Una donna viva (pazza di giò-giò-ià)

      5 Comments on Una donna viva (pazza di giò-giò-ià)

Mentre sono al banchetto dell’Unicef al secondo piano di Coin di Corso Italia (dove io e la Giraffa vi aspettiamo numerosi per firmare autografi), voglio salutarvi con un video che riassume bene il mio stato d’animo di questi giorni.

Come la stragrande maggioranza di voi non immagina nemmeno, alcuni hanno saputo solo a posteriori, altri sono stati informati per errore, infatti, l’altro ieri ho subito un intervento che – avevo deciso – mi avrebbe tolto il dubbio sull’esistenza di Dio.

Memorabile la gaffe con la Giraffa, alla quale non volevo dire nulla fino alla fine, perché fa finta di no, ma si preoccupa.

Giraffa: “Allora, quando venite a cena?”
Larry: “Mah, non lo so, diteci voi quando siete comodi”
Giraffa: “Sabato?”
Larry: “Eh, no, sabato no, Zzi è a Udine e io devo preparare la caponata per il pranzo di società”
Giraffa: “Domenica non possiamo noi… lunedì?”
Larry: “Eh, no, lunedì no, esco tardi da yoga”
Giraffa: “Mercoledì?”
Larry: “Eh, no, mercoledì c’ho appuntamento tardi con l’anestesista”
Giraffa: “Come con l’anestesista? Quando hai l’intervento?”
Larry: “[merda] Venerdì”
Giraffa: “E quando pensavi di dirmelo”
Larry: “[il sabato seguente] Te lo sto dicendo!”

Ai miei genitori non l’ho neanche detto, in compenso a un certo punto mi sono convinta di averlo detto ad altre persone, con le quali non ne avevo, invece, fatto menzione.
Venerdì pomeriggio ho avuto un fitto scambio epistolare con Otti, la quale, notando che non potevo essere al lavoro e farmi così intensamente i cazzi miei, ha a lungo ritenuto che avessi preso ferie per comprare i biglietti di Springsteen, messi in vendita quel giorno.

Se dopo due giorni sono qua è perché era un intervento ridicolo, meno pericoloso dell’estrazione di un dente, ma essendo io ipocondriaca e dotata di uno spiccato senso del melodramma, avevo deciso che ci avrei lasciato le penne. CP e la mamma mi hanno sentita parlare di testamento per due settimane; a un certo punto, ho anche cercato di coinvolgerli nella decisione: lascio tutte le mie borsette alla Giraffa, o le divido fra le amiche? E delle scarpe col tacco, che faccio? Chi conosco con piedi grandi come i miei? Le Salomon, invece, sarebbero andate senza dubbio al Celere Capellone, che non se le sarebbe mai messe perché sono rosa.

Inspiegabilmente, nessuno mi prendeva sul serio.
Ad ogni modo, non ho idea di cosa sia successo in sala operatoria, perché mi hanno dato un sedatavo e non mi ricordo niente. Da un messaggino posteriore, ho appreso che non sono stata ravanata da o mae maego (leggasi: il mio nuovo ginecologo), il che, considerando quanto è lontana l’ultima ceretta, non può essere che un bene. Temo, però, di averglielo detto.

Un altro aspetto esilarante della faccenda è come siamo arrivati all’intervento. Sono stata, infatti, coglionata benissimo da o mae maego.

[attenzione: da qua in poi si parla di cose schifose da femmine]

Antefatto:

Nel luglio 2010 ravviso un’anomalia nel ciclo mestruale. Ovviamente decido che sono spacciata, ma decido ugualmente di andare dal monologo a farmi vedere.
La diagnosi è un banale polipo endometriale, niente di cui preoccuparsi.
Ah, bene.
Ma è opportuno levarlo.
Ma non so, non mi pare il caso.
È un intervento banale, si fa da svegli. E giù carte di esami da fare.
Faccio gli esami, non vanno sempre benissimo, li rifaccio, vanno bene, prendo l’appuntamento, lo sposto per varie ragioni, passano un paio di anni.
Finalmente faccio l’isteroscopia, ma non sono tanto brava e i medici non riescono a portarla a termine. Ripeteremo l’intervento in sedazione, in futuro.
Nel frattempo il piccolo Francesco Paolo (così ho chiamato la creatura che portavo in grembo) cresceva forte e sano. La Giraffa era già al lavoro sul corredino per l’asilo, io sognavo per lui una carriera da avvocato, o da musicista, o entrambe le cose, come Paolo Conte.

