[Mercoledì, 11 Luglio 2007] Lanterne bianche e rosse / parte seconda

Mercoledì, 11 Luglio 2007

Ed è così che partiamo alla volta di Lenti, che tecnicamente è in Ungheria, ma dista pochi chilometri dal confine con la Slovenia.

Il viaggio è veloce fino a Maribor, da lì la cartina indica che c’è una statale apparentemente abbastanza diretta che porta a Lendava, zona Murska Sobota, la parte “di qua” del confine.

Fiduciosi, seguiamo i cartelli per la nostra meta intermedia.

Dopo 50 chilometri durante i quali i cartelli continuano ad indicare direzioni contrastanti, l’orientista che è in me si risveglia e capisce il dramma: ci stanno facendo passare dalla provinciale.

Per quanto paradossale possa sembrare, i cartelli che da Maribor indirizzano a Murska Sobota/Lendava, fanno prendere la strada più lunga e tortuosa ad ogni bivio.

Se dovete andare in Ungheria passando per la Slovenia, una volta usciti a Maribor imboccate sempre la direzione opposta a quella indicata per il confine, dovrebbe funzionare.

Ad ogni modo, sebbene con un’ora di ritardo sulla tabella di marcia, giungere a Lenti non è stato difficile, quantomeno non è stato difficile come trovare l’albergo prenotato.

Ho avuto l’astuta pensata di non stampare la mail di prenotazione, illudendomi di trovare subito un hotel a 4 stelle all’interno dell’unico stabilimento termale di un paesotto grande a occhio e croce come Riva Trigoso.

Giriamo circa un’ora (e in tutto ne abbiamo già perse due) nelle stesse 4 strade, perchè non ce ne sono altre, alla ricerca della costruzione, alla fine convincendoci di aver preso un bidone, che l’albergo non esiste, e consolandoci col fatto che non abbiamo pagato e che non hanno il numero  della carta di credito.

Chiedere informazioni si era rivelata una pratica infruttuosa in quanto, caratteristica degli Ungheresi è di parlare un idioma incomprensibile e di rispondere “nem” alle domande:” Parli inglese/ tedesco/ italiano/ croato/ greco antico/ russo/ francese/ turco/ ebraico/ bergamasco?” (le ultime 5 o 6 non ci sarebbero state di aiuto, ma oramai era pura curiosità statistica).

Tuttavia, la dedizione che mettono nella mimica non riesce a farteli mandare a cagare, e ti fa comprendere il perchè della tradizione circense contorsionistica.

Più per mascherare lo stimolo della pipì che per convinzione, ho iniziato a produrmi in contorcimenti davanti alla cassiera dello stabilimento termale, accompagnandoli – essendo poco pratica – da suoni catarrini vagamente germanofoni, esprimendole così la mia perplessità sull’albergo.

Ella fa una telefonata e poi si rivolge a me dibattendosi come un’anguilla. Per magia comprendo che la prenotazione c’è e che sta arrivando un incaricato.

Vestito come un colonizzatore inglese, arriva l’incaricato, il quale essendo preposto al contatto col turista parla sia inglese che tedesco. Insieme, contemporaneamente.

Morale che ci prende i documenti, ci registra e ci dice che il portiere dell’albergo sta arrivando ad aprirci, perchè è ora di pranzo e non c’è nessuno, ma di andare alla fine della strada, porta blu, aspetta, angolo, cinque minuti, chiavi, paga poi qui, ma poi…o forse stava declamando il Beowulf, non so.

E’ allora che mi arrendo all’evidenza di quello che Zzi sosteneva da un’ora e un quarto: la sistemazione ha sì 4 stelle, ma è il campeggio, non l’albergo.

Vorrei avere una crisi di nervi, ma mi scappa troppa pipì, allora rimando le lamentele all’uscita dal cesso, che sembra sempre più vicino.

Sopraggiunge finalmente il portiere, la versione Ungherese di Gino Bramieri, il quale non apre bocca.

Rimarrò per sempre col dubbio che fosse lui quello che parla un sacco di lingue e con cui ho scambiato email prima di partire.

Non si tratta solamente di un campeggio, c’è una costruzione in muratura che è palesemente un albergo, al cui primo piano si trova la nostra camera, decisamente grande e accessoriata.

Certo, io volevo l’albergone pazzesco con soffitti di 5 metri all’interno del parco termale (l’albergo, non i soffitti),  ma qui è pulito, spazioso e finalmente c’è il cesso.

Ci cambiamo e ci dirigiamo al luogo di riunione perchè – cominciamo bene – siamo qui per una gara e siamo già in ritardo!

2 thoughts on “[Mercoledì, 11 Luglio 2007] Lanterne bianche e rosse / parte seconda

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