“Gelateria” di piazzale Gioberti – Guida alle gelaterie di Trieste [3]

Stavo quasi per riuscire nell’impresa di far passare un’estate senza parlare di gelaterie, ma come al solito non faccio le cose fino in fondo e devo rinunciare a questo prestigioso primato.

La verità è che la chiusura di Toni Lamponi ha lasciato in me un vuoto incolmabile, che nessun’altra gelateria – a Trieste o altrove – potrà mai colmare, e mangiare il gelato non ha più senso…
Ok, no, un po’ di senso ce l’ha ancora.
Facciamo che Toni era il mio grande amore della giovinezza ormai perduto: ne conserverò per sempre un affettuoso ricordo, ma è tempo di guardare avanti e trovare qualcun altro degno del mio amore.

Però, lasciatemi lanciare un appello: se qualcuno conosce Toni, mi faccia sapere dove è finito e/o gli dica che la mula grossa coi cavei lunghi e i oci azùri, quèla col marì alto alto che parla poco, sente molto la sua mancanza.

Veniamo ora una gelateria di recentissima apertura (stavolta per davvero), la

“Gelateria” di piazzale Gioberti, rione San Giovanni, Trieste

Non ho messo il termine “Gelateria” fra virgolette perché non ritengo questo esercizio degno di fregiarsene, tutt’altro. L’ho messo fra virgolette perché è tutto quello che c’è scritto sull’insegna: gelateria.
Del resto, coerentemente con la logica triestina, non serve altro: cosa si produce? Gelato. Cosa si vende? Gelato. Quindi è una gelateria, che altro te vol saver?

Non so nemmeno a che numero civico stia esattamente, ma è accanto al 10.
Ad ogni modo, Piazzale Gioberti non è Times Square, ci sono negozi da una parte sola, una volta là non potete non vederla. È tra la farmacia e il portone di un condominio (il civico 10, per l’appunto), vicino al panificio Pasqualis, dietro al capolinea del 6.

Una fonte affidabile (una mia amica che abita in zona) mi ha detto che i proprietari sono gli stessi del panificio, cosa che la somministrazione di prodotti da forno nei locali della gelateria sembra confermare; tuttavia, non avendo prove inconfutabili (ho buttato lo scontrino senza leggerlo), non me la sono sentita di chiamarla “Gelateria Pasqualis”… metti che, invece, è la concorrenza? Che figura ci faccio?

Il gelato della gelateria di piazzale Gioberti, rione San Giovanni, Trieste

L’ambiente e i locali

L’ambiente è luminoso e pulito, il locale, però, è quello di una gelateria per asporto, quindi lo spazio è limitato e non ci sono posti a sedere, eccezion fatta per una panchina all’esterno.
Nel suo genere è comunque piuttosto spazioso, anche perché, accanto alla vetrina frigorifera con le vasche di acciaio dei gelati, c’è un bancone con dolci e pasticcini, alle cui spalle si trova una parete attrezzata con le ceste per il pane.
Il sospetto che ci sia lo zampino dei Pasqualis, a questo punto, è forte.

Nel locale si trova anche un frigorifero, che suppongo contenga il latte fresco e altri generi di prima necessità (non sono andata a curiosare), il che fa della gelateria di piazzale Gioberti un negozio-jolly per rimediare l’indispensabile anche quando panifici e latterie sono chiusi.
Sì, perché a Trieste siamo ancora soliti fare la spesa nei negozi, anziché stare venti minuti in coda in un supermercato per portare a casa una spugna unta e una bottiglia d’acqua color gesso, perciò scendere dal bus di ritorno dalla “spiaggia” di Barcola, prendersi un gelato per merenda e, allo stesso tempo, comprare due panini per accompagnare la cena e sei uova per accompagnare i panini può essere una gran comodità.

Concentrandosi meglio sulla zona gelato – relativamente contenuta, rispetto alla totalità del locale -,  notiamo, sul banco dietro alla vetrina,  la mitica macchina carpigiani per la panna montata.

I gelati e gli ingredienti

Il gelato è buono.
Possiamo desumerne che lo siano anche gli ingredienti, ma non ho sufficiente confidenza con i gelatai, né ce l’ho con i loro bidoni delle immondizie, per saperlo con certezza.

