Torna la Regina della Bussola con il racconto mozzafiato della gita al rifugio Rosetta.
Cronache dal Primiero
Gita al rifugio Rosetta
Un guest-post della Regina della Bussola
Decidiamo di approfittare del cambio dell’ora per partire presto, perché Marco si innervosisce se dorme troppo, quindi partenza da casa alle ore 8 solari, arrivo a malga Fosse alle ore 8.30, a uno sputo da passo Rolle.
Ci lasciamo alle spalle un mare di nebbia perché siamo così in alto che qui c’è il sole!
Il tempo di mettere lo zaino in spalla e via si imbocca il “sentiero dei finanzieri”, che inizia con una piacevole salita, il dislivello non è molto accentuato e si attraversa un terreno piuttosto vario formato da ghiaioni, radi boschetti di abeti e versanti dove i mughi hanno preso il sopravvento. Purtroppo, però, dopo pochi passi, il venticello tiepido che soffiava in zona parcheggio diventa un fastidioso vento che gela il sudore che inevitabilmente si forma tra maglia e zaino.
Arrivati all’incrocio con il sentiero che sale da San Martino, il percorso si fa molto più ripido ed esposto, in questi casi mi sento parecchio a disagio, non so se siano vere e proprie vertigini, ma sento un fastidioso formicolio al basso ventre e un inspiegabile mix di terrore e attrazione verso il vuoto. Per fortuna sono state piazzate lungo il sentiero, probabilmente per gli imbranati come me, cavi d’acciaio e parapetti che rendono la salita un tantino più rilassante.
Arrivati sull’altopiano, 2580 metri di altitudine, il vento diventa bora, con un’intensità che mi sembra di essere in Largo Pestalozzi quando soffia a 100 all’ora.
Il rifugio è ovviamente chiuso, non ci sono viandanti in questo periodo, quindi nessun tè fumante o piatto di minestra calda rinvigorente, solo alcuni freddi tramezzini, preparati, però, con amore e due confezioni di budino al cioccolato che non manca mai nelle nostre gite.
Dopo aver goduto di un panorama stupendo con sbuffi di nebbia che salivano e si disperdevano con violenza spinti dal vento ed esserci raffreddati a sufficienza, torniamo a valle, anche per paura delle nuvole minacciose che si addensano all’orizzonte.
Insomma, dopo 5 ore di cammino e 30 minuti di riposo, ce ne torniamo a casa, io piuttosto provata dal vento incessante e dal freddo.