[Mercoledì, 05 Dicembre 2007] Magic Tour 2007, Milano – Ciao Milanoooo

Mercoledì, 05 Dicembre 2007
Milano ci accoglie con la consueta festosa salva di clacson, tanto che a un certo punto mi pare di distinguere la melodia di Born to Run.

Scoraggiati dal fatto che ci fosse gente in coda per il pit da due giorni prima (Stupidi Italiani!) ci dedichiamo ad attività amene quali lo scambio di biglietti con l’Olandese (Zzi) e l’incontro con tre ragazze con le quali lavoro (Larry).
Mi presento alle poverine (in ordine alfabetico Lagiusy, Lamilena e Lastefania) così conciata:
– felpa di Radio Nowhere (non la vetta della produzione springsteeniana, ma sono una fashion victim e l’attualità mi conquista)
– jeans “Wild and Innocent” (non proprio trendy, ma sono una donna elegante e prediligo il classico rispetto alla moda)
– capelli arancioni (non ho preso il rosso-scialfa neanche stavolta, e non vorrei fare commenti sulla baldraccaggine del risultato)
Grazie a Dio il loro capo era in giro con il mio e conservatonuna vaga credibilità per lui. Di certo le tre non hanno avuto la forza di commentare.
Ammorbo la peggiore pausa pranzo delle loro carriere con dettagli della vita da fan di Bruce, consiglio loro letture sull’argomento (lavita da fan, non Springsteen, argomento che avrebbe anche potuto avere un barlume di interesse), mi addentro nell’anedottica springsteeniana e do loro il colpo di grazia con il commento critico del video di Girls (Girls in their summer clothes per coloro che non sono intimi), che una divinità invisa alle mie colleghe ha voluto che passasse in tv proprio in quel momento.
Ci salutiamo con (loro) sollievo e (mie) minacciose affermazioni del tipo “Tanto a giugno è a san siro, ci vediamo di sicuro”, che hanno ricevuto in risposta estenuate frasi di circostanza e sguardi di malcelato terrore.
Me le immagino che attendono trepidanti la conferma della data del concerto e fanno a gara a chi prende ferie quel giorno.
Ricongiuntici, ci dirigiamo a posare le valigie in albergo, nella ridente (quanto lontana) Gerenzano, scelta dalla sottoscritta stratega per evitare la congestione delle tangenziali milanesi la mattina successiva.
Arrivati al forum ad un orario inverecondo, constatiamo che la coda è semplicemente troppa, addirittura è stata divisa in due scaglioni. Primo degli ultimi vediamo il nostro amico Saguaro (stavolta la fantasia nella scelta del nome è la sua, non è colpa mia se fa cagare) livido di ipotermia e in preda a convulsioni nervose. Fingo di salutare gente che non conosco e mi allontano alla chetichella.
Decidiamo poi che non ha senso metterci in coda: oramai siamo sugli spalti, pace, tanto ci sono altri concerti e poi è bello lo stesso….si dai, facciamo pubbliche relazioni, andiamo in giro a salutare la gente…si si…
Tempo tre minuti siamo al cancello posteriore che ci guatiamo biechi con i 4 spelacchiati che sono lì prima di noi e che – giustamente – si scazzano quando si aggiunge gente e che, come noi, sperano che arrivi e firmi autografi, accetti doni, stringa mani, doni braccialetti per il pit e ci chieda se ci va bene quello che pensava di suonare o se abbiamo altre preferenze.
Il pivello della security (quello che ha estratto la pagliuzza più corta) viene a dirci “ehi ragazzi, adesso arriva, state calmi, che se state calmi magari scende e vi saluta”. Tra i “ragazzi” da lui nominati c’è gente che ha fatto la posta a Springsteen quando lui era in fasce, ma non è il momento di farglielo notare.
Le auto della scorta inscenano una comica da cinema muto per ripagarci dell’attesa, Bruce non scende, credo per l’imbarazzo, ma in trasparenza si vede che ci benedice.
Già mi è passato il freddo.
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Grazie alla benedizione finiamo comunque in una più che accettabile posizione nel parterre, impreziosita dalla presenza dei Romani e dell’adorato Joeroberts.
Il concerto non si può spiegare, chi c’è stato sa cosa è stato, chi non c’è stato sa cosa si è perso e sarebbe crudele infierire, chi non c’è stato perchè non sa cosa si perde, non capirebbe.
Dico solo:  Incident.
Non per fare quella che lo aveva detto, ma…io lo avevo detto.

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