La varietà di gusti è contenuta, ma ugualmente viene proposto qualcosa di insolito, come “capo in B”, crema catalana e foresta nera.
È curiosa, vista la stagione, la penuria di gusti di frutta, ma poiché io amo le creme, non gliene farò una colpa, anzi! Dovendo i gelatai per forza operare una selezione, stimo molto che abbiano favorito i gusti migliori (per me).

Anche nella gelateria di piazzale Gioberti c’è una specialità: la cassata triestina.
Ero curiosa di assaggiarla, ma l’aggettivo “triestina” mi ha insospettita: siccome i dolci di Trieste sono per lo più dolci-pacco,  ho preferito prendere un affidabile cono e documentarmi.
Zzi mi ha poi spiegato che la cassata triestina è una specie di Cucciolone artigianale (naturalmente “è il Cucciolone che è una sottospecie di cassata triestina confezionata”): due cialde wafer rettangolari separate da una mattonella di gelato assortito, che a Zzi pare che sia zabaione e fiordilatte, ma che, considerando quanto poco attento al cibo e ai dolci Zzi sia, potrebbe essere qualsiasi cosa.
Per i miei gusti, è un pacco, ho fatto bene a prendere il cono.

Ho scelto fiordilatte e crema catalana. Zzi ha preso crema e capo in B.

Mi è piaciuto molto il fiordilatte, cremoso, ma non lepegoso, con il netto sapore del latte non coperto dallo zucchero.

La crema catalana è un gusto senza dubbio goloso, ma a mio parere ancora un po’ distante da quello del dolce che lo ispira: un po’ troppo dolce e troppo poco “brulè”. Somiglia piuttosto al dulce de leche, il che è per me motivo di somma gioia, ma devo ammettere a malincuore che la somiglianza con la crema catalana vera e propria non è centrata in pieno.

Non ho assaggiato la crema, che ricorderete essere il mio gusto preferito, perché ho smesso di mangiarlo, ma ho assaggiato il gusto capo in B, e mi è piaciuto molto.
Dovete sapere che nelle gelaterie di Genova è diffusa la panera, che è un semifreddo al caffè di cui ho sempre apprezzato il sapore, aromatico, ma non troppo intenso, ma di cui non ho mai apprezzato la consistenza, troppo grassa al mio palato.
In alternativa c’era – e c’è a Trieste – il gelato al gusto di caffè, che trovo troppo concentrato e che mi stufa presto, se non abbinato a qualcosa di cremoso e neutro, come fiordilatte, stracciatella o panna.

Il gusto capo in B – che poi altro non è che il gusto cappuccino, perché mica c’è il vetro! – riassume il meglio di queste due specialità: il sapore aromatico, ma delicato della panera, e la consistenza cremosa, ma fresca del gelato.
È abbastanza dolce: se non siete degli integralisti del caffè nero senza zucchero, lo adorerete.

Menzione d’onore per la cialda del cono: croccantissima (quindi fresca) e di un wafer bello spesso, capace di non cedere neanche fra le mani del più lento leccatore del mondo (io: dovete sapere che – a dispetto della mia risaputa voracità e del mio amore viscerale per il gelato – impiego ore a finire un cono).

Il personale

È gentile, accogliente e ha un aspetto pulito e in ordine.
Non posso valutarne l’efficienza, perché quando Zzi e io abbiamo visitato la gelateria di piazzale Gioberti, eravamo gli unici avventori.
Di certo, non ci ha colpiti per un’ingiustificata lentezza.

Il prezzo

Panico.
Non mi ricordo se 1,10 o 1,20 euro a pallina (lo sapete, non è vero, che a Trieste il gelato si vende in unità di palline?).
Le palline sono generose, quindi, anche fosse 1,20, il rapporto qualità/prezzo sarebbe buono. Tutt’al più, è ottimo.

Valutazione:

Immagine:

3 palline: passabile

Non è brutta, anzi, è che non c’è.
A me piacciono gli esercizi commerciali “minimal-sinc”, cioè quelli in cui il minimalismo è sincero e non è il prodotto di un estremo artificio, e non trovo che l’essenzialità sia un difetto, ma qua par quasi che non ci siamo manco sbattuti a trovarci un nome… e che caspita!

