Il primo bagno dell’anno – Villaco/Villach/Beljak, 1° maggio 2013, Campionato regionale FVG [1]

 

Siccome l’orienteering è un gioco di culo, non si può sempre pretendere di ottenere i mirabolanti risultati del 27 aprile a Komenda, e le prestazioni risultano facilmente altalenanti.

 

La mia prestazione del primo maggio a Villach/Villaco/Beljak – gara valevole per il Trofeo Tre Regioni (quello con la bandiera italiana rovescia nel logo) e per il Campionato regionale di società del FVG – è stata funestata dalla sfiga: la sfiga di essere nata deficiente.

 

 

Dal punto di vista strettamente orientistico, la trasferta va in vacca tra la svedese e la uno, quando io punto dritta la due, oltretutto, credo, sbagliando sentiero anche per la due (ma tutt’ora non ne sono sicurissima).
Quando me ne accorgo, il porcaputtana che risuona alle pendici del Kumitzberg si sente ben ben oltre i confini delle tre regioni.

Dal punto di vista della gita fuoriporta, è stata un insperato successo.

Preferirei soffermarmi su questo secondo aspetto


 

I presagi di sventura, a dire il vero, non mancavano: dopo previsioni del tempo terrificanti, ci svegliamo sotto un cielo abbastanza sereno (per quello che si può capire alle sette del mattino dalle finestre della nostra casa-bunker); preparo lo zaino a tempo di record senza scordare nulla, neppure il superfluo; mi infilo in modo rapido e indolore le lenti a contatto, che risultano eccezionalmente confortevoli; non c’è traccia né sospetto delle mestruazioni imminenti; vinco anche un paio di partite a Ruzzle mentre sono al cesso. Insomma, stava andando tutto troppo bene per potersi illudere che continuasse.

Il primo errore tattico lo facciamo alle 8:30 in via Coroneo (i.e.: cinque minuti dopo aver acceso il motore della nostra adorata Macchinina), quando diamo effettivamente il passaggio promesso ad un giovane e aitante Serpeverde, un atleta, cioè, di un’altra società regionale, un po’ meno giovane, ma smisuratamente più blasonata della nostra.
La cosa più furba da fare era dare a tutti i Serpeverde – e già che c’eravamo, perché no?, anche ai Corvonero – appuntamento in città alle nove, e poi lasciarli là, così non potevano portare a casa punti. Ma noi siamo una società sportiva, nel senso che siamo sportivi, corretti e vogliamo bene a tutti, e ci impegniamo affinché anche il fortissimo avversario arrivi sano e salvo a fare la gara.

Quando sale in auto anche Marko con la K, do uno sguardo più approfondito all’atleta ospite: carino, è carino, ma è giovane che fa paura. Sua mamma lo sa che fa queste cose? Ce l’ha il permesso? Non è che poi se la prende con me perché glielo riporto graffiato, e me lo fa pagare come nuovo?

Il viaggio è piacevole, Marko con la K è un interlocutore sempre brillante. Fino a Lubiana, SuperGiovane parla più o meno quanto Zzi, e io sospetto che non gli si siano ancora formate le corde vocali. Passata la capitale slovena, scopriamo che è una matricola di matematica. Marko ci delizia con esilaranti barzellette da ingegnere sui matematici, SuperGiovane afferma timidamente di conoscere barzellette da matematico sugli ingegneri, ma si guarda bene dal raccontarle.
Non è solo carino, è anche molto garbato! Se avessi dieci anni di meno… merda, se avessi dieci anni di meno sarei comunque troppo vecchia per lui. Ora che ci penso, mi sta proprio sulle palle, quasi quasi lo lascio in autogrill.

La pasticceria sulla statale cui miravamo è inspiegabilmente chiusa (strane usanze,in Austria, il primo maggio), ma il mio infallibile tartufo – reso ancora più efficace dalla sindrome premestruale, grazie alla quale dal mio divano a Trieste posso dirvi se su un banchetto a Istanbul un mercante sta allungando la senape con la curcuma – mi dice che la bäckerei del micro- centro commerciale al bordo della statale potrebbe essere aperta; infatti così è.

