Gli gnocchi con la gnocca [Siora Rosa, tecnicamente via Torino/via san Giorgio, ma per tutti piazza Hortis, Trieste]

Cippi non ha fatto in tempo a lasciarmi sola mezza giornata, che subito mi sono consolata andando a pranzo con la Giraffa da Siora Rosa.
Dopo anni che Cippi mi porta a mangiare da Siora Rosa, mi sovviene – andandoci una volta con la Giraffa – che non ne ho mai fornito una recensione, eppure ho materiale a iosa.
Provvedo subito.
 
In un grigio giovedì di aprile, in cui la mia prospettiva di pasto sono due yoghurt che mi sono portata da casa perché, di ritorno dalla cura del carciofo fritto a Roma, o mi do una regolata, o mio marito mi lascia per una betoniera, ricevo – Surprise! Surprise! – un messaggio della Giraffa che, rinchiusa nella torre e assalita da un drago, implora di essere liberata a pranzo.
Surprise! un cazzo, perché ieri me lo aveva detto che sarebbe stata in zona, e io scema che me lo sono dimenticata. Meno male che mi ha scritto. Il piano è aggirarmi con fare normale dalle sue parti in modo che possa accorgersi del mio arrivo e congedarsi. Quando esco dall’edicola la trovo già in strada che mi viene incontro. Non ci sono più le fanciulle indifese di una volta.
Sulle prime, probabilmente obnubilata dalla mancanza di Cippi, le propongo una serie di posti sbagliati dove mangiare, che per i più vari motivi scartiamo:
– Kebab: no, perché non lo mangia [!]
– Pizza sulla panchina: non ci va di stare sulla panchina
– Bar dei fascisti: non ci va di stare da sole al bar dei fascisti
– Gelato: abbiamo molta più fame
Poi all’improvviso, l’intuizione: Siora Rosa.
“Eh”, fa lei “Quando mi racconti che vai a mangiare con Cippi, mi dici sempre che vai da Siora Rosa”. Eh, però – pure te – potevi ricordartelo prima.
In effetti, Cippi e io siamo frequentatori abbastanza assidui di Siora Rosa, compatibilmente con la nostra disponibilità finanziaria e il tasso di colesterolo. Le pietanze servite, infatti, non rientrano in quelle che si possono definire “light”. Per questo, ci piacciono molto. Altra caratteristica che amiamo molto di questo locale, oltre all’atmosfera casalinga e accogliente, è la clientela. Pur essendo molto varia e comprendendo le più disparate categorie di persone, garantisce sempre – vuoi perché è vicino all’università, vuoi perché è su tutte le guide turistiche – almeno due esemplari di gnocca. Io e Cippi siamo piuttosto interessati all’argomento e ci dà gioia e sicurezza sapere che qui possiamo sicuramente trovarne. L’interesse che io e Cippi abbiamo verso la gnocca è OVVIAMENTE puramente scientifico, essendo entrambi – in senso più o meno lato – già dotati di una propria, ma ciò non ci impedisce di effettuare delle precise considerazioni sull’argomento. Attenzione: non ci riferiamo semplicemente alla massima kantiana “Obwohl man eine Diät haltet, darf man immer die Speisekarte lesen” bensì ad un atteggiamento più critico e speculativo, volto a trovare il fondamento oggettivo della gnocchitudine attraverso l’osservazione e la constatazione delle caratteristiche di ciò che definiamo gnocca. È un confronto dialogico di impostazione socratica, che ultimamente ha trovato un ostacolo nell’assurda ostinazione di Cippi a far rientrare nella categoria oggetto di indagine anche gli esemplari sottoaltezza, ma che sicuramente si evolverà rapidamente sul cammino della conoscenza.
Trappola e io entriamo decise nel locale. Saluto ad alta voce. Veniamo salutate. Veniamo guardate. Io sono io, ma la Giraffa non è Cippi e la cosa non passa inosservata. Oggi uno degli esemplari di gnocca è seduto al tavolo con me, e io veleggio a una spanna da terra per l’orgoglio.
Veniamo servite con la consueta professionalità [si vede che qua alla gnocca ci sono abituati] e indugiamo con piacere sul ricco menù. Indugiamo. Con piacere. Indugiamo. Soprattutto indugia la Giraffa. Cazzo quanto indugia!
“Ehm…Amica, c’è qualcosa che mangi, vero?” chiedo con la voce rotta dal panico.
“Perbacco! È che ho l’imbarazzo della scelta”. Oh, posto miracoloso e baciato dalla grazia divina! La Giraffa con l’imbarazzo della scelta! Sconcerto ed estasi.
La sua scelta cade sulle melanzane alla parmigiana, che ben conosco perché le ho mangiate due giorni prima; io onoro la memoria di Cippi scegliendo il suo piatto preferito: gnocchi di pane. Generalmente lui li condisce con il goulasch, io me la tiro da inappetente e li scelgo con il sugo d’arrosto.
Giungono in numero di tre [dimensione palla da tennis, fanno anche porzioni importanti!] in una pozza di sughino alta un dito. Gli gnocchi sono caldi e morbidi come la pancia della mamma, profumati con le erbette e arricchiti di prosciutto. Se non fosse tanto abbondante la porzione, merierebbe fare la scarpetta, ma al momento di raccogliere il sughino lo stomaco implora pietà. Anche la Giraffa è ampiamente soddisfatta dalla parmigiana, quindi veniamo meno alla tradizione e rinunciamo al dolce, che invece io e Cippi mangiamo sempre, facendo un sacco di versi perché è buonissimo e facendo un sacco di sceneggiate per lasciarci a vicenda l’ultimo boccone [che in genere è microscopico avendo fatto “metà per uno” una dozzina di volte].
Uscendo passiamo davanti alla vetrina e vediamo che per dolce ci sono delle creme carsoline [millefoglie semplificate: una base, una copertura e un quintale di crema nel mezzo] di aspetto meraviglioso e grandi come una Garzantina e, pur sapendo che non le saremmo sopravvissute, siamo pentite di non aver neanche provato ad affrontarne una in due.
La Giraffa torna nel suo ufficio fendendo la consueta scia di torcicolli e io torno a rinchiudermi in edicola sola e abbandonata, ma gastronomicamente soddisfatta.
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3 thoughts on “Gli gnocchi con la gnocca [Siora Rosa, tecnicamente via Torino/via san Giorgio, ma per tutti piazza Hortis, Trieste]

  1. lara

    Wow la recensione di Siora Rosa mi ha fatto brontolare dalla fame lo stomaco! i gnocchi con il pane li faccio pure io e sono conditi con lardo fritto con il burro! cioè Larry hai presente “lardo fritto nel burro”? praticamente il giorno dopo il corpo trasuda direttamente burro!! certo però che essere allo stesso tavolo della gnocca e mangiare i gnocchi non è da tutti i giorni :) ma tra qualche giorno ci sarò pure io a quel tavolo, che di gnocca non ho proprio nulla :) ma tanto la Giraffa è già gnocca per tutti :)
    LARA

  2. lara

    con il post di prima volevo battere il record della parola “gnocca” oppure “gnocco” in una frase!

  3. Larry

    [Secondo me ce l’hai fatta]

    Lara, mia Musa, mio Faro! Il lardo fritto nel burro! Quale sublime intuizione, quale altissima vetta.
    Larrycette si inchina di fronte alla sacerdotessa del colesterolo.

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