Un prestigioso podio (ma non per me)

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Primo agosto.
Come tutti-tranne-me sanno, oggi è il compleanno del nostro adorato Speaker.

Per festeggiarlo, pubblico un articolo di orienteering, ma… badate bene: non una solita oriminchiata delle mie, bensì un vero resoconto orienstico, scritto da un vero orientista, che ha davvero svolto una gara (anzi, due) di orienteering… insomma, una cosa che – in circostanze normali – non c’entra un cazzo con questo blog.

Mi preme profondermi in ringraziamenti all’autore dell’articolo, generosissimo nel cedere l’ottimo materiale.

Incidentalmente, il pezzo giunge provvidenziale, perché io sono un tantinello indietro col regalo per lo Speaker (ma meno indietro che con la maglia di Giulio) e questo guestpost arriva a pararmi saldamente il culo in zona Cesarini.

Ma chi è la prestigiosissima firma caduta così in bass…  che si aggiunge alla già folta schiera di stimati ori-contributors di Larrycette?
Nientepopodimeno che Gilberto, Signore e Signori, l’ori-blogger che, mentre io a malapena lamentavo i primi, lievi, traumi da orientamento nella tutto sommato innocua Ungheria, già stava sui coglioni a mezza FISO, perché faceva le pulci a tutte le gare a cui andava, che erano tantissime.

Chi segue anche online l’orienteering sarà entusiasta (ed esterrefatto dal luogo) di ritrovare

Zonori (e il podio finlandese)


Un altro italiano sul podio

Un guest post di Gilberto

(impunemente formattato da Larrycette)

 

 

Dal nostro inviato (spesso e volentieri affanculo) P.I.

Dopo l’ottima performance agli JWOC, un altro risultato, anche se meno prestigioso, che dà lustro al nostro movimento: alla due giorni nazionale di Syöte, noto centro sciistico e sede di un parco nazionale nel Comune di Pudasjärvi al nord della Finlandia, podio per l’ormai 59enne zonori, al secolo Stefano Zonato, alias Gilberto nella categoria H55 (che sarebbero gli uomini 55, come si usava una volta in Italia e che poi qualcuno si è inventato di cambiare in M nonsisabeneperché).

L’Orientista nostrano è, infatti, giunto terzo in entrambe le prove, disputate su un terreno che Marilleva e Sovramonte – al confronto – è un tappeto erboso, riuscendo a contrastare con caparbietà le insidie degli atleti di casa, ben più avvezzi a un tipo di bosco presente in minima parte sul territorio finnico, ma che spesso viene proposto proprio per rendere più avvincente la gara (massi ovunque, zone sassose a garganella, sottobosco con erica e mirtillo che ti arrivano alle ginocchia, pendenze importanti).

Abbiamo chiesto a Gilberto, cioè a Stefano, le sue impressioni sulla prova sostenuta:

– Il primo giorno, andando alla partenza e osservando il bosco che stavo attraversando, mi sono chiesto perché mai mi fossi fatto coinvolgere a partecipare a quella 2 gg. dal mio caposquadra (ndr: la società per la quale corre Stefano è il Puolangan Ryhti, quest’anno giunto 911° alla Jukolan Viesti grazie anche alla quarta frazione di zonori – grazie in positivo o negativo non è dato però a sapere), ma poi mi sono imposto di affrontare la sfida con piglio sereno (panico totale).

La prima parte di gara, tutta in ripida discesa fra massi tipo ruina dantesca a Marco di Rovereto, si è svolta comunque senza troppi affanni, cercando soprattutto di portare a casa caviglie e gambe.
Un piccolo errore da 5’ per trovare il primo punto quando ero lì già da un po’ (5’ appunto), ma poi tranquillo con l’ausilio della bussola.
Da notare che i primi tre punti presentavano un dislivello totale di 115 metri, in discesa – però! – alla faccia di tutti manuali di tracciamento.

Al punto sei, vista la sua banalità, si formava un piccolo drappello di 55enni che non parsimoniavano certo i perkkele e i sattana.

Fort… abilità volle che lo trovassi per primo (dopo comunque una decina di minuti) e che me ne andassi in perfetto silenzio dal quello striminzito avvallamento, contando anche sul fatto che il bricchetto emit, a differenza della si-card, non emette alcun suono.

In totale terzo a 4 e 35 dal primo, con un tempo di 58’ e passa per fare 3,3 km. con 155 di dislivello (bisognava pur tornare su da quei 115 dei primi tre punti).

Tornando a casa (un’ora e 15 di strada praticamente deserta, se non si contano le renne che ti compaiono a fianco all’improvviso) mi sono nuovamente chiesto se era il caso di correre anche i 6,2 km. più dislivello del giorno successivo.

Il podio da difendere è stato l’elemento che mi ha fatto decidere, quindi – dopo 27 anni di estati nordiche – mi sono deciso di acquistare una bussola bilanciata per questa latitudine.

Fortunatamente la parte orientale della carta, non utilizzata nella prima tappa, si è dimostrata molto più scorrevole (oddio, “molto”… ), ma il tracciatore ha fatto del suo per non rendere troppo difficile la prova, inserendo tre tratti da 1,5 km l’uno, dove la scelta migliore era correre su strada e sentiero per il 70% del tratto.

In ogni caso, partendo per ultimo ho potuto giovarmi del piccolo aiuto dei concorrenti che raggiungevo in gara (si parte ogni 2’) e che per cercare di staccarmi non facevano altro che agevolarmi nell’avanzamento sul terreno (loro di traiettorie e di posti da evitare sì che se ne intendono!).
Alla fine, terzo anche nella seconda tappa e terzo in totale.

Non è il primo podio da queste parti, intendiamoci, ma a questo alla fine ci tenevo e in fondo al rettilineo, dopo 71’, non ne avevo davvero più, e i 27° di oggi si sono fatti sentire.
Ora ad attendere zonori ci saranno altre 4 o 5 gare regionali dove i terreni saranno sicuramente più piacevoli e veloci.
Il suo rientro in Italia è previsto per la fine di agosto.

 


 

Ancora kiitos a Gilberto e Hyvää syntymäpäivää allo Speaker (e se è sbagliato, prendetevela con GoogleTranslate).

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