Gostilna Turk, Hotedršica (Slovenia) [1]

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Facciamo finta che sia ancora il 4 luglio e facciamo gli auguri a Nini, che ha compiuto 21 anni.

C’era una volta…Un Re! – Diranno subito i miei piccoli lettori.
No, piccoli saputelli, questo non è l’incipit di Pinocchio; c’era una volta – non interrompete! – una piccola, tenera Larry, che viveva nella sua casetta arancione con un piccolo, sodissimo, Zzi. A Larry piaceva molto invitare gli amici lontani e ospitarli qualche giorno, e le piaceva cucinare per loro dalla colazione allo spuntino di mezzanotte. Anche a Zzi piaceva molto ospitare gli amici, ma un po’ meno, perché doveva stirare doppie lenzuola e pulire la cucina, segnata dall’utilizzo di Larry.

Qualche settimana fa, Larry doveva finire un lavoro (che poi non ha finito, ma non lo avrebbe finito comunque) e pregustava già l’intero weekend per potervisi dedicare, mentre Zzi pascolava felice nella steppa istriana.

Qualche giorno prima dell’atteso weekend, Zzi dice: “Indovina chi viene a trovarci!”. E Larry risponde “Chi?”. “Rem!” dice Zzi. “Quando?”, domanda Larry. “Venerdì” è la risposta di Zzi, che aggiunge “per la corsa dei cinghiali”. Larry non si preoccupa, perché sa che la corsa dei cinghiali è a giugno inoltrato, ma si interessa alla faccenda “Ah, bene! E Quand’è?”. “Venerdì”, ripete Zzi. “Sì, ma quale?” ribadisce paziente Larry, che ben ne tollera l’approssimazione espressiva. “Questo! ‘Venerdì’ è ‘venerdì questo’” rivendica Zzi, che per una volta aveva indovinato l’espressione esatta. “Hai fatto proprio bene a invitarlo” ha chiosato Larry

 

Durante il suo fine settimana triestino, rem ha trovato un sacco di gare di ortienteering e di trail-o che si tenevano nelle viicinanze, e non se n’è risparmiata una. In compenso, le brevi trasferte ci hanno imposto di consumare fuori molti pasti, perché io non avev o cucinato niente, né avrei più avuto il tempo di farlo, e ho potuto testare un paio di nuovi posti per voi. Uno di essi è la gostilna Turk a Hote…

La località non è delle più amene, ma ha graziosi dintorni. Peccato sia raggiungibile solo da strade tortuosissime e ci siamo siamo dovuti fermarei due volte per cercare di convincere la mia colazione a non sedersi accanto a me. La trattoria ha, da fuori, un’aria sospetta: è una casa con un’insegna, ci vuole la sfacciata fiducia nella propria fortuna, che solo Zzi ha, per decidere di provare un posto così poco invitante. All’interno, l’arredamento passa da rustico – nella sala dove è collocato il bancone del bar, arredata con lunghe panche e tavoli di legno – al dignitoso della sala ristorante, dove i tavoli hanno forma e dimensione standard e sono apparechiati con tovaglie di stoffa. L’insieme è sorprendentemente fine, nonostante le posate semplici e i tovaglioli usa e getta (che, personalmente, dovendomici strofinare la bocca, in cuor mio ho sempre preferito. Entusiasmo mio e di rem alla comparsa della cameriera: giovane, bella di una bellezza dolce, con lineamenti chiaramente eurorientali, eppure senza l’aura di sfrontatezza di molte sue corregionali, consapevoli della loro avvenenza. Mi riciclo la perfettamente calzante definizione di rem: genere “figlia del fattore”.

Ma sulle diverse varietà di krompir (la patata della ex Jugoslavia) ci soffermeremo un’altra volta.

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