Dibattito: tratti accomunanti e distintivi tra minigolf e orienteering

Tanto per ribadire che “qua le domande le faccio io”, ho un quesito per Marirosa, ma anche per tutti i piccoli lettori orientisti che vogliano contribuire a dissipare le nebbie della mia incoscienza.

Si è squalificati se si corre fuori carta?

Ora voi penserete che sia una domanda sciocca e che son cose che una dovrebbe sapere, però a me non risultava che vigesse la regola del minigolf che “non puoi uscire dalla pista e se esci per sbaglio paghi pegno”.
Per fortuna, giocando solo a Venezia mi è stato finora fisicamente impossibile finire fuori carta, ma sono certamente il tipo di atleta che si ritroverebbe in men che non si dica oltre le colonne d’Ercole.

E quindi? Ciccia? Sarei squalificata?
Vige anche nell’orienteering il principio del minigolf, che non si può andare fuori pista?
In linea di principio mi par poco logico, perché è una scelta di percorso come un’altra e mi par che siano affari del concorrente se decide di avventurarsi oltre le colonne d’Ercole; ma, se lo dice il Regolamento, allora, logico o no, bisogna attenersi ad esso.
Quello che mi perplime è che alla terza prova della Valsugana, la Levico centro storico, sono stati diversi gli atleti squalificati per essere andati fuori carta, tutti presumibilmente esperti e a conoscenza del regolamento. Perché, allora, se fosse stato vietato, avrebbero fatto questa scelta? Escludo ovviamente subito il tentativo di ingannare il sistema, in quanto si sono prontamente costituiti.
Concedo che l’orientista, in quanto sportivo che per giunta va a perdersi nel bosco al freddo e al gelo, non sia il più fulgido esempio di sanità mentale, ma fare svariati chilometri per raggiungere il luogo delle gare, partecipare ivi ad alcune di esse e farsi intenzionalmente squalificare dall’ultima (valevole per il trofeo centri storici) contravvenendo al regolamento e immediamente denunciandosi per sincerarsi di essere sbattuto fuori mi sembra un comportamento squinternato anche per questo tipo di atleta.

Come sono andata, dunque, le cose?
C’è qualcosa che mi sfugge?
Quali dinamiche misteriose esulano dalla mia capacità di comprensione dei criteri dell’orienteering (già a me alieno in principio)?

Naturalmente anche i piccoli lettori non-orientisti possono partecipare al dibattito, dato che – tanto – qua si parla di orienteering solitamente senza cognizione di causa alcuna e il parere dell’uomo della strada è sepre spunto di riflessioni critiche.

About Larry

Un giorno Bruce Springsteen mi porterà via con sé, nel frattempo vivo avventure rocambolesche ogni volta che mi avvicino a un fornello e sottopongo ad attenta analisi tutti i locali nei quali vado a mangiare. Una volta ho incontrato un orientista e l'ho sposato senza comprendere la portata della tragedia. Il lamento dell'orientamento è su Larryetsitalia.net

10 thoughts on “Dibattito: tratti accomunanti e distintivi tra minigolf e orienteering

  1. Dario

    Oh, che onore poter essere il primo a commentare! In apertura: sono stato molto contento di conoscervi, anche se la versione “io so chi siete voi ma voi non sapete chi sono io” mi avrebbe stuzzicato di più. Il colpevole, pagherà.
    Sul tema odierno, sono uno dei rei confessi autosqualificati, con l’attenuante di non aver fatto svariati km per arrivare. Il motivo della squalifica non è però quello che hai scritto. Uscire di carta è a rischio e pericolo dei concorrenti, se vogliono farlo, liberi di farlo. Il motivo della mia squalifica è stato l’aver attraversato un muretto “non attraversabile”. Nel mio caso anche il grado di idiozia del gesto è più ridotto di quando potrebbe sembrare, nel senso che al traguardo sono andato a domandare “ma scusate, quel muretto era attraversabile, vero?” e mi sono costituito alla loro risposta negativa.
    Altri sono stati squalificati perchè avevano attraversato un cantiere che in carta era segnato come non attraversabile, ma che dal vivo era attraversabilissimo.
    Diciamo che il problema di fondo era che se non volevi uscire di carta, nè attraversare muretti proibiti, nè attraversare cantieri proibiti, dovevi fare una scelta di percorso talmente stupida che vari orientisti non se la sono proprio sentita per deontologia professionale.
    Alla prossima

