Dodicesima cena regionale: il Lazio. Dessert: Biscotto della Madonna


Lo avevo accennato nel prologo: subodorando il rischio di fallire per l’ennesima volta il dessert, ho scelto quello il cui nome mi avrebbe comunque concesso di affermare di avere cucinato “un biscotto della madonna”.

Biscotto della Madonna” è, infatti, proprio il nome di questo tipico dolce del Lazio.
Immagino che per tradizione venga preparato in occasione di qualche festività religiosa dedicata alla Vergine Maria, o che sia tipico di qualche zona con un santuario, o che sia stato inventato da Paolo Brosio, ma il manuale da cui ho tratto la ricetta non spiegava nulla di tutto ciò.

In compenso, spiegava bene la ricetta stessa, talmente bene che io ho capito che potevo cambiare la procedura senza conseguenze, infatti ho sfornato materiale per l’edilizia.

Dodicesima cena regionale: il Lazio.

Dessert: Biscotto della Madonna

 

Ingredienti

250 gr. di farina bianca —-> Io ce l’ho messa integrale!
150 gr di farina di mais —-> ok
150 gr. di zucchero ———> eh, quanta roba! Facciamo 100, va’…
3 uova
cannella in polvere
una bustina di lievito in polvere
semi di finocchio
sale
zucchero a velo

 

Procedimento

Il manuale del Corriere della Sera prescriveva di miscelare le farine e tutti gli ingredienti secchi (fatto), unendo poi un uovo alla volta e tanto olio quanto bastava a ottenere una pastella non troppo liquida.

Poi si sarebbe dovuto aggiungere i semi di finocchio e continuare a impastare fino all’inizio della lievitazione, quindi suddividere l’impasto in tre rotoli, intrecciarli, mettere il biscottazzo così formato su una teglia unta, ungerlo ulteriormente, spolverizzarlo di zucchero a velo (prima? prima!) e infornarlo.

Vi pare che io mi metta a impastare a mano, con tutto quello che ho da fare, con tutto il pericolo che c’è di sbagliare qualcosa?
Ho preso il mio fedele UBO, gli ho schiaffato dentro tutti gli ingredienti – uova e olio, in dosi casuali, inclusi – e ho azionato il programma “Teig” (impasto).

Per i successivi novanta minuti mi sono dedicata alla preparazione delle altre pietanze, fiduciosa che l’azione regolare e la temperatura gentile e costante di UBO mi avrebbero consegnato un impasto magistrale.

Forse ho messo troppo olio, oppure il lievito che ho usato non era adatto a lavorare un simile impasto nella macchina del pane, fatto sta che dopo un’ora e mezza, UBO era pieno di una cosa che pareva diarrea di nutria; ma io non mi sono persa d’animo e, piena di fede, sono andata avanti con la ricetta, pensando “si vede che deve venire così”.

Ho fatto i rotolini, li ho intrecciati e ho ottenuto una forma molto soddisfacente, il che ha consolidato la mia fiducia nella buona riuscita della ricetta: se l’impasto è maneggevole e consente di realizzare facilmente la forma desiderata, vuol dire che è della consistenza giusta.

Un po’ perché non me la sono sentita di tirare ulteriormente la corda con le modifiche alla procedura, un po’ perché ero molto curiosa di scoprire cosa succedesse, ho unto e spolverizzato di zucchero a velo il biscotto della Madonna prima di infornarlo, per quanto mi paresse un’eresia cospargerne la superficie di zucchero prima della cottura.

Come si comporterà lo zucchero a velo nel forno?
Che aspetto avrà il dolce, una volta sfornato?
Il medesimo.

Lo zucchero a velo è un materiale completamente inerte, e il suo stato non varia neanche se sottoposto a una temperatura di 180° per 40 minuti.
Anche se non ne vedo l’utilità, posso confermare che potete cospargere i vostri dolci di zucchero a velo anche prima di cuocerli, perché lo zucchero a velo non risente minimamente della cottura.
Io, di conseguenza, paragonando questo comportamento a quello dello zucchero semolato, penso che nelle bustine di zucchero a velo ci sia del gesso.

Guarnire la superficie del biscotto della Madonna con lo zucchero a velo prima di cuocerlo è un’operazione priva, sì, di vantaggi, ma non priva di svantaggi: la superficie del dolce, infatti, non muta aspetto per tutto il tempo della cottura, ed è difficile capire come stia procedendo.

Trascorsi i 40 minuti nei quali il dolce sarebbe dovuto cuocere, l’ho sfornato per fede e ho fatto la prova dello stecchino di legno per verificare che fosse cotto anche all’interno.
Non riuscendo a scalfirlo, ho fatto la prova con lo spiedino di metallo.
Non riuscendo a scalfirlo, ho fatto la prova con la lama d’acciaio.
Non riuscendo a scalfirlo, ho fatto la prova con Excalibur.
Non riuscendo a scalfirlo, ho fatto la prova con la spada laser.

Non riuscendo a scalfirlo, ho preso il biscotto della Madonna e l’ho portato in tavola facendo la gnorri, tanto nessuno avrebbe mai potuto scoprire se fosse cotto anche all’interno o meno.

About Larry

Un giorno Bruce Springsteen mi porterà via con sé, nel frattempo vivo avventure rocambolesche ogni volta che mi avvicino a un fornello e sottopongo ad attenta analisi tutti i locali nei quali vado a mangiare. Una volta ho incontrato un orientista e l'ho sposato senza comprendere la portata della tragedia. Il lamento dell'orientamento è su Larryetsitalia.net

2 thoughts on “Dodicesima cena regionale: il Lazio. Dessert: Biscotto della Madonna

  1. Larry Post author

    Pensavo di usare questo impasto per isolare i reattori nucleari.
    In caso di incidente e fusione indesiderata, il calore lo cuoce, sigillando automaticamente al suo interno tutto ciò che contiene. È ecologico, economico e sicuro.

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