UAUACàpcheic: cupcake per UAUAcademy

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Vi ricordate di UAUAcademy, lo spazio di Trieste in cui vengono periodicamente organizzati corsi full-immersion sui temi cruciali della comunicazione digitale?

Ci sono tornata ieri, per un seminario sulla content-strategy tenuto da Miriam Bertoli (se conoscete me e non lei c’è qualcosa che non va, ma potete rimediare), che a momenti ero così grulla da perdermi, ma che con un colpo di culo dei miei sono riuscita a seguire, uscendone entusiasta.

La cosa ci riguarda perché, per non farmi ricordare come la signora grassa che sfascia il proiettore al suo passaggio, ho portato un vassoio di cupcake, in modo da restare impressa come “la signora grassa che sfascia il proiettore al suo passaggio, ma almeno porta i cupcake”

I dolcetti che ho portato al corso di Miriam sono riusciti meglio di quelli che avevo portato al corso di Skande, perciò eccovi la ricetta, opportunamente messa a punto.

 

 

 

Per le basi dei cupcake

 

  • 150 grammi di yogurt bianco intero
  • 150 grammi di olio di girasole (o di mais)
  • 150 grammi di zucchero integrale di canna
  • 50 grammi di cacao in polvere (“El ceibo”)
  • 50 grammi di farina di cocco
  • 250 grammi di farina di frumento 00 (bianca sì, mi sono arresa)
  • 50 grammi di fecola di patate (l’ingrediente segreto!)
  • 2 uova
  • una bustina di lievito istantaneo per dolci

 

Per la guarnizione

  • 200 grammi di formaggio quark compatto
  • 50 grammi di burro
  • 50 grammi di cioccolato fondente
  • 20 grammi di zucchero

 

 

La chiave sta nell’aver modificato ingredienti e dosi, poiché il procedimento è sempre lo stesso: si sbatte tutto assieme nel robot e si frulla finché non si ottiene un composto omogeneo.
Lo sbattitore elettrico a immersione funziona ugualmente in modo egregio.

Noterete che non è necessario montare a neve le chiare d’uovo, ecco perché io faccio praticamente tutto con questa ricetta.

 

Le differenze sostanziali con la precedente versione consistono nell’uso di farina bianca – che è il demonio, lo sappiamo, ma permette perfino a me di ottenere dolci soffici – e nell’impiego di una parte di fecola di patate, altra grande alleata per una lievitazione sfioccata.

Potete mettere più o meno zucchero, togliere il cacao e/o il cocco, ma su farina e fecola non c’è grande spazio di manovra.

 

I cupcake: partiamo dalle basi!

Quando l’impasto per le basi dei cupcake è pronto – basta frullare tutto per due o tre di minuti, è un impasto fluido e non occorre di più – lo si distribuisce nei pirottini e si inforna in forno caldo a 180°C.
Non riempite troppo i pirottini, altrimenti l’impasto, lievitando, aumenta di volume prima di solidificarsi e straborda; e fa un cesso nel forno.

Mentre i cupcake cuociono, noi brave cuochette puliamo la cucina, perché i cupcake potranno essere guarniti solo dopo che si saranno completamente raffreddati, quindi è inutile affannarsi a preparare la guarnizione.
Poiché, poi, la guarnizione è a base di formaggio fresco, io li ho guarniti poco prima di uscire di casa, e suggerisco di guarnirli prima di servirli.

Occhio che, se sono piccoli come i miei, cuociono in 10/15 minuti: sbrigatevi a pulire!

Preparazione della guarnizione

[bctt tweet=”Di cosa mai è fatta la guarnizione dei cupcake?” – si interrogano le genti.”]

Si sa che è fatta di quark, ma molti credono sia solo una leggenda, poiché chi ha provato ha ottenuto una cremetta flaccida e impregnante, di consistenza variabile fra la Pasta del Capitano e… non diciamolo, chi ha figli ha capito.

Ebbene, come spesso accade, io conosco la Verità: la guarnizione dei cupcake è fatta veramente di quark, ma non solo di quello; bisogna metterci il burro, altrimenti cede.

Si fa fondere il burro e lo si unisce, in una ciotola, al quark, montando il tutto con lo sbattitore elettrico. Si dolcifica a piacere e si aromatizza secondo la ricetta; nel nostro caso, mettiamo scaglie di cioccolato fondente come se domani finisse il mondo e un po’ di zucchero, tanto per mascherare il gusto del formaggio e mantenere l’alone di mistero sulla composizione della crema.

Si schiaffa il tutto in frigo per un po’, perché, dopo la lavorazione, il composto è troppo liquido per essere messo sui dolcetti. Con il freddo, il burro tornerà solido, dando più struttura al composto.

Affinché passi nel sac-à-poche, il composto va comunque tolto dal frigo una ventina di minuti prima di usarlo, altrimenti fate una fatica immane e la decorazione viene brutta (tipo la mia – avevo fretta e ho usato una siringa spuntata), il che – capirete – per un cupcake, la cui popolarità è fondata sull’estetica, non è un bene.

Ora non vi resta che imballarli come una testata nucleare a portarli a destinazione, guardando le persone che incontrate per strada con la faccia di Bruce Willis con in mano la bomba sulla metropolitana di New York.

Un paio di altre cose che so sui cupcake

Sono maschi.

Certo, sono frivoli inutilmente leziosi, tanto che sono l’emblema della decadenza della civiltà occidentale, ma sono maschi, e posso provarlo.

Il termine è un prestito dalla lingua inglese; in inglese è di genere neutro, l’italiano non ha il neutro e – da che mondo è mondo – il neutro entra in italiano nel maschile.

forum (lat., sost., n) –> forum (it., sost., m)
goal (ing., sost., n) –> goal (anche gol, it., sost., m)
cupcake (ing., sost., n) –> cupcake (anche gol, it., sost., m)

Perché dovrebbe fare eccezione? Non stravolgiamo i meccanismi che funzionano!

 

Sono “unici”.

Non complichiamo le cose semplici: è un prestito, e il plurale dei prestiti non si declina.

2 x forum = due forum
2 x goal = due goal (gol)
2 x cupcake = due cupcake

 

… e al corso in UAUAcademy cosa ho imparato?

Che post come questo si pubblicano prima di andare al corso, così se qualcuno ti chiede la ricetta puoi condividere subito il link.
Ma, per farlo, ci sarebbe voluta, alle spalle, una content strategy che non avevo ancora elaborato!

4 thoughts on “UAUACàpcheic: cupcake per UAUAcademy

  1. Pingback: Plus cupcake: nuove ricette | Larrycette

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