S.O.S. TATI

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(Tati, ti prego, salva questa phalenopsis!)

Ho pensato di interrompere la serie orientistica per dare un po’ di movimento all’home-page, altrimenti sembra che ci sia sempre lo stesso post, anche se siamo giunti ormai alla quarta puntata.

Non crediate che abbia scritto male il titolo di questo post: sto proprio chiamando in mio soccorso la mia piccola lettrice Tati, che – come avrete già scoperto dall’elenco dei blog a fondo pagina – è un’esperta di orchidee.
Questa è una delle sue:

Ho pensato, quindi, di scriverle un’e-mail per chiederle un suggerimento personalizzato per il mio caso disperato, poi ho pensato che i miei piccoli lettori stessero morendo dalla voglia di essere messi a parte delle mie disavventure botaniche.

Dovete sapere, infatti, che io ho il pollice merda.

 

 

Ogni vegetale in mia presenza manifesta in breve tempo segni di cedimento e muore orrendamente nel giro di poco, nonostante le cure amorevoli di Zzi, che – invece – è decisamente portato. Anche l’insalata va a male prima se sono io a riporla in frigo.

Al contrario, Zzi, è un provetto botanico e si prende cura con amore di queste silenziose creature, che gli sono così affini caratterialmente. Ultimamente s’è intrippato con i bonsai… ma magari il filone vivaistico del blog lo inauguro un’altra volta!
A dispetto della sua attitudine e del suo interesse, dicevo, con le orchidee proprio non ci acchiappiamo, facendone sistematicamente strage.

 

Storia di una phalaenopsis.

Vittima della nostra inettitudine e della nostra ostinazione è stata, ormai mesi addietro, una phalaenopsis comprata al banchetto dell’Unicef in occasione della festa dei nonni.
Questo tipo di orchidee, oltre che essere poco costose rispetto agli altri membri della loro famiglia, si direbbe anche piuttosto facile da far sopravvivere, a giudicare dall’esponenziale diffusione.
Non c’è negozio che non sfoggi una phalaenopsis in vetrina, fiorita e rigogliosa; non c’è ristorante o albergo che non la esibisca nel proprio ingresso, non c’è conoscente che non la ostenti in ogni angolo della sua casa.
Eppure, la nostra non ce l’ha fatta ed è puntualmente perita, credo per annegamento.

Sulla coltura di queste orchidee, infatti, ciascuno ha la sua teoria: c’è chi dice che non vanno annaffiate, ma solo nebulizzate, chi dice che vanno abbeverate per immersione del vaso, chi ammonisce di bagnarle abbondantemente e di rado, chi frequentemente, ma in dosi omeopatiche, chi di seguire una via di mezzo fra i due comportamenti chiosando con “tanto lo capisci da te quando è il momento”.

Noi le abbiamo provate tutte, evidentemente sempre al momento sbagliato, causando il decesso della sventurata che, fra le trenta e più piantine messe in vendita al succitato banchetto dell’Unicef, è stata scelta da me.

Poiché ha ancora foglie succulente, non abbiamo il coraggio di dichiararne la morte e confidiamo che sia in una specie di coma, che, però, siamo consapevoli di non essere in grado di invertire.

 

Lancio dunque un appello a Tati: salva questa orchidea!

Dicci dove potare, dicci come tagliare, dicci quando invasare, dicci se concimare, dicci se rinvasare.
Soprattutto, partiamo dai fondamentali: dicci quanto annaffiare e dicci dove collocare.

Oltretutto, non paghi delle molte vite spezzate, abbiamo recentemente preso un’altra orchidea, al momento in cui scrivo ancora viva, giurando che sia l’ultima se non riusciamo a tenerla in vita almeno sei mesi (ci diamo obiettivi realistici).
Sebbene si direbbe di una specie diversa (ha petali più appuntiti e di color rosso fiammante), smettere di andare a tentativi potrebbe giovare alla sua coltivazione.

