Seconda cena regionale: il Piemonte. Secondo Piatto: Tapulon (4)


Bene, sign-ori cari.
Siamo clamorosamente indietro con i resoconti culinari, quindi sarò telegrafica (l’ultima volta che l’ho detto ho scritto 1200 parole, di cui – però – 300 erano “stop”).

Abstract

Il tapulon: cos’è e come si prepara

Il tapulon è una specie di stufato di carne di asino, cotto con verdure e spezie, molto simile al “nostro” (di recente mi è stato fatto notare come io impropriamente parli come se fossi triestina) gulasch.

La differenza principale sta proprio nell’impiego della carne di asino, senza la quale il piatto è tremendamente simile a un qualsiasi altro spezzatino.

Materials and methods

Come io ho fatto il tapulon in 6 mosse

Ingredienti per quattro persone che hanno già mangiato una pizza:


polpa di asino: 8 etti;
lardo: 80 grammi (io ne ho usato un etto perché mi vergognavo a farmi affettare 80 grammi di roba);
aglio: 2 spicchi;
carote: 4 (le mie erano enormi, ne ho usate 2);
scalogni: 4 (io ho usato cipolle perché il mio spacciatore biologico-omeodinamico dice che adesso gli scalogni non ci sono, e io gli credo);
funghi champignon: 1 etto (è una quantità ridicola,  per la quale mi sono piegata al barattolo)
alloro: 3 foglie;
chiodi di garofano: 3
vino rosso: 1 decilitro;
brodo di carne: q.b. (io ho usato il brodo vegetale fatto con le verdure essiccate nel Biosec);
olio, sale, pepe, frizzi, lazzi, cazzi, mazzi.

Anche in questo caso, non ci vuole una laurea in ingegneria per cucinare questa tipica pietanza piemontese: si fanno andare le verdure in casseruola con il condimento e poi si aggiunge la carne di asino, gli ingredienti restanti e si fa cuocere il tempo necessario.

Trattandosi di una preparazione di carne, non richiedeva sostituzioni di ingredienti per incontrare le richieste della dieta GIFT.
È ovvio che non è un piatto GIFT, né un piatto genericamente dietetico, perché subisce una lunga cottura con grassi, ma, se si riducono tempi di cottura e condimenti, diventa insalata di sfilacci, che è un altro piatto.

Anche all’afflizione dei miei ospiti – e del mio palato, in primis – c’è un limite, dunque, e ho seguito passo a passo la ricetta, senza tentare di alleggerire in alcun modo la pietanza.
L’unica variazione che mi sono concessa è stato l’impiego di carne di manzo, perché sfido chiunque a trovare carne d’asino a Trieste (senza averla prenotata). La ricetta, comunque, indicava il manzo come possibile sostituto dell’asino, perciò, anche se non sono stata filologicamente fedele alla ricetta del tapulon, ritengo di aver realizzato una variante attestata.

Le 6 mosse per fare il tapulon

Mossa #1: in una casseruola capace, far rosolare il lardo nell’olio [per dare un po’ di sostanza, suppongo], con aglio e alloro.

Mossa #2: aggiungere le verdure mondate e ridotte in pezzi, e far cuocere per dieci minuti. Se necessario, bagnare con poco brodo.

Mossa #3: aggiungere alle verdure la carne grossolanamente tagliata; salare e pepare.

La ricetta specificava di salare la carne all’inizio della cottura. A me è parso molto singolare dover salare subito la carne, perché prevedevo che sarebbe rimasta dura e gommosa come una palla di elastici, tuttavia ho eseguito alla lettera, pensando che, se la ricetta dice di fare una cosa, chi sono io per contraddire la procedura?

Ricorderete che, con questo ragionamento, mi ero già fottuta con il secondo valdostano.

Mossa #4: Mescolate bene e schiacciate la carne con il cucchiaio per renderla compatta. [Mah! Sono un soldato ed eseguo gli ordini]

Mossa #5: Unite i funghi e i chiodi di garofano

I funghi avrebbero dovuto essere champignon freschi, lo sbaglio di usare quelli del barattolo è tutto mio e lo rivendico.
Per le ragioni che ben conoscete, sono la prima a sostenere che i cibi confezionati siano il Male, tuttavia ho pensato che per una volta avrei potuto fare un’eccezione, perché mi vergognavo ad andare dal bezagnino e chiedergli “un fungo” (un etto di funghi non può essere più di un fungo) e non ho avuto voglia di riempirmi la casa di funghi che non avrei saputo come cucinare. Soprattutto: non ci sono vermi (oppure non si riconoscono più).

La lista degli ingredienti – come vedete – fa cascare le palle, ma almeno c’è una consolazione: questa azienda dà lavoro agli stranieri e non teme il ridicolo facendo loro scrivere i testi promozionali sulle confezioni. Confesso che, se mi fossi accorta in supermercato di quello che è scritto sulla confezione, sarei più volentieri andata per fughi nel bosco, piuttosto che acquistare un prodotto così sprezzante delle più elementari regole espressive, ma essendomene avveduta dopo ho avuto modo di apprezzare lo spirito di accoglienza di questa azienda verso i parlanti non nativi dell’italiano. Non c’è pericolo, comunque, che ripeta il medesimo errore.

Mossa #6: bagnate con il vino, fate sfumare, e proseguite la cottura [coperto? scoperto? Non è dato sapere!] per quaranta minuti, aggiungendo brodo di tanto in tanto se necessario.

Conclusions

Non serve specificare che la carne è risultata durissima e fibrosa. Per fortuna i miei ospiti hanno buoni denti e buonissime maniere, e hanno comunque mangiato la schifezza che ho messo loro nei piatti; io, al loro posto, l’avrei sputata in faccia alla padrona di casa, ma grazie al cielo, io non frequento gentaglia come me.

Il sapore, va riconosciuto, non era malaccio, ma – grazie al cazzo – è difficile che lo stufato di carne abbia un cattivo sapore, se la carne è buona e gli ingredienti pure.

Per fortuna, mi sono leggermente ripresa sui contorni: peperoni gialli a filetti sottili, cotti al forno con olive verdi e acciughe salate (alici sotto sale, per chi sta al di là del Passo dei Giovi). Attenzione, però: non tutto insieme, come fa Elisa, aggiungendo anche qualche altro ingrediente segreto e sfornando, così, un prelibatissimo contorno, bensì, più semplicemente, in parte con le olive e in parte con le acciughe, per non turbare il sensibile palato di Papà.

 

 

 

 

 

Il resoconto del tapulon, seconda portata della seconda cena regionale, finisce qua (meno di mille parole, praticamente un messaggino!), ché voglio presto dimenticare questa disfatta e ho molte altre avvincentissime ricette da raccontarvi.

4 thoughts on “Seconda cena regionale: il Piemonte. Secondo Piatto: Tapulon (4)

  1. Larry Post author

    Potrei fare della satira politica sulla carne d’asino che abbiamo da queste parti, tolta la quale resta solo il drammatico racconto della vana odissea per procurarsi questa rara polpa equina.

  2. mariposa

    Il tapulon è una specie di stufato di carne di asino, cotto con verdure e spezie, molto simile al “nostro” (di recente mi è stato fatto notare come io impropriamente parli come se fossi triestina) gulasch.

    Potrei fare della satira politica sulla carne d’asino che abbiamo da queste parti…

    ancora Freud?

  3. Pingback: Larry a Komenda, Slovenia, 27 aprile – Campionato FVG 2013. “La menata lanterna per lanterna” – Lanterna 4 « Larry, Tsitalia e l' orienteering

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