Sangue. Sudore. Lacrime. Extrem-or 2010, 17-19 Luglio, circa Krajna Vas [2]

Prima di tutto facciamo gli auguri alla nostra amica Serenút, che ha compiuto 21 anni.

Durante il secondo giorno di gara, alimentati secondo i più rigidi schemi del nutrizionismo agonistico, i nostri eroi hanno affrontato le più spaventose intemperie: tuoni, fulmini, pioggia, grandine, vento, fango, occhiali appannati.

Come da copione, Zzi si perde alla seconda, il Celere Capellone ci mette un po’ ad entrare in cartina, ma poi si rifà alla grande, Lucy opta per vivere, i coniugi K creano un simpatico diversivo chiudendosi a vicenda fuori dalla macchina.
Zitto zitto, quatto quatto, Rem fa di nuovo una bella gara e sembra divertirsi un sacco.

Quando, in tardissima mattinata, esco di casa io, la giornata si sta facendo soleggiata e limpida. Per pranzo scegliamo ancora una pivovarna, confidando che giungere ad un orario più consono permetta alla nostra amica di non ridursi a muschi e licheni. La scelta cade sul collaudatissimo Orient Express a Divaccia, punto di riferimento delle gite fuori porta triestine, dove c’è sempre posto, ci sono un sacco di pietanze tra cui scegliere, c’è tanta birra. Stavolta le previsioni si rivelano esatte, anzi scopriamo che, dall’ultima volta che ci siamo stati, il locale, pur rimanendo rustico e familiare, è diventato leggermente più raffinato, c’è un’ invitante griglia all’aperto dove si prepara anche il pesce fresco esposto e l’offerta di pietanze è più ampia di quanto ricordassimo. I prezzi sono sempre contenuti e la birra è sempre buona. A volte mi sorprendo ancora di come la Slovenia sia una nazione formidabile, io voglio lei un bene fortissimo, in certi momenti.

Lucy finalmente può sfogarsi sul pesce, noi ci buttiamo sulla vešalica, cioè il filetto di maiale farcito con formaggio e cotto alla brace, per giunta servito su una pagnottina deliziosa con una salsetta salata di glutammato e aromi sospetti che intasa le coronarie solo a guardarla, ma che è tanto saporita e ci sta proprio bene, e un fiocchetto di burro alle erbe sopra, che si sa mai che il piatto non fosse abbastanza nutriente!
Io – che avevo già mangiato circa sei etti di burro spalmato sul pane con il pretesto della tartara di antipasto – sono sufficientemente soddisfatta da rinunciare al dolce. Le M-fogne si danno alla palatschinka [secondo la grafia tedesca, perché wordpress supporta la /s/, ma non la /c/ e la /z/ con il diacritico] al cioccolato. Nel dubbio, ne faccio comunque fuori mezza al povero Zzi, Rem offre a malincuore un boccone a Lucy, quini erige con ammirevole disinvoltura intorno al suo piatto una barricata di bicchieri, centrotavola e cavalli di frisia fatti incastrando le posate. Grappa.

La sera sono talmente provati che non si fanno vivi e vanno a nutrirsi autonomamente a Duino, il cui litorale cercano di raggiungere a piedi dall’alloggio, perché sono atleti.
L’orientista che è in loro [che è assai più prepotente di quello che è in me] li conduce lungo un sentiero che si fa sempre più stretto, ma la musica nella musica e il rumore di stoviglie li persuade di essere nella direzione giusta, e proseguono in direzione del mare nella natura sempre più ostile, finché non giungono sul margine della cava. Davanti ai loro piedi il nulla con le pietre intorno, come polvere sulla polvere e un salto di quindici metri [orientarsi a orecchio è un errore che io stessa ho imparato a non commettere più!]. Dopo una rapida valutazione sull’opportunità di scendere a mare lungo il sentiero che costeggia la cava, vincono la naturale ritrosia dell’orientista a ripercorrere una strada già fatta e vanno a prendere l’automobile come due civili. Sono atleti, mica stupidi.

Il lunedì ha luogo la terza e ultima prova. Stavolta il clima è ideale: soleggiato, ma non torrido. Zzi inverte la rotta e si perde alla penultima – dopo una gara fino a quel momento molto buona –, gli altri esponenti della nostra giovane, ma rispettabile, società si difendono bene, Lucy conclude con onore la sua gara, Rem vince: set, game, match: come un diavolo in un fulmine partecipa per scherzo alla competizione e si classifica primo, portandosi a casa una bottiglia di terrano e un CD di musica slovena capaci di scatenare una danza vertigine [se assunti insieme]. Io apprendo la notizia quasi subito, quando al telefono Zzi mi dice anche “Ascoltami, tu! Si fermano un altro giorno, li ho invitati a cena”. Ottimo, io sono in edicola fino alle 18, non c’è niente in frigorifero, non ho tempo di fare la spesa e tanto meno di cucinare, la casa è la solita latrina, non saprei cosa offrire a una vegetariana, che non stia già mangiando da tre giorni, e ho pure un po’ le mani che sudano.
Però sono contenta. Passato il primo panico sono felice di condividere nuovamente un pasto…tanto sono orientisti, sono persone pratiche e abituate ai disagi, si ospitano così: con grazia plebea.

