Ove “rotolo” è un sostantivo e indica un dolce fatto con il pandispagna arrotolato, e non è la prima persona del verbo “rotolare”, ché conoscendomi potreste pensare che “rotolo colle fragole” significhi semplicemente che io ho preso l’abitudine di andare in giro (per l’appunto rotolando, data la mia forma sempre più sferica) recando meco delle fragole.
Perché vi propino questa ricetta? Perché è di stagione ed è venuta particolarmente bene?
Certo che no, cazzo ci è mai fregato a noi di Larrycette della pertinenza e del risultato?
Lo dico per i nuovi lettori: “noi di Larrycette” siamo sempre io e le vocine nella mia testa, ma oggi c’è una gradita guest-star, come vedrete alla fine (concedetemi un po’ di suspense).
Oggi vi parlo del rotolo colle fragole¹ perché la Giraffa ha scelto questo invitante frutto come tema dell’ottava tappa del suo CAL, e ho dovuto prepararlo per partecipare.
Vediamo come è andata!
Gli ingredienti per il rotolo di pandispagna colle fragole sono il pandispagna e il ripieno con le fragole, solo che, siccome nessuno dei due cresce sugli alberi – e anche qualora ci crescesse, non ho tutta ‘sta confidenza con gli alberi per andare a cogliere i loro frutti – bisogna preparare entrambi.
Ecco cosa ci vuole:
Per il pandispagna
- 4 uova
- 200 grammi di zucchero
- 200 grammi di farina 00
- solito pizzico di sale
- bustina di lievito istantaneo per dolci
Per il ripieno colle fragole:
- fragole (ditemi che non ve lo dovevo dire)
- marmellata di fragole (facoltativa)
- ricotta
- burro
- un po’ di zucchero
- quello che vi pare in più, anche niente
Si tratta, tutto sommato, di una ricetta facile, con un procedimento semplice e collaudato… da tutti tranne che da me, che qualche pasticcio l’ho pur sempre combinato.
Fate tesoro dei miei errori perché con questa ricetta potete fare praticamente tutti i rotoli di pandispagna: basta cambiare ripieno e, eventualmente, aromatizzare il pandispagna (ad esempio col cacao), e si può rifilare agli ospiti lo stesso dolce per un anno intero senza che quasi se ne avvedano (quasi).
Gli otto passaggi per preparare il rotolo con le fragole
1: montare tuorli e albumi separatamente
In un recipiente capace si montano le chiare d’uovo a neve ben ferma.
Ora che sono vecchia e frettolosa mi sono arresa e sono passata allo sbattitore elettrico, ma continuo a caldeggiare l’impiego della frusta a mano ogni volta che si può.
In un altro recipiente si montano i rossi con lo zucchero. Il tuorlo è facile da montare e se c’è un po’ di albume sulle fruste dello sbattitore non succede niente, mentre se cercate di montare gli albumi con le fruste sporche di tuorli succede un patatrac.
Profi-rat: Cercate di non far fuori a ditate il tuorlo crudo con lo zucchero.
[bctt tweet=” #Larrypensiero L’unica cosa più buona del tuorlo crudo con lo zucchero è il tuorlo crudo senza zucchero.”]
2: fare l’impasto incorporando la farina ad entrambi
Dapprima bisogna amalgamare tuorli e albumi.
Sapete tutti che vanno mescolati dal basso verso l’alto, per evitare che si smontino; quello che nessuno dice è che è più facile aggiungere i tuorli agli albumi che non viceversa.
Ad ogni modo, le chiare si smontano comunque un pochino, ma fate del vostro meglio per non dissipare tanto dispendio di corrente elettrica.
Una volta fatte ricongiungere le uova, si aggiunge la farina, setacciandola gradatamente nel composto.
È opportuno miscelare alla farina il lievito, in modo che si distribuisca uniformemente senza richiedere ulteriori rimescolamenti.
3: stendere e cuocere il composto
Sembra una belinata, ma stendere il composto è bibiosissimo²: nei monasteri zen si pettina la ghiaia perché spalmare sulla carta da forno il pandispagna crudo causa accessi d’ira.
Poi si inforna il tutto a 180° per circa un quarto d’ora, minuto più, minuto meno; quando è cotto si vede, perché la superficie imbiondisce appena (se fate il pandispagna al cioccolato, che Dio vi aiuti).
