Pub Murphy’s – Galleria Fenice, Trieste

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I gà verto un pub in galleria Fenice? Ma dove? Dove che iera la libreria? Ma no xè una cartoleria?

Esatto: da non molto ha aperto un nuovo pub in Galleria Fenice (a Trieste), dove una volta c’era la fallita libreria Fenice.

L’ho notato un paio di mesi fa e l’altro ieri sera (l’altro ieri! Quanto sono sul pezzo!), usciti dalla proiezione di Queen Rock Montreal, Zzi e io siamo andati a testarlo.

Prima di passare a recensirlo, vorrei condividere con voi alcuni interrogativi che la visione del concerto al cinema ha suscitato in me, sperando che voi abbiate le risposte:

  • Perché non posso svegliarmi domattina coi capelli di Bryan May?
  • Perché Roger Taylor è vestito da cuoco?
  • Non trovate anche voi che Roger Taylor sia il sosia di Gilberto (e ora tutti a immaginarsi Gilberto coi codini biondi)?

Ma soprattutto:

[bctt tweet=”Perché la gente va al cinema per parlare?”]

Beviamoci su!

 

Pub Murphy’s – Galleria Fenice, Trieste

 

Dov’è

A Trieste, in Galleria Fenice, in uno degli spazi che una volta erano della libreria Fenice.
Da una parte ha aperto una cartoleria-supermarket (partorita direttamente dalla mente del demonio), dall’altra, proprio di fronte alle vetrine della cartoleria, un Irish pub, talmente Irish che si chiama Murphy’s.

Ha anche un piccolo spazio davanti per i fumatori, proprio non si può non notarlo.

 

Quando andare

A pranzo, a cena o dopo cena.

Non mi sono fermata a leggere gli orari sulla porta, ma l’ho visto più volte aperto a pranzo, fatto abbastanza eccezionale per un pub.

 

Cosa c’è

Alla sera alle dieci, quando ci siamo andati noi, la cucina offriva:

  • un piatto vegetariano: millefoglie di parmigiana di melanzane
  • un primo onnivoro: gnocchi al ragù filante
  • due secondi onnivori: spezzatino e tagliata di manzo con pomodorini
  • il panino del mese: smokey burger, con svizzera, speck, scamorza affumicata e rucola (senza salse )
  • patatine fritte
  • mousse al cioccolato fondente

Alla spina ci sono:

  • Heineken (?)
  • Blanche de Bruxelles (MIA!!!)
  • Altre tre che non ricordo, molto probabilmente un’Irish stout (direi la Murphy, così, a sensazione…), una porter e una rossa.

In bottiglia ricordo la Bonne Esperance, la Widmer Brrr e due o tre Chimay, più almeno altre due etichette, dissolte come lacrime nella pioggia in meno di quarantott’ore dalla mia mente.

 

Chi c’è

Uno spillatore e un cuoco; almeno, questi son quelli che abbiamo visto noi.

Il primo è un mulone ciò mi ciò ti, ovvero uno che ti tratta molto affabilmente anche se non t’ha mai visto in vita sua e si siede accanto a te per farti ordinare e spiegarti le birre. Non traete conclusioni affrettate: non è affatto invadente, e la confidenza che si prende finisce qua. È solo uno ospitale e accogliente.

Il secondo è meno espansivo, ma comunque molto cordiale. Si capisce che è il cuoco perché è vestito come Roger Taylor (tautologia, portami via) e perché parla con molto coinvolgimento e molta cognizione di quello che viene servito, specificando, ad esempio, che la millefoglie di parmigiana si chiama così perché è composta a torretta e non è tutta fritta, è più leggera, raffinata eccetera eccè…

Entrambi sono attenti e veloci a servire, non solo portando in tavola, ma pure se si tratta di sparecchiare, che per me è la discriminante fra un servizio capace e uno malaccorto: son capaci tutti di portarti il piatto quando è pronto e il cuoco urla perché ingombra la cucina e si raffredda; il cameriere attento è quello che viene a toglierti i cadaveri da sotto il naso proprio quando stava per uscire a fumarsi mezzo cichìn.

 

Com’è

Piccolo: un bancone, qualche tavolo e una manciata di sgabelli.
In compenso è ordinato, non è claustrofobico e ciascun tavolo ha il proprio spazio vitale. Non è niente di innovativo o mai visto prima, il che non è necessariamente un difetto: spesso, chi ha voglia di andare al pub, si aspetta (ed è contento) di trovare un pub.

