-4, +42. Cosa (spero) mi aspetta alla maratona

Introduzione di Larry

Tra quattro giorni “correrò” una maratona.
Lo dico per rendermene conto, perché nonostante lo stia sbandierando ai quattro venti del giorno dell’iscrizione, non ne ho realmente piena contezza.

Non so se riuscirò a finirla, razionalmente non credo. Ho avuto enormi difficoltà a concludere una mezza, non c’è niente che mi lasci sperare di portare a termine una maratona completa.
Irrazionalmente continuo a immaginare di tagliare il traguardo. Decisamente, le vocine nella mia testa non sono l’aspetto più preoccupante della mia psiche.

Di articoli epici, tecnici, ironici e retorici sulla maratona è pieno il web, e pure la carta abbonda. Io non lo scriverò. Vi farò sapere come è andata, ma scordatevi il “42 chilometri minuto per minuto”: ne avrò le palle troppo piene per riuscire a parlarne, lo so già.

E poi il post definitivo sulla maratona, l’universo, tutto quanto è già stato scritto, e non ho alcuna intenzione di espormi a un confronto dal quale uscirei a pezzi. Si tratta di un’e-mail che ho ricevuto da un mio sostenitore (e che ha autorizzato la pubblicazione, non temete, non ho in programma di sputtanarvi tutti).

I miei sostenitori sono tre: Zzi, che non ci crede del tutto, ma mi ama e mi aiuta a provarci; il Brioso Ballerino, che abbiamo coinvolto approfittando di un (frequente) momento di distrazione e che è pervaso da un incondivisibile ottimismo; lo Speaker, che mi sopravvaluta in tutto, e – coerentemente con la sua visione totalmente onirica di me – anche come potenziale maratoneta.

In questi giorni mi ha mandato un bellissimo augurio-racconto su quello che mi aspetterà e su come lui si aspetta che io reagisca (grazie per non avermi caricata di responsabilità).

Lo trovate pubblicato nell’apposita sezione del blog, ma lo annuncio con questo post affinché – per questioni tecniche del blog con cui non vi tedio – risulti regolarmente accreditato come guest-post e lo possiate ritrovare anche in futuro, correttamente catalogato.

… e perché, in questi giorni, avrei fatto passare come guest-post anche la lista della spesa di Catherine Taylor, pur di trovare un pretesto per togliere evidenza a quella cazzo di foto di Darietto. Non fraintendetemi: non che non lo adori e non sia pronta a dargli un rene alla bisogna, ma aprire Larrycette tutte le mattine e vedermelo davanti stravolto in Riva degli Schiavoni, al termine di una gara che – per quanto tirata allo stremo e corsa in senso stretto – non è neanche la metà di quello che mi aspetta, mi porta inevitabilmente a paragonare la sua preparazione atletica alla mia, il suo peso al mio, la sua determinazione alla mia… mi porta, insomma, alla realtà, e la realtà, in questo momento, è proprio l’ultima cosa di cui ho bisogno.

Ora ho bisogno di far finta di farcela.
Non dico di “crederci”, perché, se ci penso, non ci credo neanche io. Ho bisogno di fantasticare di riuscirci, di immaginare che succeda, di illudermi di farlo.
È andata così, ho sbagliato a monte a decidere di andare a vedere cosa si prova. Ormai vado.
E ci vado un po’ meglio ora che ho letto questo.

Leggete anche voi.

2 thoughts on “-4, +42. Cosa (spero) mi aspetta alla maratona

  1. Giraffa

    Care amiche, lettrici, sostenitrici di Larry, sappiate in anticipo che le Braccialini spettano a me ed a me sola; inoltre, avendo io, mio malgrado, introdotto Larry al cucito ed alle sue divagazioni, ho intenzioni di accaparrarmi anche le sue creazioni più riuscite: il vestito tetris, la gonna Saincich nera e la maglietta “ad immagine e somiglianza”. Quindi non pensate nemmeno di provare a scipparmi il tutto e non provate a tentare di diseredarmi perchè io ci ho provato a fermarla!!!!

  2. The Speaker

    Ok. Allora io prendo la chaise longue del salotto… (tanto mica se la vorrà tenere Zzi!)

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