4: sformare
Su un canovaccio pulito e inumidito, di dimensioni consone, si ribalta il pandispagna, badando a non ustionarsi con la teglia rovente nel corso della manovra acrobatica.
5: arrotolare
A questo punto, si rimuove la carta da forno, e si cosparge la superficie porosa del pandispagna con lo zucchero, del quale scopriamo così insospettabili proprietà antiaderenti.
Con l’ausilio del canovaccio, si arrotola il pandispagna finché è caldo, imitando la tecnica dei più raffinati cuochi di sushi di Manhattan (o dei più beceri kebbabari di Belleville).
Pare che questo passaggio sia importante affinché il pandispagna mantenga elasticità e possa, poi, essere nuovamente srotolato e riarrotolato.
6: preparare il ripieno
Nel ripieno si mettono senza dubbio le fragole, più una crema a base di latticini che conferisca grassezza e morbidezza. L’ideale sarebbe una panna grassa montata troppo, ma – per stare più leggeri – io ho optato per la ricotta.
Poi ci ho aggiunto del burro, perché mi è venuto in mente che, altrimenti, si sarebbe smontata.
L’eventuale zucchero va aggiunto alla ricotta lavorata, mentre la marmellata di fragole va spalmata separatamente.
7: farcire
A questo punto si srotola il cannellone gigante e se ne cosparge la superficie con la marmellata. Per rendere l’operazione più facile, bisogna scaldare la marmellata, affinché diventi più liquida. Questo consente anche di stenderne uno strato più sottile.
La marmellata raggiunge facilmente temperature elevatissime e va maneggiata con cura, perché si appiccica alla pelle come la pece e resta lì a bruciare finché non si raggiunge il lavandino.
Ovviamente, se la scaldate un po’ meno di quanto la scaldo io, tutto questo pericolo non sussiste.
Poi si distribuiscono sulla superficie smarmellata anche la ricotta e le fragole a fettine.
Siccome ho avuto l’impressione che il rotolo non fosse abbastanza ricco, ci ho aggiunto anche un po’ di rondelle di banana.
8. arrotolare!
Altrimenti non è un rotolo, è una torta, e neanche tanto bella.
Sulle prime ero tentata di inventare la pizza dolce e conquistare il mondo, poi mi sono fatta coraggio e ho arrotolato, sempre ispirandomi ai più beceri kebabbari di Belleville.
Il risultato finale non è male, ma poteva venire meglio, soprattutto perché il pandispagna non era abbastanza sottile (basta usare una teglia più grande) e le banane hanno aggiunto spessore a una cosa che non ne aveva bisogno.
Ad ogni modo, era buono, quindi potete fidarvi della ricetta e stare solo un po’ più accorti con le misure.
Pardon: colle misure.
Note al testo
1. mi ostino a usare la preposizione articolata per puro masochismo: presenta una vaga assonanza che mi incasinerà tantissimo in lettura ed è controproducente da morire nella ricerca dei motori.
2. bibioso, aggettivo triestino che significa, “noioso”, “difficoltoso”, “fastidioso” o anche “antipatico”, detto in genere di un lavoro da fare, di qualcosa che richiede più attenzione che fatica, tipicamente ripetitivo e spiacevole. Sbrogliare i capelli o il cavo degli auricolari sono classici lavori bibiosi.
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Ok, tutto bello… Ma quando me lo fai assaggiare? :-)
Ah, l’audio del video è un po’ da brividi… :-P
ha un aspetto ciccioso godurioso però sano.
comunque, ne ho voglia, ecco.
Perché ho l’impressione che l’espressione “però sano” contenga una punta di delusione?
di solito le cose cicciose e goduriose sono infami (Nutella. Salame. Panna. Single di ritorno. And so on). Il mio è puro stupore…
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The haunted hotel no longer excludes humans, but Dracula faces a new problem with his grandson who may or may not be a vampire like him.
The fact that Jonathan forms a connection with Mavis doesn’t make things any
easier. In March, look forward to “Hansel and Gretel Witch Hunters” a comedy horror that happens 15
years after the gingerbread house, taking a funny spin on the classic fairytale.