È in edicola, a fascicoli: Impara lo Sloveno con Larrycette [2]

♦ Primi accenni di fonetica dello Sloveno ♦

Lo Sloveno si scrive con alfabeto latino, il che gli conferisce un aspetto simile all’Italiano e un’allure amichevole e scanzonata. Non fidatevi! Diversamente che nel Serbo-Croato, infatti, in Sloveno non c’è corrispondenza biunivoca tra grafema e fonema, cioè non è detto che a lettera uguale corrisponda sempre suono uguale.

Essendo parlanti nativi italiani, non ci possiamo lamentare, perché anche l’Italiano ha il medesimo comportamento incostante, con l’aggravante di avere regole fonetiche più opache, ragion per cui spesse volte in Italiano “si pronuncia così perché sì”. Non ci credete?
Prendiamo la /z/. La /z/ è una delle lettere che mi sono più simpatiche, è il simbolo di Zorro e concorre a formare parole e nomi bellissimi come zucchero, zuzzurellone, Lorenza, pizza, zabaione.

Sebbene tutti dicano [‘zuk:ero], la pronuncia corretta sarebbe [‘tsuk:ero], con la /z/ sorda. Ne possiamo dedurre che la /z/ in principio di parola si pronuncia [ts]? Macché! In “zabaione” è sonora, quindi [‘zabajone]. Che dipenda dal fatto che in “zabaione” è seguita da una vocale più arretrata? Interessante osservazione, ma in “zafardata” è seguita dal medesimo suono, eppure torna ad essere sorda, e in “zuzzurellone” è sonora pur precedendo la /u/. Soffermiamoci ancora su “zuzzurellone”: è sonora anche la pronuncia della /z/ geminata, cosa che dovrebbe gettarci nello sconcerto, perché se c’era una cosa che ci pareva di aver capito è che la doppia /z/ è spesso sorda (pensate a pizza, piazza, cozza, cazzo, bozza, bonazzo, fazzoletto, torrazzo); evidentemente no, e basta riflettere ancora un po’ per trovare molti esempi di /z/ doppia pronunciata sonora (bizza, bizzarro, bizzoso, buzzo, buzzonaio, buzzurro).
Accettiamo il fatto che non c’è – fra le lingue indoeuropee – fonetica più insidiosa di quella italiana e accostiamoci con rinnovata fiducia a quella slovena.
Senza per il momento preoccuparci dei comportamenti inaspettati che i fonemi hanno quando vengono in contatto, influenzandosi a vicenda, oggi vediamo quali sono i grafemi che l’Italiano non conosce, o che pronuncia diversamente:

C  si pronuncia [ts], ovvero /z/ sorda. Certo, la grafia analoga a quella di un diverso fonema italiano potrà trarre in inganno, ma consoliamoci: per il momento non mi risultano eccezioni; cascasse una bagascia in mare, ogni volta che in Sloveno incontriamo /c/ possiamo stare tranquilli e pronunciare con sicurezza [ts]. Vedrete che non è roba da poco!

La /z/ sonora [z], invece, si scrive Z, proprio come nell’alfabeto fonetico e – come abbiamo visto, con le dovute approssimazioni – in Italiano. Più facile di così si muore.

 Un buon modo per memorizzare la pronuncia per noi non spontanea della /c/ è ricordare che si trova nella parola “osmica”, che tutti sappiamo pronunciarsi [os’mitsa].

Vi chiederete, spero, con quale grafema lo Sloveno rappresenti il suono della /c/ italiana.

Per la trascrizione della pronuncia di quella che viene tante volte approssimativamente chiamata “c gutturale”, ovvero della esplosiva sorda velare, lo Sloveno usa /k/.
Kruh vuol dire “pane”, e sembra essere proprio questa parola l’etimologia del termine spregiativo “crucco” con cui ci si riferisce ai tedeschi, diffusosi dopo la Grande Guerra, quando i soldati austriaci sconfitti vagavano per il Carso mendicando il pane. Non so se sia vero, ma l’ipotesi mi affascina un casino.
Per la pronuncia dell’affricata sorda palatale [t], quella che quelli che mettono lo zucchero sui fonemi chiamano “c dolce”, lo sloveno usa /č/.

Čisto vuol dire “pulito”. La stessa parola in triestino significa “miscio”, “senza soldi”, ed è un falso amico, non tanto perché il significato è traslato, come potrebbe apparire, quanto perché in sloveno questa accezione non esiste. Se dite a uno sloveno che siete “cisti”, probabilmente si rallegrerà per la vostra scrupolosa igiene, ma continuerà ad ignorare le vostre difficoltà economiche.

 

 

In Sloveno ci sono altri due caratteri con la strešica [‘stre∫itsa], ovvero quel vezzoso diacritico che le lingue slave impiegano a profusione e che noi italiani ci ostiniamo a chiamare orrendamente “pipetta”.
Oltre alla /č/, in Sloveno troviamo anche /š/ e /ž/.
Come abbiamo visto in strešica, /š/ si pronuncia [∫] (fricativa palatale sorda).
Una parola semplice che comincia per /š/ è šola. Fate attenzione quando la trovate scritta sulla carreggiata perché vuol dire che c’è vicino una scuola.

/ž/, invece, si pronuncia [3] (“tre?”, diranno subito i mie piccoli lettori, per canzonarmi – No, non “tre”, ma è il carattere che più ci assomiglia. È quella specie di “zeta che va sotto”, simile anche a un tre abbassato di mezza riga), essendo la corrispondente sonora del suono precedente (quindi la fricativa palatale sonora). In italiano non ci sono parole con questo suono, ma in genovese sì: è la [3] di xiatta. Per i francofili, è la /j/ di giocajouer.

Ci sono diverse parole utili che iniziano con questo suono, ma quelle che conosco prevedono tutte la conoscenza di altre regole fonetiche, delle quali parlerò solo prossimamente, quindi come esempio vi do železo, che vuol dire “ferro”, e mi rendo conto che non fosse proprio la prima parola che avreste voluto imparare, ma per il
momento vi dovrete accontentare.

 

 

 

Fino alla prossima puntata, familiarizzate con pronunce sonore e strešice con una delle mie parole preferite: slaščičarna. Si pronuncia [sla∫t∫i’t∫arna] e vuol dire…

 

 

8 thoughts on “È in edicola, a fascicoli: Impara lo Sloveno con Larrycette [2]

  1. marirosa

    c’è un errore di battitura
    ferro non è želeno ma železo
    effettivamente non è proprio la prima parola che si vorrebbe imparare, ma magari aiuta un turista a capire che železnica è la ferrovia

  2. Larry Post author

    Ecco, ho corretto!
    Meno male che c’è Marirosa, altrimenti partivo già insegnando cose sbagliate.
    Vero che l’argomento è appassionante?
    Mica come l’orienteering!!!

  3. markogts

    Non parli della esse /s/ Esempio “sonce” sole. Io ho problemi con mio nipote Samuele. Se lo chiamo in sloveno, la esse mi suona diversa e non capisco perché. Stesso nipote stesso nome solo io ho lo switch su SLO invece che ITA e mi viene fuori una esse diversa.

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