Brezel (Pretzel) con o senza macchina per il pane (Unold Backmeister Onyx)

Cari piccoli lettori, è con viva e vibrante soddisfazione che inauguro l’ennesima serie destinata all’oblio:
With or without UBO (Unold Backmeister Onyx).

L’ispirazione mi è stata data dal commento di Luca, che alcuni giorni fa – non pochi, invero – ha manifestato il desiderio di leggere qualche ricetta per UBO, la formidabile macchina per fare il pane che anche lui ha scelto di adottare.
“Ma come” – diranno subito i miei Piccoli Lettori di lunga data –  “a noi, che ti siamo ciecamente fedeli da anni scassi la minchia in continuazione con quel cazzo di orienteering, poi arriva Luca, con rispetto parlando, portato da Google come un messaggio nella bottiglia, e ogni suo desiderio è un ordine? Bella considerazione, eh… grazie!”

Ma no, miei Piccoli Lettori, non siate gelosi!
Ho preso l’intervento di Luca come un segno del destino, che vuole che torniamo ad argomenti gastronomici, e non ho voluto farmi sfuggire lo spunto.
Sono sicura che non stavate nella pelle dalla voglia di leggere come fare i Brezel, del resto, e che anche Luca, che era in cerca di ricette per il pane, sta facendo salti di gioia nel vedere pubblicata la ricetta per utilissimi e versatilissimi Brezel!


I Brezel – o Pretzel – sono stati la seconda creazione uscita dalla parallelepipeodale vaschetta antiaderente dell’Unold.
La prima era stata una pagnotta base con oggettivi problemi di tenuta della lievitazione che non è il caso di portare agli onori delle cronache, a proposito della quale non saprei dire se avevo sbagliato farina, programma, ingredienti o cos’altro, perché  – per fortuna – non si è mai ripetuta. Forse UBO doveva solo farsi coraggio.

 

Nome in codice Pretzel… Brezel… quello là!

Intanto, decidiamo come chiamarli: Brezel o Pretzel?

Il ricettario li chiama Pretzel, il che mi induce a ritenere che sia il termine più corretto, perché assumo che il testo sacro Unold sia scritto in tedesco standard; in molte zone dove sono stata, però, ho chiaramente visto scritto Brezel accanto a questi fragranti nodoni di pasta.
È vero che le mie cappelle in materia di tassonomia gastronomica tedesca sono leggendarie, ma i cartellini erano inequivocabili: vengono chiamati proprio Brezel.

Non mi resta che chiedere a Dudù, il mio amico Duden on line, che mi dà una notizia sconvolgente: contiene il lemma Brezel, ma non Pretzel, e neanche niente di simile.

Forse UBO è austriaco e non lo vuole dire?
Forse è turco, una volta era una macchina per kebab, ma si è riconvertito a macchina del pane per ottenere il permesso di soggiorno…? Che mistero!
Sia come sia, fa i Brezel molto bene.

 

Preparazione tradizionale dei Brezel

Ma come si fanno i Brezel senza UBO?

Sono andata a informarmi su internet, e ho trovato su cookaround una ricetta sedicente tradizionale.
La tipa che l’ha scritta – oltre a starmi simpatica perché, se non ho capito male, pesa attorno agli ottanta chili, quindi è una che cucina e assaggia – sembra essersi documentata sulla tradizione tedesca, tanto che menziona addirittura una procedura con la soda caustica, alla luce della quale non credo che li mangerò mai più.
Ha anche documentato bene le varie fasi della preparazione e, grazie alla sua esperienza, sono certa che non mi cimenterò mai nell’impresa.

Per farla breve (si fa per dire): si fa un impasto con farina (lei ha usato manitoba e tipo 0 in rapporto 1:1), lievito (di birra o naturale), burro, malto, sale, e lo si lascia riposare prima a temperatura ambiente per un’ora o due, poi in frigo per tutta la notte.
Poi si tiene di nuovo l’impasto a temperatura ambiente e lo si lavora per ottenere i colombini, annodando sapientemente i quali si dà al Brezel la caratteristica forma; ma non è finita qui!
Una volta formati, i Bretzel vanno fatti riposare dieci minuti coperti e, in seguito, un’altra ora in frigo.
Se ne deduce che per fare i Brezel, la cosa davvero importante è avere il frigo costantemente vuoto, pronto ad accogliere teglie su teglie di Bretzel… poi uno deve chiamare la pizza a domicilio perché una fettina di carne e un pomodoro non ci stanno più, però, vuoi mettere poter fare i Brezel?

