The promise delivered (e condivisione di angosce)

• Oggi, 29 luglio, facciamo gli auguri alla Mamma di Fox, che ha compiuto 21 anni, ma facciamo anche un minuto di silenzio perché, in questo giorno, intorno al 1820, è nato anche il fastidioso riverbero dei dischi di Springsteen successivi al 1985, fenomeno noto in fisica col nome di Patti Scialfa •


 

Quanto mi piace usare titoli springsteenofoni per le mie cazzate, eh?

In realtà volevo solo rendere noto che l’ultimo premio messo in palio su questo blog è giunto a destinazione.

Si trattava di indovinare la canzone che facesse “ta ta ta ta tatta taaa”, e per primo ci è arrivato @Auloedus, l’affascinante follower scopritore delle #geocotolette, solo leggermente imbeccato dalla sottoscritta  (come tutti gli altri, del resto), che non faceva che condividere la soluzione attraverso Spotify.

Ecco la prova che la canzone fa effettivamente e incontrovertibilmente “ta ta ta ta tatta taaa”

 

A onor del vero, il primo a indovinare era stato un altezzoso orientista del nord-nord, troppo snob per commentare, che mi aveva mandato la risposta in via privata, pertanto non in modo valido.

[È un mese che aspetto di pubblicare la schermata del telefono per fargli vedere come l’ho memorizzato in rubrica]

Oggi è circolata su Twitter la prova che il meritato premio ha raggiunto il vincitore. La pubblico volentieri perché è da ottobre 2012 che Giulio GMDB aspetta la sua Maglietta Megalomane e ci tengo a far sapere che di solito onoro le promesse.

Giulio non deve disperare… o forse sì.

Nei giorni scorsi, mi sono riaccostata al cucito con rinnovato vigore, per realizzare un progetto fantasmagorico tutto frutto della mia mente bacata, ripromettendomi di finire, con l’occasione, anche la sua maglietta.

E poi Singie ha avuto un tracollo.
Singie – per chi fosse in ascolto da poco – è la nonna della Bernie della Giraffa, ovvero la Singer che lei aveva prima di passare ad un’avanzata Bernina (per questo salta due generazioni in una).
Quasi non cuce più, fa delle enormi matasse di filo sul lato di sotto della stoffa.
L’ho pulita, spolverata, sventolata, oliata; ho cambiato la tensione del filo, ho cambiato lunghezza del punto, ho cambiato direttamente il filo.
L’ho spenta e riaccesa.
Continua a fare i groppolotti e non so cosa fare.
Sono disperata.
Sono all’inizio di un progetto monumentale, ho un grosso debito d’onore e sono senza una macchina di valore sentimentale inestimabile, anche per me, che ho sempre preferito il suo energico pragmatismo tedesco al lezioso perfezionismo svizzero della stronza con cui era stata spietatamente rimpiazzata.

È come essere nel bel mezzo del bosco e all’improvviso ti si spappola la carta: non solo non puoi finire quello che stavi facendo, che magari poteva anche venire bene, non solo sei parecchio nei guai perché non sai dove andare, ma hai perso uno strumento importante, al quale tenevi moltissimo per ragioni tutte tue, che sono sempre le più valide.

Domani potrei dover decidere fra l’accanimento terapeutico (il mio stile in tutte le situazioni della vita) e l’eutanasia (l’ipotesi accettata dalla Giraffa, per questo caso specifico).

Mandiamo una pacca sulla spalla al paziente Giulio e ammiriamo il premio di Auloedus, perché potrebbe essere l’ultima cosa cucita da Singie.

One thought on “The promise delivered (e condivisione di angosce)

  1. Giraffa

    Complimenti al vincitore e, ancora una volta, al coautore del grembiule!
    Attualmente Singie è in ostaggio di un aggiustatutto di dubbia fama, mentre noi due abbiamo passato mezza mattina a farci una cultura geo-socio-politica (vabbè, anche un po’ tecnica!) sulle macchine da cucire. Ma il futuro del nuovo megaprogetto di Larry è ancora in bilico… Aspettiamo presto, anzi prestissimo, nuovi aggiornamenti!

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