Di primo trofie col pesto, di secondo formaggi di Basovizza e per dolce li incoccono di tiramisù. È la mia ultima occasione e cerco di prenderli per sfinimento.
Sono giorni, infatti, che cerco di persuaderli a tesserarsi con la nostra giovane, ma rispettabile società, poiché, pur non esistendo un vero e proprio Ori-mercato, ho capito che il miglior contributo alla società che io possa portare è quello di far gareggiare per noi atleti buoni [in aggiunta a quelli che già ci sono], che possano compensare le mie scarse – in senso qualitativo certamente, ma anche quantitativo – prestazioni. Cerco anche di farli ubriacare, ma sono atleti, sono assennati e non si lasciano irretire. Conto di farli capitare a tiro del nostro Previdente Presidente che è persuasivo come le sirene di Ulisse e il suo grido bellissimo fa tesserare tutti quanti. Poi, certo, per loro le riunioni di società potrebbero risultare un po’ fuori mano, ma non è che a parte magnar e bèvere si faccia molto altro, durante quegli incontri.

Finisce così, alle 23,30 dell’ultimo giorno di gare, la mia esperienza all’Extrem-or.
Devo dire che mi è piaciuta molto, anche se mi aspettavo una partecipazione maggiore di atleti; probabilmente la prossimità territoriale e cronologica con l’O-O Cup ha un po’ penalizzato l’organizzazione, che peraltro è la stessa dell’O-O Cup, che però ogni anno ama sorprendersi programmando le gare in conflitto con le proprie [e lamentandosi per questo].

Più di tutto mi è piaciuto il filetto di maiale farcito alla brace. L’unico rammarico è stato non essere riusciti a gustare il gelato di Toni, ma confido che dal gennaio prossimo, dopo i tesseramenti 2011, ci saranno più numerose occasioni!

????????????????????????????????

Ve ne siete accorti? C’è una canzone nascosta in questi due post sull’Extrem-or. Non tutta, ma solamente alcuni riconoscibilissimi stralci [versi, mezzi versi, parole chiave] sono stati inseriti qua e là.

Vince dieci punti chi non solo riconosce la canzone, ma ne elenca tutti gli stralci riportati [che non vi dico quanti sono], quindi fate molta attenzione quando rispondete, per non aiutare troppo gli avversari.
È considerata risposta esatta quella che per prima li contiene tutti, quindi – man mano che darete risposte parziali – dovrete ripetere l’elenco.

Rispondete, però!

13 thoughts on “Sangue. Sudore. Lacrime. Extrem-or 2010, 17-19 Luglio, circa Krajna Vas [2]

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  2. susina

    meno male che ho deciso che non partecipo al gioco, perchè questa è davvero troppo difficile. sogno solo le trofie, stasera mi consolerò con trenette al pesto, che ho giusto il vaso sul poggiolo se sta andando in semenza :-(
    buona domenica, susidicogoleto

  3. rem

    paolo conte – elisir

    >Molto di più di una donna qualsiasi!
    >io voglio lei un bene fortissimo
    >dove tutto è niente
    >musica nella musica
    >Il luogo com’è?
    >nomadi
    >Ascoltami, tu!
    >uomo di Neanderthal
    >Tangeri
    >C’è qualcuno tra voi
    >una danza vertigine
    >che tolga le scarpe e le calze alle femmine
    >come polvere sulla polvere
    >così: con grazia plebea
    >le mani che sudano
    >che offrono a noi
    >caro elisir
    >come un diavolo in un fulmine

    cmq complimenti Larry e cito anch’io…
    If you must write prose and poems
    the words you use should be your own
    don’t plagiarise or take “on loans”

    :-)

  4. Elisa

    Non c’è gusto … ed io che volevo dedicare 20 minuti della pausa pranzo per leggere, rileggere e rispondere. Troppo veloci questi orientisti! :)

  5. marirosa

    paolo conte – elisir

    >Molto di più di una donna qualsiasi!
    >io voglio lei un bene fortissimo
    >dove tutto è niente
    >musica nella musica
    >Il luogo com’è?
    >nomadi
    >Ascoltami, tu!
    >uomo di Neanderthal
    >Tangeri
    >C’è qualcuno tra voi
    >una danza vertigine
    >che tolga le scarpe e le calze alle femmine
    >come polvere sulla polvere
    >così: con grazia plebea
    >le mani che sudano

    offrono a noi

    >caro elisir
    >come un diavolo in un fulmine

    grido bellissimo

  6. Larry Post author

    Tsé!
    In gara mica puoi leggere e rileggere…
    Colpo d’occhio, capacità di lettura, competenza, celerità: queste le doti del buon orientista.
    …poi, se si aggiunge anche un’analisi attenta e minuziosa del codice, si ha un provetto atleta di trail-o.
    Ma non potevamo mandare Marirosa in Svezia? Così, tanto per tenere alta la bandiera!
    10 punti e gli scontati complimenti, prima o poi faccio i conti

  7. Nini

    Cavoli, ci stavo lavorando ma il mio non stare al pc durante la giornata di ieri mi ha tristemente inchiappettata.

  8. Madame K

    Son qui che mi lecco ancora le ferite e tu… tu non racconti che son salita sul podio anche io?! :'(
    Guarda che non è facile arrivare sempre seconda su due, eh! :o)

    PS: se volessi una copia del CD non hai che da chiedere!

  9. Pingback: Krajna Vas 19.07.2010

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