Ha un grosso punto di forza: lo spazio esterno per i fumatori.
Non ci sono veri e propri tavoli, ma due botti e qualche sgabello da usare a rotazione: ti fumi la tua cicca seduto, hai dove appoggiare il bicchiere, fai due ciacole con calma con quello che è uscito con te e poi torni dentro da tutti i tuoi amici, e lasci il posto a un altro tabagista.
Essendo in galleria, l’area fumatori del Murphy è sempre al coperto, pur essendo, di fatto, all’esterno del pub. Ci sono i funghi riscaldanti (già spenti, i questa stagione), così, anche se fuori piove, tira bora e siamo a -3°, qui si può fumare in santa pace.
Probabilmente, d’estate sarà fresco, perché sarà sempre all’ombra. Io già mi vedo imperare su uno di questi sgabelli con un rude scozzese da una parte e un cubano ardente dall’altra.
… Mentre dico a Zzi che “da domani austerity e vita sana, giuro, stavolta sul serio, ma assaggia qua. Se facciamo un figlio lo chiamiamo Oban”.

 

Perché andarci

Perché il posto è carino, pulito, e la qualità del cibo è molto buona.
Noi abbiamo preso il panino (potevo non cogliere l’occasione di mangiare un panino?) e siamo rimasti molto soddisfatti: la carne è magra e la porzione è generosa, il pane è di forno e anche gli altri ingredienti sono buoni.

Nonostante le dimensioni ridotte, questo pub non spùza de fritolin. Se proprio non ci passate quattro ore, potete tornare a casa e dire a vostra moglie che avete fatto tardi in ufficio, e lei non vi sgamerà annusando il cappotto (ma ricordatevi di non baciarla).

Mentre ero intenta a snocciolare a Zzi tutti i “difetti” (etichette un po’ troppo commerciali, tovagliette di carta della Heineken, patatine ottime, ma non particolari, salse in bustina di marca “Su”, come in mensa), è partita Glory Days. Da recensore obiettivo qual sono, ho immediatamente conferito al locale cento punti.

 

Conclusioni

Il pub Murphy di Galleria Fenice (Trieste) merita almeno una puntatina, e può diventare un bel riferimento per chi bazzica la zona di Viale XX Settembre, la sera, oltre che una grossa tentazione per la fauna impiegatizia diurna; forse non è in pieno passaggio, ma è comunque in posizione comoda: se si sparge la voce, il “giro” non manca.

La cucina sembra lavorare bene e, per giunta, i prezzi dei piatti sono più che abbordabili: 5 euro gli gnocchi, 5.50 la parmigiana, 6.0 il panino e 12.00 la tagliata di manzo (non ho visto le porzioni dei piatti, però).

Il parco birre non è amplissimo, perciò in capo a qualche visita le si avrà assaggiate tutte; può essere, però, che qualche spina cambi secondo la stagionalità. Per una media bianca e una media rossa di importazione abbiamo pagato 11.00 euro, e francamente non so esprimere un giudizio su questi prezzi, perché non conosco le quotazioni delle etichette. Commentate, se le sapete!

Oltre che per il coraggio di iniziare un’avventura imprenditoriale di questi tempi, secondo me il pub Murphy va premiato perché contribuisce a rivitalizzare una zona di Trieste che, dopo il fallimento della libreria Fenice, stava andando blandamente in malora.

Durante la mia visita, poi, non ho trovato nulla che non andasse… certo, fosse mio avrei fatto un paio di scelte diverse, e non sono uscita accesa d’amore come è accaduto altrove, ma credo di poterlo imputare al gusto personale, e di poter consigliare senza tema almeno una visita a questo pub, dal quale non penso uscirete scontenti.

… Anzi, qualcuno c’è già stato (tipo: Giulio)? Avete assaggiato qualcosa di diverso? C’è un’esperienza che volete condividere?

 

3 thoughts on “Pub Murphy’s – Galleria Fenice, Trieste

  1. martin

    Ciao cara, grazie mille per la recensione. Io sono il cuoco diurno del locale (a parte i martedì e ogni secondo sabato che faccio la sera) e se ti può interessare qualche aprofondimemto, foto dei piatti o quant’altro chiedi pure. La scelta è abbastanza ampia visto che cambio i piatti ogni giorno e pet quello che mi è possibile seguo il concetto di stagionalita’, anche se convincere la gente a mangiare qualcosa di “diverso” dai soliti 4/5 piatti e veramente dura, però io ci credo e piano anche e miei clienti….

  2. martin

    Ah si quasi dimenticavo….Per pranzo facciamo anche per asporto ed a breve sino in programma veri e propri lunch box studiati per chi ha fretta e deve scappare via. Per chi ha problemi con intolleranze varie, troverà sempre un piatto senza latticini o privo di glutine. In dispensa ho sempre una pasta per celiaci, se possibile uso la maizena al posto della farina ed un occhio di riguardo per i vegetariani… Per le salsine peccato che non sei passata quando ci sono io. Se riesco preparo una versione alternativa della salsa bbq che si sposa perfettamente alle patate rustiche o una crema al hren (se trovo delle buone radici).

  3. Larry Post author

    Devo proprio tornare, così posso farmi preparare qualcosa senza glutine, per poi ammazzarmi lo stesso raddoppiando la dose di birra senza sensi di colpa, avendo ottenuto un “bonus glutine” col cibo!

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