A questo punto, forse, si può iniziare a cuocere i prelibati nodoni di pasta, ma non nel forno – macché – bensì in acqua bollente con bicarbonato (alternativa sicura alla soda caustica); dopo averli sbollentati, finalmente vengono infornati e, dopo un quarto d’ora a “due e venti”, sono pronti.

A giudicare dalle foto pubblicate, il risultato è eccellente, ma la martire che ha provato per noi “popolo della rete” la ricetta conferma che vanno mangiati alla veloce, perché diventano di pietra nel giro di alcune ore (ma, naturalmente, si possono congelare).
La poverina si è fatta un culo quadrato, il suo post merita la lettura, perciò andate a documentarvi (ma poi tornate subito qua!).

 

Traduzione in Italiano della ricetta dei Brezel per la macchina del pane Unold

Io, invece, seguendo pedissequamente (almeno credo: è in tedesco) la ricetta pubblicata sul manuale dell’Unold Backmeister, li ho fatti così:

Ingredienti per circa 9 – 10 pezzi

Già qua UBO dà per scontato di avere utenti tedeschi e non ci dice le dimensioni, quindi io li ho fatti grandi come salatini e me ne sono venute fuori due teglie.

Acqua – 200 ml
Sale – un quarto di cucchiaio da tè (nota: è la traduzione letterale delle misure stronze che ha UBO; la traduzione adattata è “un cucchiaino da caffè raso”).
Farina tipo 405 – 360 grammi – Anche qui, la traduzione va adattata: è comune farina 00. Tedeschi e sloveni classificano le farine attraverso una nomenclatura diversa, ma la sostanza è pressappoco la stessa.
Zucchero – mezzo cucchiaio da tè (un cucchiaino)
Uovo leggermente battuto (per la spennellatura) – 1
Sale grosso per guarnire

Procedimento

Mettere tutti gli ingredienti ad eccezione dell’uovo e del sale grosso nel contenitore della macchina del pane. Selezionare il programma “Impasto” (“Teig” sulla macchina, il numero 8 nel mio modello “Unold Backmeister Onyx” – ndt) e azionare.

Quando la macchina del pane fischia e il display mostra 0:00, premere “Start/Stop” (dà per scontato anche di avere utenti poco elastici).

Preriscaldare il forno a 230° (solo adesso??? I tedeschi hanno forni Mercedes, che vanno da 0 a 100 in 9,3 secondi?)

Dividere l’impasto in pezzi e formare con ciascuno di essi un rotolo lungo e sottile.

Formare i Brezel da questi rotoli e disporli su una teglia imburrata.

Spennellare con l’uovo leggermente battuto e guarnire con il sale grosso.

Cuocere in forno preriscaldato a 200° per 12/15 minuti.

Io li ho fatti con la farina integrale e li ho consumati il giorno dopo. Confermo che erano armi contundenti, e il mio sadico dentista affilava il trapano ad ogni morso che mi azzardavo a dare, ma quelli che ho assaggiato appena sfornati (più di uno) erano buonissimi e avevano la tipica consistenza spugnosa-ma-gradevole del Brezel, anche se non li avevo fatti gonfiare in acqua e bicarbonato.

Coloro che sono capitati qui per caso (addio, è stato bello) possono consultare su Amazon la scheda-prodotto di questa macchina del pane, giusto per sapere di cosa parliamo.
Prima o poi pubblicherò la traduzione di qualche altra ricetta, magari di uso più comune, ma fino ad allora…

… fino ad allora…

Fino ad allora, cosa? – Diranno subito i miei Piccoli Lettori.
Niente, fino ad allora i vagabondi come noi – ciccia, siamo nati per correre!

Belin, tra due settimane vedo Bruce, devo andare dal parrucchiere, l’estetista non mi risponde e c’ho ancora un culo che fa provincia… altro che macchina del pane, dai!

 

2 thoughts on “Brezel (Pretzel) con o senza macchina per il pane (Unold Backmeister Onyx)

  1. Pillow

    buoni, ma li temo, essendosi il parentado al tempo già indebitato ampiamente per la chiostra di denti che ora mostro (con estrema parsimonia, a dire il vero…)
    mia sorella a natale ha fatto dei mostaccioli (usando l’ammoniaca per dolci) immangiabili anche dopo aver stazionato 45 minuti nel bicchiere del vin santo…

  2. Larry Post author

    È vero, il Brezel stantio sta verso il settimo grado della scala di Mohs, però ci puoi giocare a infilzare i paletti… ora che lo so, la prossima volta gioco a infilzare i mostaccioli di tua sorella.

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