L’essiccatore, questo sconosciuto

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OGGI FACCIAMO GLI AUGURI A OTTI, HE HA COMPIUTO 21 ANNI!

Recentemente ho scoperto che, quando parlo, do per scontate troppe cose.

Per esempio, io ho la fantastica tendenza a dimenticarmi i segreti. Cioè: me li ricordo, ma mi dimentico che sono segreti.
Un caso clamoroso è accaduto non molto tempo fa con il corso di yoga. Come facilmente immaginerete, mi vergogno come una ladra ad andare in palestra a fare yoga; mi vergogno nell’atto di andarci (sono tutte più brave e più ricettive di me: mentre le venticinque gnocche nella stanza entrano in sintonia con le energie dell’universo, per me chiamano i soccorsi pensando a una crisi di epilessia) e mi vergogno del fatto che si sappia che ci vado, così – per risparmiarmi almeno una umiliazione su due – avevo deciso di non farne parola con nessuno.

La prima a ridermi in faccia fu la Giraffa, quando mi chiese di incontrarci un determinato pomeriggio e io, candida, le risposi “Eh, no, scusa, mercoledì non posso perché c’ho yoga – d’ho!”. Poi fu lo Speaker, che una sera dovetti salutare di corsa con un disinvolto “Perdonami, ti devo lasciare perché sto entrando a yoga – d’ho“; tra l’altro, è colpa mia se scrive poco, è ancora là che si tiene la pancia dal ridere.
Poi vennero, in ordine sparso, Darietto (“pensa che mi scrocchia anche la spina dorsale, da quando faccio yoga! – d’ho“), la Cri (“… ma perché non vieni nella palestra del CUS, scusa? Io lo faccio là – d’ho“), Otti (“… no, quelli sono i calzini con la gomma sotto, per fare yoga  – d’ho!”), l’Idolo (“Tu non hai idea quanta ce n’è alla palestra del CUS, dove faccio yoga – d’ho“) e, naturalmente, in caso mi fossi scordata di sputtanarmi con qualcuno, lo dissi in un post.

Ma non è di questo che volevo parlarvi.
La morale di questa introduzione è che, se avete bisogno di confidarvi, io vi ascolto volentieri, ma non affidatemi dei segreti, perché non sono al sicuro.
Ciò accade perché do per scontato che i miei interlocutori abbiano accesso alle stesse informazioni cui ho accesso io, e lo faccio anche quando gli argomenti non sono segreti.

Da poco, infatti, ho scoperto che alcuni di voi non sanno cosa sia un essiccatore.

Cioè, lo sanno, perché – diciamocelo – non è che il nome sia così misterioso da non far intuire la sua utilità, ma in dettaglio qualcosa sfugge.

L’essiccatore, questo sconosciuto

Un essiccatore è un dispositivo che essicca le cose (e fin qua…); è composto da un tunnel in cui sono disposti dei cassettini traforati,  e da un motore che soffia aria calda sui cassetti, affinché le cose (tipicamente alimenti) contenute nei cassettini si essicchino.

E che bisogno c’è di un essiccatore, per essiccare le cose, quando c’è il sole? – diranno subito i miei piccoli lettori.
La risposta è insita nella domanda: “quando c’è il sole”. A volte il sole non c’è; luglio è probabilmente il mese migliore per essiccare, solo che per trovare un fungo bisogna andare in Lituania… per carità, ognuno è padrone di andare a funghi dove vuole, però…

A parte il fatto che, se fate essiccare le zucchine stendendole sui pannelli solari, non è che le preziose sostanze nutritive al loro interno arrivino proprio-proprio inalterate nel vostro organismo, in generale essiccare col BiDo (all’anagrafe Biosec Domus, ne ho già parlato) dà quel minimo di controllo sul processo che aumenta di molto le probabilità di non dover buttare giù dal cesso tutto il cibo.

Ma non è di questo che volevo parlarvi.
Prima di arrivarci, sappiate che se volete approfondire l’argomento “essiccazione“, il blog Essiccare.com è molto illuminante. Attenzione, però, perché non è il sito aziendale, dove si descrivono i prodotti, è un blog di ricette e informazioni sull’essiccazione in generale, inclusa quella effettuata con sistemi diversi dal Biosec, quindi se volete informazioni sull’elettrodomestico dovete andare qui.

A questo punto, la domanda è: perché uno dovrebbe voler essiccare?
Non sono più buone le cose succulente?
Certo, ma non sempre (mangiate una zucchina fresca cruda e mangiate una zucchina-chip, poi ne riparliamo), e poi le cose secche durano di più ed è pratico per farsi le scorte.

Ma non è di questo che volevo parlarvi.
Ci sono un sacco di cose che, una volta essiccate, possono essere lavorate diversamente e hanno un impiego diverso in cucina. Cioè: non si essicca solo il fungo per reidratarlo prima di metterlo sulla polenta, ma si possono “inventare” nuovi ingredienti che restano secchi, tipo lo zucchero integrale alla scorza di arancia e batata che ho usato per decorare i biscrudi orientistici a fine gennaio, e infiniti altri preparati – anche con impieghi un po’ più vasti di questo – per ricette varie.