10 thoughts on “S.O.S. TATI

  1. tati

    sto ridendo come una matta da circa un quarto d’ora… dovete tutti sapere che io non sono assolutamente un’ “esperta di orchidee”. ahahah, è un titolo troppo grande per me che ancora commetto orchicidi! sì tranquilla Larry, ogni tanto ne muore qualcuna anche a me (è che avendone tante non fa scalpore) ;)
    Puoi tranquillamente tagliare alla base i due steli sfioriti. Se fossero rimasti verdi potevi lasciarli perchè potrebbero rifiorire, visto che son seccati li tagli. tranquilla non è colpa tua, è normale ;)
    Annaffiature: vanno fatte per immersione del vaso (di quasi tutto il vaso intendo, in modo che si bagnino anche le radici più in alto, ma non troppo da bagnare il fusto della pianta). le nebulizzazioni vanno bene basta che non l’anneghi! servirebbero più che altro per inumidire le radici che stanno fuori dal vaso (io per esempio non nebulizzo mai). Occhio a non far andare acqua tra le foglie! Io solitamente le bagno una volta ogni 2 settimane in inverno, un volta alla settimana d’estate.. se le tengo fuori e fa molto caldo anche un po’ più spesso. L’indice per capire quando bagnarle sono le radici: se sono argentee vanno bagnate, se sono verdine non è ancora il momento.
    Collocazione: tienila nel posto più luminoso che hai, possibilmente vicinissima ad una finestra. in inverno occhio che non sia altrettanto vicina ad un termosifone acceso perchè non va bene. d’estate la puoi anche tenere fuori ma non al sole diretto (le mie sono a est ma protette da una tendina).
    Sarebbe bello vedere una foto più ravvicinata del vaso per vedere se le radici sono ‘belle’, l’importante è che siano grigio/verdi e gonfie e non sgonfie e marroncine.
    E poi: armati di pazienza! se pensi di rivedere dei fiori da qui a breve… mi spiace ma non li vedrai in così poco tempo! Tu lasciala lì, non guardarla ogni 3 ore per vedere se si è mossa. L’importante è che nel frattempo ‘vegeti’: vedrai spuntare nuove foglie dal centro, vedrai spuntare nuove radici o allungarsi quelle vecchie (le riconosci dalla punta verdina). e prima o poi rifiorirà!
    prendi con le pinze tutto quanto sopra detto… queste poche nozioni le ho imparate leggendo alcuni forum, lì ci sono i VERI esperti!

  2. susina

    leggere i forum per me é troppo impegnativo, preferisco chiedere direttamente a tati, anche se non ho questo stile davvero larrysh! comunque fidati, io faccio le cose che ti ha detto e va benone! la ragazza é molto modesta, ma é innegabilmente brava con le orchi. susidicogoleto

  3. susina

    se la mettiamo sui numeri bisogna essere precisi: forse in termini percentuali sono fiorite più orchi a me che a te, ma in termini assoluti di numero di fiori, purtroppo sono molto indietro (sempre a causa della poca luce, spero, e non della mia poca abilità). comunque sia, danno veramente soddisfazione, soprattutto quando vai via e le disgraziate hanno un’esplosione di vegetazione (spero di fare un post nei prossimi giorni…). un sorriso, susidicogoleto

  4. tati

    no susi, meglio non metterla sui numeri con un ignegnera, te sei troppo precisa, io dicevo per dire. :P
    comunque hai ragione, il mio motto per le orchidee è “meno le caghi, meglio stanno”!

  5. Lucy Van Pelt

    Mia sorella è fiorista e una volta ha fatto mettere a mia madre un fiore di orchidea finto in una pianta sfiorita, ebbene la pianta ha fatto ancora i fiori (sua spiegazione scientifica: “è come se tu le provocassi dicendo loro loro se la prendono e rifioriscono”)! Altri suggerimenti: mettere in piena luce, ma non sole diretto, quando sfiorisce, tagliare solo la parte secca del gambo, bagnare poco ed evitare i ristagni.

  6. Lucy Van Pelt

    tra “loro” e “loro” è misteriosamente sparito “ti metto un fiore finto tanto tu non fiorisci”

  7. Larry

    Ma… ma… ma è un’ide geniale, come ho fatto a non pensarci? Provocarle!

    Seguirò senz’altro i consigli di Tati, ma poi la sfiderò a sfiorire con il fiore finto.
    Dici che si accorge se il fiore finto non è una finta orchidea?

  8. tati

    non sapevo questa del fiore finto, ma ho sentito anch’io che sono più stimolate a fiorire se vicine ad altre orchidee fiorite.. della serie ‘dai facciamo comarò fioriamo tutte quante’. a me quest’anno ne sono fiorite 4 nello stesso periodo.. quelle che non sono fiorite devono essere della grandissime associali. sgrunt!

  9. Pingback: LARRYCETTE » Blog Archive » Wrecking Ball Tour 2012, Colonia [8]

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