Repost >> Ori-abeceDario per Sartine e Cuochette (G-I)

Buon sabato, miei piccoli lett-ori.
Oggi vi propongo la replica di un post recentemente pubblicato, che, di fatto, costituisce il secondo regalo di compleanno ricevuto (ma non temete: ho finito di sbandierarli).
Lo faccio sia perché temo sia sfuggito ai più (ma non alla nostra Annamarì), troppo concentrati sull’appassionante tenzone per la Maglietta Megalomane, sia perché vi immagino ansiosi di leggere aggiornamenti dal più letto blogger di C.O. in Italia (che – non è elegante farlo notare – scrive per me), e m’è parso carino fornirvene, nel mio piccolo.

 

 

 

Buona lettura.

Rubrica a cura di Darietto

G come Gropada

Una delle cose belle di questo nobile sport è che spesso si pratica in posti dimenticati da dio e dagli uomini, in cui mai e poi mai metteresti piede se una gara non ti ci portasse, ma di una bellezza straordinaria, o straordinariamente suggestivi. È il caso di Gropada, dove si è corsa la penultima prova del campionato italiano 2012, un paese microscopico al confine fra l’Italia e la Slovenia, in pieno Carso, a pochi km da Trieste e a tantissimi da qualsiasi altro posto del mondo.
La gara era a cavallo del confine, e là dove fino a non molti anni fa c’erano le guardie che ti impallinavano se cercavi di passare, adesso si corre giulivi nei boschi, incontrando enormi cartelli con scritto “confine a 10 metri”. Altra caratteristica molto suggestiva del luogo: la sovrabbondanza di muretti a secco, che in tempi recenti, ma che sembrano remotissimi, dividevano microscopici appezzamenti di terreno. Nella gara, degli aitanti trentacinquenni, in poco più di un’ora di corsa, ne hanno scavalcati 84!

H come Hotel

Amore, questa mattina ho pensato che questo fine settimana potremmo fare un weekend romantico in un bellissimo hotel di XXX, ti va?” La risposta dell’Amore in questione è uno degli indicatori della anzianità e comprensione nella coppia dove lui è un orientista. La neofidanzata dirà cinguettando come un usignolo “Davvero amore cicci tesoro??? Che bellissima sorpresa, come ti amo, come mi ami, come stiamo bene insieme” e suggellerà tutto questo con un bacio mozzafiato, o, nelle condizioni che lo permettono, con un subitaneo amplesso mozzafiato. La compagna di lungo corso emetterà invece un sonoro ruggito nel quale anche i dirimpettai della casa a fianco distingueranno chiaramente un “e che c**** di gara c’è in questo b*** di c*** di XXX????”. Nel primo caso l’orientista sorriderà sornione pregustando la gara di XXX che da mesi ha segnato in calendario e si godrà l’immeritatissimo premio. Nel secondo cercherà di convincere la sua dolce metà che in realtà XXX nasconde rari tesori della pittura rupestre del tardo medioevo, per non parlare delle rinomate prelibatezze culinarie della zona e di quanto è delizioso il piccolo hotel con centro wellnes che è riuscito a trovare, tentando nel contempo di evitare tutti gli oggetti contundenti che si dirigono a forte velocità nella sua direzione.

I come Infortuni

Il nome del santo protettore degli orientisti, che è probabilmente una divinità nordica, dato che la nobile arte viene da lassù, non è giunto fino a noi. Cionondimeno deve essere un gran figo dato che rispetto a quanto pericoloso è questo gioco, gli infortuni sono relativamente rari. Si può in compenso contare su una certa varietà, che, cosa rara nel panorama sportivo planetario, possono interessare qualsiasi parte del corpo. Si parte dal classico “storta ad una caviglia” o “botta al gomito”, per proseguire con i già più ricercati “zecca nella gamba”, “zuccata contro la roccia”, “spatasciatura di tutto il lato A per inciampo mentre si correva leggendo la carta”, “orbita oculare tumefatta per schianto contro il cranio di un concorrente che proveniva nel senso di marcia opposto”, “ferita lacero contusa da filo spinato arrugginito non notato nel passaggio”. Sono però noti anche casi di “ferita profonda per paletto di ferro di staccionata infilzato in una coscia”, “sciock anafilattico per puntura di vespa in gola”, e “frattura di gamba per rovinosa caduta durante ripida discesa”. Nessuno di questi infortuni è però mai stato considerato sufficiente per smettere di fare orientamento. In molti casi non viene considerato sufficiente neanche per interrompere la propria gara.

Segue

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