In pratica, il solo limite è la creatività.

Ed era di questo che vi volevo parlare.
Io ho chiaramente un problema di creatività, come forse l’assiduità dei post sullo sloveno vi aveva fatto sospettare.
Guardo BiDo e vedo solo le ricette degli altri, io non ho ancora inventato niente, perché sto alla cucina come il correttore di bozze sta allo scrittore: non è che non lo so fare, posso farlo anche piuttosto bene, è che non mi era venuto in mente.

Ho bisogno di un corso di essiccazione!

 


“A che cazzo serve un corso di essiccazione?” mi ero domandata quando ne avevo appreso l’esistenza. In effetti, il Biosec è un elettrodomestico a prova di australopiteco, tant’è che lo uso senza problemi perfino io: lo riempi, lo attacchi alla corrente e lo azioni, che cazzo ci vuole?

Poi ho capito: sono corsi di cucina con l’essiccatore.
Belin!
Ti insegnano a far da mangiare con le cose secche. Cioè ti dicono un sacco di quelle cose che a me, da sola, non vengono in mente.
Hanno tutta l’aria di essere una figata, mi piacerebbe taaaanto andarci. Magari ci andrò, chissà…

Il costo non è irrisorio, ma io che ho a lungo lavorato in un ristorante e conosco la levatura degli insegnanti, capisco che non può essere di meno; quando Zzi si sarà stufato di me, se non mi sposa Bruce, e non mi sposa Vinicio, e non mi sposa Faso, e non mi sposa Paolo Conte, e non mi sposa Chomsky, e non mi sposa Bergonzoni, e non mi sposa Veronesi, e non mi sposa Pennac, e non mi sposa Benni, e non mi sposa Mel Brooks, e non mi sposa Al Pacino, e non mi sposa Adrien Brody – dato che Mastroianni e Cary Grant sono morti, e Hans Schnier, Linus Van Pelt e Benjamin Malaussène non esistono -, ci provo con Igles Corelli!

Oltretutto – lo dico per quelli che non hanno un essiccatore – se decidi di comprare l’essiccatore, dopo il corso, te lo scontano dell’importo del corso stesso, quindi una certa convenienza c’è.

Ora voi penserete – miei accorti Piccoli Lettori – che vi racconti tutto questo per fare reclame ai miei amici della TauRo, che producono gli essiccatori con cui vengono svolti i corsi.
Va beh, come dicevo, non sono il drago dei segreti e dei sotterfugi, quindi non nascondo che, se l’iniziativa ha successo, come merita, sono molto contenta per loro.
Inoltre, se avete già deciso di comprarvi l’essiccatore, ma state rimandando da un po’, questa potrebbe essere un’ottima occasione, così con la stessa spesa vi fate anche il corso con gli chef e appena arrivate a casa mi pisciate in culo; se, ogni tanto, questo blog serve anche a dare informazioni utili ai miei PL, non può che farmi piacere (ma un guest-post di gratitudine a tema essiccazione, a quel punto, me lo aspetto).

Sì, quanto sopra è senz’altro vero, ma, se guardo nel mio cuoricino, la verità è un’altra.
La verità è che spero che – ora che sanno che questi corsi mi entusiasmano tanto – i miei amici della TauRo, dopo avermi regalato l’essiccatore anni fa e il motore nuovo lo scorso Natale, mi facciano pure lo sconto sul corso!

5 thoughts on “L’essiccatore, questo sconosciuto

  1. Pingback: Parlano di noi… | in Cucina con Biosec

  2. Otti

    Come sarebbe a dire che Benjamin Malaussène non esiste?!
    Adesso mi dirai che anche che Babbo Natale non usa la slitta, tzé.

    In ogni caso io conosco degli altri segreti che hai lasciato trapelare con leggiadra inconsapevolezza. Ma non li rivelo perché io lo so, che sono segreti.

  3. Larry Post author

    In effetti, il mondo sarebbe insopportabile se non avessi l’intima, irrazionale convinzione che, da qualche parte, Ben esiste.

  4. The Speaker

    Buongiorno, qui c’è gente che vorrebbe smettere di ridere… e lo yoga non c’entra proprio un bel niente … d’ho!!! Se io fossi il padrone della “E-ssì-ccaxxo! L’essiccatutto che si fa il mazzo (per te)” comprerei la pagina internet e ne farei pubblicità durante l’orario di prime-time. Con gran finale in glissando di Larry che scappa verso il tramonto vestita da sposa inseguita da Little Steven, Luis Vinicio, Elio, Antonio Conte, Robert Barsky, Bartezzaghi, Marcello Veneziani, Paolo Villaggio, Benny Hill, Gene Wilder, Robert De Niro, Denzel Washington… li ho finiti tutti ‘sti caxxo di nomi???… no, ci sono pure tutti gli orientisti che non hai citato!!! :-)

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