Gli abbonati a Larrycette potrebbero avere già ricevuto questo post via e-mail pochi giorni fa, perché qualcuno si è incasinato con la programmazione del blog e ha fatto uscire due post a distanza di pochi minuti, per poi cancellarne disperatamente uno dopo che un provvidenziale lettore glielo aveva fatto notare.
Giusto per non far passare la settimana senza aggiornamenti e perché non mi piace fare figli e figliastri, ecco, anche per voi lettori occasionali, le mie (imprescindibili) opinioni sull’Actimel, il prodotto alimentare della Danone che non sono sicura di poter chiamare yogurt.
Facciamo un passo indietro nel tempo e torniamo alla fine dello scorso giugno.
I miei capelli recavano uno sbiadito (nel vero senso della parola) ricordo della colorazione fiammante che avevo fatto in occasione del tour e Bruce era andato ad aspettarmi a Parigi.
Io affrontavo le insidie del volo per ricongiungermi con lui…
La colazione Lufthansa non è ancora finita!
Ricordate di quando vi ho raccontato del deludente snack che Lufthansa ci ha servito sul volo tra Monaco e Parigi?
Presa dalla filippica contra morgenduftam, mi sono dimenticata di parlarvi del resto della “colazione”, ovvero dell’Actimel, anzi: della confezione demenziale in cui l’Actimel è servito.
Vi immagino trepidanti all’idea di sapere cos’altro sia successo.
Faccio fuori i sei spicchi asfittici di morgenduft guardando il personale di bordo con malcelato rancore e la faccia di quella che pensa “Tutto qua?”, mentre mi trastullo con la confezione dell’Actimel.
Che chiccheria, c’è il marchio Lufthansa sull’astuccio esterno.
Se ne deduce che l’astuccio esterno esiste solo in quanto luogo dove apporre il marchio Lufthansa, visto che entrambi i prodotti al suo interno sono confezionati.
Vediamo in che modo gli esperti di comunicazione della Danone hanno dato un senso alla confezione
Danone Actimel per Lufthansa
Su due lati non c’è niente. Tenetelo presente.
Davanti ci dicono che non è zuccherato (nel senso che non sono stati aggiunti zuccheri per dolcificarlo), ma che contiene naturalmente zuccheri.
Ce lo scrivono in alto, nell’angolo, come se non ci fosse stato spazio altrove (abbiamo due facce e mezza libere); questa soluzione, di solito, serve a dare l’impressione dell’informazione aggiunta, che di conseguenza acquista risalto; dell’informazione, cioè, che costituisce una novità rispetto al consueto. Tipo: “Non consumi Actimel perché credi contenga zucchero? Guarda: non c’è zucchero aggiunto, mangialo pure!”
Il fatto che non ci sia zucchero aggiunto, ovviamente, non significa che non ci sia zucchero; evidentemente alla Danone pensano che i consumatori dei loro prodotti siano abelinati, ma chi sono io per smentirli?
Sotto c’è uno slogan che dice che con Actimel si parte col piede giusto, sotto ancora una cretina che va a saltare nei prati in canottiera (“Zecche, a me!”), vestita in pendant con i colori della confezione, che ci fa vedere com’è contenta, vitale e scrupolosa nel depilarsi le ascelle – non come me che, se non viene via tutto alla prima passata, col cazzo che faccio subito un’altra ceretta sulla zona, e pertanto, pur spogliandomi davanti a terzi mediamente tre volte alla settimana, vado spesso e volentieri in giro con l’ascella sinistra depilata e la destra molto meno (per ovvie ragioni di emisfero dominante) e la faccia convinta di quella che non ci trova niente di strano e/o si è affrancata da tempo dalla schiavitù di un ideale di bellezza innaturale, ingannevole, mortificante e imperialistico.
Un secolo di filmologia ci insegna che l’accostamento di immagini le fa percepire allo spettatore correlate, quindi siamo autorizzati a credere che vogliano dirci che la cangura sia una consumatrice di Actimel.
Se divento così, non lo voglio.
Quindi, la definizione “Gusto rinfrescante”.
Che cazzo vuol dire?
Che gusto è “rinfrescante”?
Qualcuno di voi ha mai chiesto in gelateria un cono “cioccolato e rinfrescante”? Lo yogurt può essere naturale, oppure al gusto di diversi frutti; i più arditi lo fanno al caffè, al cioccolato e alla vaniglia (se di yogurt si può ancora parlare), ma “rinfrescante” non è un gusto.
Dobbiamo dedurne che il gusto dello yogurt in questione ha un potere rinfrescante; restringiamo il campo a limone, arancia, agrumi misti, menta piperita, azoto liquido e niente.
Dunque lo yogurt bianco non tira, in Germania, e bisogna dire che ha un gusto rinfrescante, altrimenti la gente non lo compra, perché legge “Natur-” e pensa “latte rancido”. Invece, se legge “erfrischender”, si accalca al banco frigo.
Mio nonno, a questo punto, avrebbe detto dei tedeschi “Se han perso a guæra, un motivo o ghe saiâ“.
Incazzata come un’eumenide per via della confezione superflua e insultante l’intelligenza di una spugna di mare, assaggio ‘sto cazzo di Actimel.
Ricorderò per sempre questo yogurt da bere come l’unico caso in cui sono stata contenta della dose lillipuziana: non mi è piaciuto per niente, non sa di yogurt, non saprei neanche dire bene di cosa sappia. Mi è sembrata una cosa a metà tra l’acquetta che si forma nella vaschetta dello stracchino e il bario che ti danno da bere in ospedale prima delle radiografie, ma non vorrei, ora, essere denigratoria: magari a qualche mio Piccolo Lettore piace… se c’è qualcuno a cui piace, per favore, mi scriva e mi dica cosa ci trova.
Magari sono di parte, ma per me è mille volte meglio lo yogurt che faccio io!
Il gusto rinfrescante all’azoto liquido mi piace molto :-D
Rinfrescante non pare essere un gusto.
Melba non pare essere un colore.
Ma la tizia che salta ha la canotta colortutadelGaja!
TutadelGaja?
Non capisco, che colore è?
Non conosco niente che si chiami Gaja, non so proprio a cosa tu tu possa riferire, non è nulla con cui io abbia a che fare.
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