Tratti accomunanti e distintivi tra SAL della Giraffa e una gara di orienteering [1]

Come i più attenti di voi sapranno, o avranno notato dai nuovi link nella barra laterale, qualche settimana fa la Giraffa ha indetto il suo primo SAL, e io non ho potuto esimermi dal prenderne parte.
Che significa SAL? Diranno subito i miei piccoli lettori.
SAL sta per “stitching a-long“, ed è una pratica che consiste nel formare una gruppo di persone che ricama, ciascuna per conto proprio, il medesimo soggetto, rispettando tappe di lavoro decise dalla CapoSAL. È una specie di gruppo di lettura, solo che si ricama.

Essendo io la cosa più lontana da una ricamatrice dopo uno spacciatore portoricano, mi sono accostata con la consueta incoscienza all’impresa, ignorando che facesse per me quanto una gara di orienteering, con la quale, peraltro, presenta angoscianti analogie, come scoprirete proseguendo la lettura.

 

Differenze e analogie fra l’orienteering e il SAL della Giraffa (punto croce)

 

1) C’è un ago.

Sebbene già osservata, non è questa la sola analogia tra punto croce e orienteering ed è, inoltre, solo superficiale.
A differenza che nell’orienteering, infatti, il cui ago è largo, piatto e visibilmente colorato, oltre che messo al sicuro in un contenitore sigillato, l’ago per il punto croce è piccolo, sottile e color metallo. È così piccolo che a stento lo ri riesce a tenere in mano e bisogna comprarne una scatola intera per sperare di procedere un po’ con il lavoro, perché se ne fa fuori una mezza dozzina solo cercando di infilarci il filo, manovra durante la quale l’infido oggetto prilla fra le dita finendo perso per sempre fra le fessure del parquet o i cuscini del divano.
Pare che i gatti – e gli animali domestici in generale – siano maestri nel rintracciare gli aghi smarriti: di solito li ingoiano, si feriscono lo stomaco e vanno operati d’urgenza, quindi, se a casa vostra c’è un piccolo amico peloso o squamoso, optate senza dubbio per l’orienteering, o ricamate seduti su un’enorme calamita.

 

2) C’è un foglio con simboli spesso incomprensibili.

Che sia una mappa o uno schema, sia chi pratica l’orienteering che chi prende parte a un SAL si trova alle prese con un foglio che riproduce in modo schematico una porzione di realtà. Nel caso dell’orienteering, il referente di cui la mappa è il segno esiste già, ed è il terreno cartografato; nel punto croce, tale referente non esiste ancora, perché è il ricamo che verrà man mano realizzato.
A differenza della mappa, che è a colori, lo schema del SAL è in bianco e nero, la qual cosa, paradossalmente, si rivela più leggibile nei casi in cui si accostino sfumature molto simili (è più facile che l’occhio umano distingua un cerchietto da una sbarra, piuttosto che una tinta “glicine acceso” da un “pervinca rosato”).
Entrambi i fogli riportano una simbologia per iniziati incomprensibile al neofita.

 

3) I colori sono importanti e conviene rispettarli.

Sulla mappa o sullo schema, i colori (o i simboli che li rappresentano) non sono messi a caso.
Nell’orienteering sono fondamentali, perché dicono all’atleta che caratteristiche ha il terreno che sta per incontrare, permettendogli, quindi, di scegliere se infilarsi a tutta velocità in un groviglio di rovi, dove probabilmente lo attende un drago intrappolato lì dal medioevo, o buttarsi giù da un  dirupo roccioso (vi ricordo che l’orienteering è lo sport “per tutti”).
Nel punto croce sono altrettanto rilevanti perché il rispetto scrupoloso della disposizione e delle tonalità dei colori è ciò che garantisce la buona riuscita di un ricamo. Più  il ricamo è articolato e ricco di sfumature, più il rispetto dei colori dovrà essere rigoroso, altrimenti alla fine non si capiscono più le forme.

Nel caso specifico di questo SAL, lo schema è piuttosto semplice e, poiché il progetto originale prevede l’uso di filati particolari difficilmente reperibili sul mercato, è già proposta una variante di colori. Io mi sono detta che, siccome il mio ricamo sarebbe risultato comunque diverso dal modello perché non avevo i filati “ufficiali”, tanto valeva scegliere dei colori che mi piacessero di più, così ho trasformato arbitrariamente la stucchevole scala di rosa in una (molto più orientistica) scala di arancione. Di conseguenza, ho optato per un marrone più tendente al giallo che al viola, affinché si armonizzasse meglio.
Infine, essendomi parso di sentir dire che i filati ufficiali sono sfumati, ho usato due verdi anziché uno solo, distribuendoli sulla tela alla “come cazzo viene, viene”.
Questo non lo avevo ancora detto alla Giraffa, che temo mi farà disfare la maggior parte della prima tappa e rifarla con un verde solo. Ma mi si dovrebbe almeno riconoscere l’ingegno.

[Continua (presto!)]

9 thoughts on “Tratti accomunanti e distintivi tra SAL della Giraffa e una gara di orienteering [1]

  1. Francy

    Uh guarda io ti riconosco già l’ingegno delle farfallone portafilo fatte in casa, vuoi che mi metta a discutere sui colori??
    Sappi che così ti sei inguaiata da sola, perchè ora sei costretta a tenere il ritmo e finire, siamo tutte curiosissime di vedere come verrà con questi colori, la casa madre potrebbe perfino farne una versione ufficiale.
    CapoSAL entusiasta

  2. Faby

    Chissà che mi credevo e invece la ragazza mi ha stupito alla grande…e poi le farfalline hand made sono uno spettacolo e non dobbiamo neanche aspettarti che hai già quasi finito la tappa…che dire sei una sallina perfetta…

  3. Larry Post author

    Grazie, siete molto carine a incoraggiarmi, ma non datemi troppa corda, o un giorno tutto questo vi si ritorcerà contro ;-p

  4. Anna

    Larry!
    che spasso leggerti!
    L accostamento di colori che hai fatto è perfetto e ti calza a pennello!
    quanto alle analogie… hihihi solo tu potevi coglierle!
    è davvero bello averti nel gruppo
    ;o)

    Anna

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