Wrecking Ball Tour 2012, Colonia [8]

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Wrecking Ball Tour 2012, Colonia | Giorno 2.
Anversa, