di porri ✎

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Conscia di rischiare l’impiccagione rivelando una ricetta di Elisa, eccovi svelata la procedura segreta che lei segue per preparare la prelibata torta di porri.

Si prendono quattro o cinque porri. Li si guarda intensamente, poi si sposta lo sguardo sulle teglie a disposizione.
Si guarda il resto della cucina e le pietanze in preparazione.
Si riguardano i porri.
Le teglie.
Le pietanze.
I porri.
Le pietanze.
I porri.
Il culo di Larry.

Si prendono due porri e si ripongono in frigo.
Si mondano i tre porri restanti e li si mette, sottilmente affettati, a cuocere in padella scoperti con olio e burro.

Nel frattempo si stende la pasta sfoglia, previdentemente tolta dal freezer due ore prima, in una teglia che la contiene esattamente.
Badate: è la procedura di Elisa, è normale che tutto fili liscio secondo un piano infallibile, rigorosamente stilato e rodato. Se stessimo parlando di me, a quest’ora starei cercando di scongelare la pasta sfoglia col phon o – per risparmiare corrente – covandola.
Quando i porri sono pronti, vi si unisce una confezione di ricotta, un uovo e del parmigiano. La dose di parmigiano mi è ignota perché Elisa non è una mica una cuocaminchia come me, che tengo il parmigiano già grattugiato in frigo per diversi giorni o – sacrilegio – talvolta compro quello già grattugiato. Elisa grattugia il parmigiano ogni volta che le serve [il che le dona braccia sode e tricipiti guizzanti, mentre io, se alzo le braccia, sembro uno scoiattolo volante], perciò non so quanto ne metta esattamente, anche perché – sebbene sia gentile e ospitale con chi è con lei in cucina – ci tiene ai suoi trucchi e cerca sempre di fare qualcosa di nascosto…tipo grattare il formaggio o aggiungere spezie e odori

A questo punto, sempre rispettando il procedimento di Elisa, si indica un punto qualsiasi fuori dalla finestra del quarto piano e si esclama: “Guarda! C’è Springsteen!”.
Non mi è chiara la necessità di questa mossa, ma quando mi sono girata nuovamente verso Elisa, stava riponendo in fretta e furia qualcosa nella dispensa. Mi sa che mi son persa l’ingrediente segreto.

Ora si copre il fondo della teglia foderata di pasta, scrupolosamente bucherellata con la forchetta, con fette di prosciutto cotto e sopra queste si dispongono sottilette.
Quindi, si versa il composto di ricotta e porri, lo si livella e si ripiega armoniosamente verso l’interno il bordo della pasta.
Si inforna in forno preriscaldato [quando lo abbiamo acceso? Non lo so, so solo che era spento, ma quando è servito era già alla temperatura giusta] a duecento gradi. Quando è pronta si vede, ma mi pare che siano necessari almeno venti minuti.

È una torta molto buona, è delicata, ma gustosa e ha una consistenza molto soddisfacente, perché si fa masticare, ma è morbida e non asciuga il palato.
Io l’ho recentemente proposta con la variante della pancetta al posto del prosciutto cotto. È indubbiamente più saporita, forse perde un po’ in equilibrio, ma anche io, in alcuni campi, ho le mie convinzioni e ho applicato la seconda legge di Pravato: Ove possibile, sostituire un ingrediente con quello di medesima categoria con il più alto contenuto di colesterolo/glucosio.

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