  2. Larry

    AH!
    Ecco, mi pareva surreale: avevo stracapito [triestino, calco morfologico di misunderstand]!
    Possiamo aprire un dibattito sull’attraversabilità del cantiere?
    Perché se è quello che ho visto io in carta (ma evidentemente forse no), non era attraversabile, ma era chiaramente scansabile a lato….era quello?

  3. marirosa

    Il punto è che non bisogna guardare quello che si riesce o non si riesce a fare nella realtà, ma quello che dice la carta: se un muretto è segnato non attraversabile non va attraversato anche se è basso, non si deve passare in una zona proibita anche se il cancello e aperto. Ergo bisogna studiare il regolamento e la simbologia ISSOM (nella sprint c’è qualche differenza rispetto alle altre specialità). La legge non ammette l’ignoranza.

  4. Larry Post author

    È vero, le regole fanno parte del gioco e vanno rispettate, se no il gioco è finito, ma se parliamo dello stesso cantiere, a me sembrava costeggiabile (non attraversabile) con una scelta non astutissima, ma accettabile, che – se non altro – ti lasciava in carta; il che, se non è motivo di esclusione, è spesse volte sintomo di restare nei pressi degli obiettivi.

  5. marirosa

    Parliamo del cantiere stretto e lungo tra la 12 e la 13 del percorso M senior: il tratteggio rosso tocca i muri e il privato quindi non si passa. Il discorso è anche un altro: qual è la filosofia della sprint? A manetta sempre riuscendo contemporaneamente a leggere esattamente la carta e fare la scelta migliore molto velocemente. In questo caso bisognava non cadere nel “tranello” se vogliamo chiamarlo così. Il giudizio sul tipo di tracciato è un’altra cosa, ci sarà sempre qualcuno a cui non piace. Secondo me bisogna tralasciare l’impressione “estetica” e valutare tecnicamente: in questo caso indubitabilmente la componente tecnica c’era, infartti molti hanno sbagliato.

  6. tsitalia

    Più che altro io non capisco proprio il senso della 13 in quel posto. Non vedo nessun tranello. Il cantiere non si passa essendo segnato in carta (indipendentemente dalla realtà) , il muro non si valica. Quindi o passavi a/r davanti alla 14 o uscivi (a proprio rischio) dalla carta verso east rientrando più in basso.

  7. cri

    Anche nella w45 si sarebbe potuto evitare una lunghissima e noiosissima tratta, peraltro già fatta in senso opposto, attraversando il cantiere o scavalcando il muretto. Conoscendo le regole ho evitato di fare sia una cosa che l’altra.
    L’opzione fuori carta non l’ho nemmeno presa in considerazione per paura di perdermi.
    Resta il fatto che il percorso era veramente brutto e concepito male.

  8. Dario

    “Possiamo anche aprire un dibattito sulla scaltrezza della domanda sull’attraversabilità del muretto, volendo.”

    la mia domanda nasceva da una autentica sete di verità e conoscenza che è stata ora soddisfatta. Ed ho imparato per i prossimi 150 anni (cioè fino al 300esimo anniversario dell’unità d’Italia, ammesso che per allora sia ancora unita) che nelle sprint il trattino nero grosso significa NON attraversabile (per altro, nella realtà lì c’era una rete alta più di un metro, che sono riuscito ad attraversare solo perchè ho le gambe da dromeDario, e un muro di più di 2 metri di altezza, dal quale ho saltato, in basso, a mio rischio e pericolo)

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