Zena (Happy)

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Avete presente Pharrell Williams?
Neanche io.
Avete presente i Minion? Ecco, c’è una canzone – irritante anzichenò – che è diventata famosissima perché fa parte della colonna sonora di Cattivissimo me 2 e nel video c’è Kevin il minion che passeggia.
Il suo autore – che è principalmente un produttore musicale e un gran volpone – s’è inventato di far girare e postare alla gente video mentre canta la sua canzone, il che ne ha moltiplicato esponenzialmente la diffusione.

Il cabarettista e musicista Fabrizio Casalino ha fatto una cover di Happy in genovese.
È da pisciarsi addosso.

Affinché possiate anche voi pisciarvi addosso, pubblico di seguito la traduzione.
Il testo non lo pubblico, perché suppongo sia paurosamente coperto da copyright e soprattutto perché io non so scrivere il genovese (come a dire che l’unica lingua che mi dà problemi è la mia…).
Segue una breve esegesi del testo, perché, per pisciarvi addosso, dovete capirlo.


Il video è tratto dal sito del Secolo .
Potete ascoltare la canzone anche su Soundcloud

Zena

Siamo gente di riviera
ci lamentiamo spesso e volentieri
Lo zio di mio zio era uno scavezzacollo,
andava per mare a bordo di una galea

(Siamo a Genova)
Tutti i giorni è pieno di gente
venuta da lontano
(Siamo a Genova)
per mangiare della focaccia
sotto la palla di Renzo Piano

(Siamo a Genova)
Cristoforo Colombo
è venuto al mondo qui
(Siamo a Genova)
solo che per trovare lavoro
anche lui è dovuto partire

Siamo grezzi nei confronti dei forestieri
(maaa, avete prenotato?)
In compenso siamo onesti
(certo che le faccio lo scontrino, non si preoccupi)
Ci infiliamo in un vicolo
Ci sforziamo di arrivare, con queste braccia corte, al portafoglio

(Siamo a Genova)
Sarà meglio non fare niente
piuttosto che fare un casino
(Siamo a Genova)
Ci sono degli scogli fatti apposta
per battersene il cazzo [1]

(Siamo a Genova)
Ce ne andiamo a Boccadasse
appena c’è un po’ di sole
(Siamo a Genova)
Se tifi per l’altra squadra [2],
non parliamone più

Abbiamo un porto coi fiocchi
La movida per i balordi [3]
(Genova, Genova, Genova…)
Abbiamo il vino bianco e fresco,
i pinoli per fare il pesto
(Genova, Genova, Genova…)
L’autostrada dei fiori
con la coda per i lavori
(Genova, Genova, Genova…)
Stoccafisso e bianchetti,
un po’ troppi anziani

(Siamo a Genova)
Batti le mani se ti piace
il ritmo di questa città
(Siamo a Genova)
Batti le mani, che fra mezz’ora
in Sottoripa fanno i friscêu [4]
(Siamo a Genova)
Batti le mani, che questo mondo
nessuno ce lo può menare [5]
(Siamo a Genova)
e tutti i giorni ci inventiamo
un modo di posteggiare

(Siamo a Genova)
Sarà meglio non fare niente
piuttosto che fare un casino
(Siamo a Genova)
Ci sono degli scogli fatti apposta
per battersene il cazzo

(Siamo a Genova)
Ce ne andiamo a Boccadasse
appena c’è un po’ di sole
(Siamo a Genova)
Se tifi per l’altra squadra,
non parliamone più

(Siamo a Genova)
Tutti i giorni è pieno di gente
venuta da lontano
(Siamo a Genova)
per mangiare della focaccia
sotto la palla di Renzo Piano

(Siamo a Genova)
Cristoforo Colombo
è venuto al mondo qui
(Siamo a Genova)
solo che per trovare lavoro
anche lui è dovuto partire

Note al testo:

1. Chiaro riferimento alla tipica espressione “me ne batto o belin in t’i scoeggi”, che significa letteralmente “me ne batto il cazzo sugli scogli” ed è atta a esprimere scarso interessamento verso le questioni. È un’iperbole dell’altrettanto nota “me ne batto o belin”.
Tutta questa parte di ritornello ben sintetizza l’attitudine tipicamente genovese a non intrigarsi degli affari degli altri, non nutrendo alcun interesse verso le cose che non li riguardano direttamente, il che li porta a essere anche poco intraprendenti.

2. L’autore sembra riferirsi alla diffusa, quando fallace, opinione che a Genova esista anche una squadra di calcio diversa dal Genoa.

3. L’originale sembra dire “ciocchi”. Deriva dal verbo “cioccare”, che vuol dire “dare di matto” (“cioccare come lame” = “essere completamente fuori di testa”). I “ciocchi” sono gli accessi di follia: “tirare dei ciocchi” = “avere comportamenti folli”. Qui credo sia usato nel senso di “coloro che cioccano”, riferendosi, immagino, all’euforia etilica che spesso pervade coloro che prendono parte alla movida serale nei caruggi

4. I friscêu sono tipiche frittelle salate di pesce, generalmente di baccalà. Esistono anche i friscêu co a coa (“friscêu con la coda”), che sono acciughe ripiene impanate e fritte. Le tipiche frittelline salate, insaporite con lattuga o cipolla, si chiamano cuculli. Alcuni sostengono che con friscêu si indichino anche le frittelle dolci, come quelle di mela o con l’uvetta; che io sappia, quelle dolci si chiamano fritêlle, il friscêu è solo quello salato.
In ogni caso, il friscêu cui il brano allude non trova certamente in “frittella” il suo traducente diretto, pertanto resta invariato.

5. Per la traduzione di questo verso ringrazio con tutto il cuore l’utente Twitter @karuso: io non ho la minima idea di cosa dicesse, nonostante abbia ascoltato la canzone diverse volte. Senza Alessandro, la traduzione non sarebbe stata completa, quindi, oltre che ringraziarlo, vi invito anche a seguirlo: è simpatico e genoano.

 

Cioè… non avrete mica pensato che il titolo si riferisse al fatto che domani c’è la Genova CS e sono contenta di correrla, no?
Dico, cioccate come lame?

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