Ambiente:

4 palline: buono

Anche in questo caso, apprezzo molto il non essersi persi in fronzoli, anche se c’è un certo margine di abbellimento. Un punto è conquistato dalla panchina all’esterno riservata ai clienti e dalla disponibilità di altri alimenti.

Varietà di gusti:

4 palline: buono

Dovendo essere obiettiva, non posso dare un solo voto in più, perché sono oggettivamente pochi.
Neppure uno di meno, però, perché ci sono comunque gusti insoliti e diverse specialità vanno a rotazione, permettendo anche al cliente affezionato di assaggiare sempre qualcosa di diverso.

Materie prime:

NP
A giudicare dal gelato, scommetterei sulla loro bontà, ma non posso inventarmi dati che non ho!

Sapore e consistenza del gelato:

5 palline: ottimo

Buono, buono, buono!
Non troppo dolce, non troppo squaglievole, non troppo lepegoso… come a dire: l’idea platonica del gelato.
Per il mio palato, ai gusti che ho provato manca il quid che mi fa gridare al miracolo, ma questa è la valutazione più difficile da compiere oggettivamente.
Vale senz’altro la pena una sosta.

Valutazione complessiva:

5 palline


Come ho già avuto modo di dire, la valutazione complessiva non è la media delle altre, poiché le voci strettamente relative al gelato hanno più peso.
Sono del parere che si vada in gelateria per mangiare il gelato.
Pur apprezzando e volendo rendere merito alle gelaterie che curano anche l’ambiente, se voglio trarre piacere dalla contemplazione delle pareti, vado a una mostra; se vado in gelateria, mi interessa che il posto sia pulito e che il gelato sia buono.
E vonde.

 

 


 

E se volessimo mangiare una pizza?
E se preferissimo una birra?
E se fossimo in centro a Trieste e non sapessimo che fare?

“E, e, e…”

Ecco la guida di Larrycette per visitare l’indispensabile di Trieste in un giorno o due

Si intitola 2(0.000) passi a Trieste ed è disponibile qui

11 thoughts on ““Gelateria” di piazzale Gioberti – Guida alle gelaterie di Trieste [3]

  1. Giraffa

    Meno male che hai ripreso questa saga, ne sono proprio felice, non stavo nella pelle.
    Firmato l’amica panzona diabetica che non si avvicinerà ad un gelato prima di novembre inoltrato!

  2. The Speaker

    Dal servizio non si evince se alla gelateria “Gelateria” fanno il caffè shakerato con la panna appena fatta o, in alternativa, le granite. Grazie

  3. Lucy Van Pelt

    Non penso di poter superare questa cosa di Tony Lamponi che ha chiuso senza che io abbia mai assaggiato il suo gelato. Ho il suo adesivo attaccato alla porta di casa. Era uno degli highlight suggeriti ai miei genitori per la loro visita a TS.

  4. Larry Post author

    Il fatto che talvolta, per meglio mimetizzarmi fra gli indigeni, io abbia usato la forma femminile per riferirmi agli autobus, non significa che io approvi e condivida questa pratica, che – anzi – colgo l’occasione per stigmatizzare.

    Lucy, non dirmelo, non ho ancora elaborato il lutto, passo davanti alla serranda abbassata e la guardo con l’espressione dolente e contrita con cui si guarda l’uscio dell’ex-fidanzato.
    Il primo passo è perdere la dignità e andare a chiedere notizie al suo vicinato, dopo di che trovarlo e implorarlo di tornare.

    (Speaker, ti ignoro di proposito, ma ti amo alla follia. Giraffa, resisti!)

  5. Metka

    Stai risvegliando i ricordi delle mie origini triestine! Ci passavo ogni giorno andando a scuola, ma a quell’epoca (eh) c’era un negozio….. di abbigliamento (se non sbaglio). A quel punto Il Fornaio di fianco era molto piú interssante :)

  6. Emma Cergolj

    Ho avuto l’occasione di prendere un gelato in questa gelateria e devo dire che era molto buono, sapete per caso dirmi l’orario di apertura e chiusura?

  7. Larry

    Ahimè, è da questa estate che non bazzico il ridente rione di San Giovanni e non ho informazioni dettagliate a riguardo.

    … Ma ho una fantastica tessera della piscina che i Giraffi e la famiglia Guancette mi hanno regalato per il compleanno (metà ottobre, ndr), presto farò un sopralluogo in zona!

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