Le osmizze del Carso: Verginella a Contovello

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Nonostante il clima non felicissimo dell’estate 2014, come ogni triestino che si rispetti siamo andati in osmica ogni volta che il tempo lo permetteva, e anche quando lo permetteva meno.
Sotto il cielo plumbeo di Ferragosto, infatti, abbiamo visitato l’osmizza Verginella di Contovello.

Contovello è una frazione di Prosecco, sostanzialmente un gruppo di case all’estremità carsolina di Strada del Friuli; vale a dire: probabilmente il posto con il panorama più bello del mondo.
Non va confuso con Conconello, un altro piccolo centro abitato del Carso più prossimo alla città, questa volta all’estremità periferica di via Commerciale.
Io, fra Contovello e Conconello faccio sempre casino, ma – per una volta! – lo sloveno ci aiuta: Contovello è Kontovel, Conconello è Ferlugi. Siccome a Conconello c’è la trattoria Ferluga (mai visitata, ma sufficientemente famosa per ricordarmene), l’associazione è facile.

Noi, dunque, siamo andati a Contovello, nell’osmizza Verginella, quella (ce n’è più di una, in paese) in ristrutturazione poco lontano dalla scuola.
Quella, soprattutto, dalla quale si gode di una vista pazzesca su tutto il golfo di Trieste e i tre stati che vi si affacciano.

 

Osmizza Verginella

Contovello/Kontovel

Indirizzo e recapiti:

Azienda Agricola Dean Verginella
Contovello, 460
34151 Trieste
348 8049335

Hanno anche un ricco sito internet (www.aziendaagricolaverginella.it), dal quale ho tratto la succitata ragione sociale

Calendario aperture 2014:

Fino a fine agosto, poi chissà!
(potevo scrivere un po’ prima questo post, avete ragione)

 

Come raggiungerla:

In auto:
Da Trieste, si percorre strada del Friuli.
Giunti a Contovello, si gira a destra, si sta sulla strada principale fino a che non si arriva alla scuola elementare e si posteggia nei pressi.
Si prosegue a piedi verso sinistra (spalle alla scuola, faccia al mare) e si prende la discesa sulla destra vietata ai veicoli.

In alternativa, dalla fine di Strada del Friuli si prosegue per Borgo San Nazario e, dopo il giardino,  si svolta a destra per la scuola. Da lì, si continua a piedi, come prima.
Il sito dell’azienda agricola fornisce direttamente la mappa di Google e le coordinate GPS:

45°42’08.2″N
13°44’10.0″E

In autobus:
Da piazza Oberdan, parte l’autobus 44 che ferma in via San Nazario presso la casa di riposo, a pochi minuti a piedi dall’osmizza Verginella.

Parcheggio:

Nei pressi della scuola c’è uno slargo dove possono stare diverse auto, anche se temo che nelle giornate di bel tempo sia problematico trovare posto; suggerisco la 44.

Capacità:

L’ampia terrazza con vista mozzafiato sul golfo ospita una trentina di tavoli grandi da sagra, dove si sta tranquillamente in otto.

Sotto si trova un giardino più piccolo, dove mi sembra ci fossero almeno altri sei di questi tavoli, per un totale approssimativo di non meno di 250 posti.

Specialità:

Nessun prodotto insolito rilevato durante la nostra visita

Qualità del cibo:

Tutto quello che abbiamo assaggiato era molto buono, in particolare mi sono piaciuti tanto il salame, sebbene fosse fresco, e il formaggio.
Forse era la fame, ma anche le uova mi sono parse squisite, ma del resto… quale uovo non lo è?

Qualità del vino:


Ohibo’. “Passabile” è un voto un po’ basso, del resto “buono” sarebbe troppo.
Facciamo che è un “passabile e mezzo”, dai.
È che non è vino da osmizza, non “sgrafa”, è troppo leggero e delicato.
Apprendo dal sito (ma Zzi lo aveva detto subito) che non è terrano in purezza, bensì un uvaggio del produttore.
Tutt’altro che cattivo, l’ho trovato poco adatto ai cibi con cui deve essere gustato: soccombe a praticamente tutto tranne che al pane e alle uova, a patto che non ci si metta il pepe sopra.

Spesa:

Nella media.

Servizio:

Passabile
Aggiungo questa voce perché l’osmica Verginella fa eccezione, rispetto alle altre osmizze, ed è opportuno segnalarlo.
Di solito, si ordina al banco e si viene serviti al tavolo (per la dinamica nel dettaglio, vedere questo vecchio post). Qui si va a ritirare il proprio vassoio al banco, trascorso il tempo indicato al momento dell’ordine.
Siamo rimasti meravigliati, ma – come si dice – “Osmica che vai, usanze che trovi”. Peccato solo aver fatto la strada (corta, peraltro) due volte perché la previsione di “dieci minuti”, nonostante la scarsissima affluenza di avventori, era stata ottimistica.

Non ci resta che sperare di essere capitati nella classica giornata storta che capita a tutti, teoria oltretutto avallata dal fatto che tutta la baracca era gestita da un paio di adolescenti visibilmente contrariate dal dover trascorrere il loro tempo a spillare vino e affettare prosciutto.
Immagino, da ciò, che sia capitato un contrattempo, al quale i gestori dell’osmica hanno dovuto far fronte improvvisamente.

VALUTAZIONE COMPLESSIVA

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