Dopo aver messo a dura prova i miei ospiti con le “melanzane fritte-e-solo-poi-marinate”, li ho vessati anche con il primo piatto: la Soljanka, una saporita zuppa molto in voga nella DDR, di cui esistono varie versioni.
[bctt tweet=”Soljanka, chi era costei?”]
Cos’è la Soljanka
Come si evince facilmente dal suono del nome, non si tratta di una pietanza di origine tedesca, ma ai tempi della DDR è diventata abbastanza tipica.
È arrivata nella Germania Est – e forse anche in altri paesi del blocco comunista – dall’Unione Sovietica, dove veniva preparata tradizionalmente.
La ricetta illustrata nel DDR Kochbuch (che io ho seguito) non è che una delle possibili varianti di questa saporita zuppa, che deve la sua popolarità proprio al fatto di potersi sbizzarrire nelle più disparate alternative e, in questo modo, far fuori con eleganza gli avanzi della cucina.
Storie di Soljanka
Io me la vedo la casalinga di Weimar che apre il frigo e ci trova dentro solo una salamella asciutta tendente al rancido, mezzo vaso di cetrioli in salamoia e un limone, lo chiude sconsolata e va al mercato a procurare del cibo per la famiglia.
Al mercato, chiede pregiati borlotti di Lamon, per fare una gustosa pasta e fagioli, ma siamo nel blocco sovietico, e non arrivano. Allora opta per un delizioso zemino di ceci, ma non ci sono neanche i ceci, perché i ceci vengono dalla Toscana, e siamo sempre dal lato sbagliato della cortina di ferro.
(In sottofondo, il triste lamento di un violino)
“Dann nehme ich zwei Zwiebeln. Haben sie doch Zwiebeln?”
“Na klar”, risponde l’Obstverkäufer di Weimar, che s’è vagamente scoglionato della casalinga che tutti i giorni viene a chiedere degli ortaggi da capitalisti, e se ora fa tanto di domandare una banana, la denuncia alla Stasi.
“Noch anders?”
“Nein, danke”
E la casalinga se ne va con le sue due cipolle, gira ancora un po’ fra i banchi del mercato e va da un altro Obstverkäufer a prendere l’aglio e i capperi, che quello di prima cominciava a starle un po’ sul culo e per giunta non aveva niente, neanche i capperi, che vengono dalla Dalmazia e non sono tutto ‘st’ingrediente esotico come lo voleva far sembrare lui.
La casalinga di Weimar torna tutta contenta nella sua casa di Weimar, un appartamento al sesto piano di un Wohnblock funzionalista, che non ha l’ascensore, ma sul tetto ha un bel giardino con un albero di alloro.
Dà fondo al frigo e prepara una bella Soljanka per tutta la famiglia.
Già pregusta la gioia dei suoi familiari quando torneranno a casa e indovineranno la sorpresa sentendone il profumo.
L’ultima volta che la casalinga di Weimar ha preparato questa delizia, il marito, sentendo l’odore leggermente pungente, ha vagato per mezz’ora per tutte e due le stanze della casa con lo straccio in mano, cercando l’angolo nel quale avesse vomitato il gatto.
Stavolta la casalinga di Weimar mette un cartello sulla porta per evitare equivoci:
“Alles in Ordnung mit der Katze. Ich habe Soljanka für die ganze Familie zubereitet. Freuen ihr darüber!”
e si dedica anima e corpo alla
Ricetta della Soljanka
- 2 cipolle
- 1 hg di pancetta
- 3 hg di “componente di carne”, che tipicamente è uno di quei saporiti insaccati tedeschi, tipo il Debrecziner, il Rohwurst o – stando al libro, tipico della DDR – il Bockwurst.
Io, che vivo a un passo dalla cortina di ferro, ho messo “salsicce di cragno”, un insaccato tipico sloveno (viene da Kranj) simile a wurstel, ma di grana più grossa, e wurstel. Voi italiani mettete pure solo wurstel, possibilmente un po’ cazzuti, tipo quelli affumicati altoatesini - 4 cetrioli in salamoia
- mezzo limone
- 1 hg di concentrato di pomodoro (belin, quanto! Ci metterò della semplice passata)
- 2 spicchi d’aglio
- 1 cucchiaio di paprika dolce
- 1 foglia di alloro
- 1 cucchiaio di capperi
- 125 ml di panna acida
- 1 litro e mezzo di brodo di carne (da me sostituito con brodo vegetale rinforzato con salsa di soia)
- sale e pepe
Tranne la pancetta, che va ridotta a dadini, si fa praticamente tutto a fette: l’insaccato, il limone, la cipolla e i cetrioli.
Si mette la pancetta in una pentola e la si fa “andare” un po’.
Si aggiunge la cipolla e la si fa soffriggere nel grasso della pancetta.
Poi si aggiungono il concentrato di pomodoro, la paprika, l’insaccato, il cetriolo, ci si spreme dentro anche l’aglio e si fa insaporire tutto assieme.
Ora si irrora tutto col litro e mezzo di brodo aromatizzato con la foglia di alloro, si fa cuocere per cinque minuti e si aggiusta a piacere di sale e pepe.
Arriva la parte che non ho capito.
A questo punto, la ricetta dice di trasferire la Soljanka in una zuppiera da portata, cospargerla di capperi e distribuirvi sopra e fette di limone (perché magari finora non era abbastanza acida), e di completare con la panna (acida!) appena prima di servire.
Quindi?
Deve cuocere solo cinque minuti?
Ma che ricetta è?
Non è una zuppa, è brodo de becchi! Bockbrühe!
– “Amore, ti ho fatto la Soljanka”
– “Oh, grazie, povera donna, tutto il giorno a cucinare…”
– “Ah, non dirmelo! Ma per te questo e altro amore mio”
– “Che donna dolcissima… senti tesoro, ma abbiamo cambiato la caldaia?”
– “Oh, sì, è venuto oggi il tecnico”
– “Chissà quanto è costata…”
– “No, niente, ha fatto la sostituzione gratuita: era un’offerta, se lo facevi venire oggi…”
Io non mi sono fidata e l’ho fatta cuocere una mezz’oretta, mi pare, prima di guarnirla di capperi, limone e panna.
E mi preme sottolineare che abbiamo la stessa caldaia da otto anni.
Dove ho imparato la ricetta della Soljanka?
Come ormai sapete tutti, per comporre il menu con le ricette tipiche della Germania Est ho attinto dallo splendido volumetto
DDR Kochbuch
che si trova in vendita su Amazon e sicuramente anche altrove, ma almeno Amazon è scritto in italiano (il sito, non il libro, che però è in tedesco comprensibile, a prova di Larry).
<3 oh, ma lo sai che non sembra una cagata?
sembra buona…
ma… la panna acida l'hai montata, o è proprio così?
rettifico: mi piace questa ricetta: fino alla terza foto era molto simile alla pastasciutta che mangio in sindrome premestruale (e di cui mi viene una voglia pazzesca anche adesso…)
Chissà perché ci deve essere sempre la citazione di qualcosa o qualcuno che arriva da Lamon… :-)
E non essere geloso!
Lo sai che sei il mio Speaker preferito (per quanto, Poetsch…)
E, infatti, Poetsch avrete :-)
adesso anche il tuo blog mi ripudia i commenti. annamo bene.
sono un paria dell’ammmore, dei capelli setosi e della comunicazione social…
Pingback: Menu tipico della Germania Est | Larrycette
ma, comunque, tornando a noi: sta roba è legale?