Purtroppo non hanno niente di salato. Zzi e io ce ne rammarichiamo molto, Marko anche, ma si consola presto con una fetta biscottata integrale senza sale e una tisana senza zucchero. È a dieta e la rispetta, anche se non c’è sua moglie a controllarlo. Non come me, che mi imbibino delle peggio cose, che se solo un giorno CP vuota il sacco, io divorzio.
SuperGiovane dapprima è riluttante, poi opta per uno spuntino leggero. Io tento di avvelenarlo con gli anacardi della mia tortina, che lui sostiene di non aver mai assaggiato, sperando che sia allergico.
Come sono sportiva.



Giungiamo facilmente sul luogo del ritrovo, inspiegabilmente bello per essere teatro di una gara di orienteering.
Innanzitutto, a differenza del consueto, c’è il sole. Dalle foto non si capisce bene, ma è una bella giornata. Il bosco fa sfoggio di infinite sfumature di verde e non si vedono fianchi brulli o rocciosi sui monti. Come minimo sull’altro fianco della montagna c’è una grotta con un drago feroce, se no, perché cartografare un posto così?
Dopo aver piantato fieri la bandiera della nostra giovane, ma rispettabile società, ci rendiamo conto che s’è fatta una certa e non si vede un Grifondoro in giro a parte noi. In particolare, ci impensierisce il mancato atterraggio dell’Air Force One: senza la Famiglia Presidenziale non si può ritirare la busta di società, perché noi facciamo sì e no 70 euro in tre, e farmi prestare 30 euro da una matricola è troppo anche per me.

Quando per gli orientisti paranoici mancano pochi minuti alla partenza (per me non è neanche ora di cambiarsi, ma del mio presunto atteggiamento distratto abbiamo già parlato), ecco giungere la famiglia presidenziale e, con essa, la nostra modesta, ma rispettabile, cassa, grazie alla quale riscuotiamo la busta di società e possiamo andare a giocare, o al martirio, secondo i punti di vista.

Io non parto niente male, non mi faccio intimorire dal fango sul sentiero (perché lo aggiro passando per Klagenfurt), né  dalle insidiose radici che vogliono farmi inciampare e proseguo spavalda verso il punto, o almeno, sul momento credo di farlo.

Ho già avuto modo di raccontarvi che sovente mi oriento a orecchio, e prendo una direzione in base al sentir o meno provenire rumore di automobili o il suono di una band che fa il soundcheck all’arrivo (poi il soundcheck finisce e io non so più dove sono).
Mi sono anche accorta che faccio orienteering allo stesso modo in cui canto: male, ma male in modo incorreggibile e incurabile. Essendo stonata alla soglia del patologico, infatti, non mi accorgo mica di cantare male. O, meglio, me ne accorgo dalle espressioni delle persone intorno a me – che vanno dallo sbalordito al tormentato – ma non perché io, mentre canto, mi senta “suonare” diversamente dal modello dagli altri. A me sembra di fare tutto giusto, anche perché non riesco neppure a concepire un modo diverso di farlo. Allo stesso modo, faccio le gare di orienteering: comincio, e mi pare di far bene. Certo, non strepitosamente bene, come mi rendo conto di non avere la voce di Maria Callas, ma, in ogni caso, in modo “non sbagliato”. Poi, indizi che non hanno nulla a che fare con la disciplina – tipo i codici delle lanterne, l’interpretazione dei quali è una competenza che non ha nulla a che vedere con l’orientamento, bensì solo con la conoscenza delle cifre arabe – mi informano che no, non sto affatto facendo le cose bene.

Riservo la menata lanterna per lanterna di questa gara ai feticisti della bussola; a me basta la gioia di essere partita e tornata a raccontarvelo.