Poi, siccome il mio monologo era sempre tanto occupato, mi faccio convincere dalla Giraffa ad andare da un altro. Dovete sapere, infatti, che la Giraffa non è come me, che tergiverso sulle cose il più possibile col fine ultimo di non farle. La Giraffa è una donna risoluta, che, quando c’è da fare una cosa, la fa.
Io dovevo intagliarmela e restare con il mio caro monologo partenopeo, che parla come De Crescenzo e  ha ritmi messicani, ma si sa che io non sono una donna astuta.

 

Ultimi sviluppi

Non avendo più l’età, né lo stato civile, per passarci i morosi, alla fine la Giraffa mi passa il suo ginecologo. Questi mi rigira come un calzino.
Alla prima visita vince la mia diffidenza dicendomi che probabilmente non c’è da fare niente. Io gli faccio notare che il mio precedente monologo non è un visionario e che io ho i sintomi, ma lui insiste che questo non significa necessariamente dover fare un intervento. Il ragazzo mi piace.

Al secondo appuntamento, quello che oramai considero a tutti gli effetti o mae maego conferma la diagnosi del suo predecessore e ventila vagamente l’ipotesi dell’intervento, spiegando che la presenza di Francesco Paolo potrebbe inficiare una gravidanza.
“Ma è perfetto” – esulto io – “È come avere la spirale senza fare l’impianto”.
Lui resta un po’ spiazzato, ma riprende subito in mano le redini della situazione. Segue uno scambio di battute al limite del teatro dell’assurdo e in men che non si dica fissiamo l’intervento per i primi di dicembre. Non mi è affatto chiaro come ci siamo arrivati. Un attimo prima mi stava dicendo che non c’era da preoccuparsi e che si potrebbe anche lasciare tutto come sta, se mi rassegno a tenermi i sintomi (cosa che avevo prontamente confermato) e un attimo dopo stavamo guardando il calendario per individuare il periodo ottimale.

Non vi dico le risate della Giraffa quando, poi, le ho raccontato nel dettaglio la dinamica della faccenda. Siamo qua al banchetto dell’Unicef che ne riparliamo e continua a prendermi per il culo, dubito che smetterà molto presto.

Ad ogni modo, per il momento le mie borsette restano mie e la cosa mi riempie di gioia, così ho pensato di condividere questo inusitato entusiasmo guardando con voi questo video del mio adorato ♥ Vinicioooh

 

About Larry

Un giorno Bruce Springsteen mi porterà via con sé, nel frattempo vivo avventure rocambolesche ogni volta che mi avvicino a un fornello e sottopongo ad attenta analisi tutti i locali nei quali vado a mangiare. Una volta ho incontrato un orientista e l'ho sposato senza comprendere la portata della tragedia. Il lamento dell'orientamento è su Larryetsitalia.net

5 thoughts on “Una donna viva (pazza di giò-giò-ià)

  1. Francy

    Ho ascoltato il podcast!!
    E’ bellissimo!!
    Sono un po’ troppo citata e sembra quasi che io facessi finta di preoccuparmi, resti un’ingrata con me che ho deciso di condividere il mio “uomo meraviglioso”. Ti perdono se stasera mi lasci vivere!

  2. Silvia

    Sei una disgraziata… se lo dicevi invece di fare la furbetta… eravamo in due a far finta di preoccuparci!!!

  3. Pingback: LARRYCETTE » Blog Archive » 22 dicembre 2012 [a che punto è la Larry]

  4. Pingback: GIFT Biscotti con frutta essiccata per Dario (di yoga) | LARRYCETTE

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.