7 thoughts on “Il primo bagno dell’anno – Villaco/Villach/Beljak, 1° maggio 2013, Campionato regionale FVG [1]

  1. Pingback: Larry al Kumitzberg (Villach/Villaco/Beljak), 1° maggio 2013 – Campionato regionale FVG [1] « Larry, Tsitalia e l' orienteering

  2. Mauro

    …….giuro!! Larry corre!!! L’ho vista, per nulla stanca, zompettare veloce alla sua lanterna n 13….. e poi, oltre che simpatica, si capisce che è anche una buongustaia ;-))

  3. Larry Post author

    Ecco, ridimensioniamo subito il concetto: “zompettare” non è correre, mentre del mio essere buongustaia avrete presto conferma (o Mauro ha letto le bozze, o mi ha vista anche nel dopo gara) 8-)

    Giulio, la tua innocenza mi commuove.
    Parlare di “lunghezze normali” nell’orienteering, infatti, è un po’ come discettare del sesso degli angeli.
    Questo percorso era lungo 3,2 km e aveva 100 metri di dislivello, ma sono dati meramente teorici, perché a seconda delle scelte che fai, il percorso cambia. Mettici pure che io sbaglio non di rado e capisci che ho fatto una mezza maratona.
    La lunghezza di una gara, però, è stabilita dal tempo presunto dei primi tre ad arrivare, che a seconda delle categorie di percorso deve stare in un dato DeltaT, indipendentemente (entro ovvi limiti) dal chilometraggio.

    Tieni presente che non ho mai letto il regolamento in vita mia, né mai lo leggerò, e quando qualcuno mi parla di orienteering mi tappo le orecchie con le mani e faccio “lalalalala”, quindi confidiamo che qualche mio lettore, più esperto (in mancanza del quale anche un sasso è più competente), ti illustri con maggiore correttezza le mirabolanti dinamiche del tracciato.

  4. markogts

    >Il viaggio è piacevole, Marko con la K è un interlocutore sempre brillante.
    >Marko ci delizia con esilaranti barzellette da ingegnere sui matematici,

    “Brillante” nel senso di “shining”? :-)

    >Marko anche, ma si consola presto con una fetta biscottata integrale senza sale e una tisana senza zucchero. È a dieta e la rispetta, anche se non c’è sua moglie a controllarlo.

    Fatto bene a ricordarmelo. Vado a bruciare gli scontrini.

    PS mi è venuto in mente l’altro giorno: “zweifel” “dvom”, giusto per fare il paio con “einfach” “enostavno”.

  5. markogts

    @Giulio: le gare si dividono grossomodo in sprint, media distanza e lunga distanza, con categorie per età, 21-35 the best of the best e poi a scalare più giovani e più anziani. Qui trovi le regole italiane: http://www.fiso.it/public/pagine/2013/01/62_1_7089.pdf ; regole che però all’estero considerano roba per schiappe. Per dirti, all’estero non esiste la categoria MC (Ciompi Come Me). Tieni conto che i distacchi sono notevoli, se il primo arriva in quaranta minuti, io in genere arrivo in 60 -se il primo è italiano- e 80 se il primo è degli Imperi Centrali.

    Ah aspetta, devo cambiare registro: TRANQUILLO, L’ORIENTEERING È UNO SPORT PER TUTTI, COMINCIA E VEDRAI CHE TI DIVERTIRAI, L’IMPORTANTE È PARTECIPARE.

    Magari non proprio con una elite long alla OO-Cup, ecco.

  6. Larry Post author

    Sia lode a Dio per gli ingegneri!

    Io direi piuttosto “le famose semplici e intuitive regole dell’orienteering”.

    Scoop!
    CP e io stiamo elaborando una variante con la palla, che chiameremo “Orientalla” (perché suona molto scandinavo e ci pare appropriato); non abbiamo ancora deciso bene cosa fare della palla, in compenso abbiamo accolto un sagace suggerimento e introdotto l’uso di una maschera, come nel Calvinball.

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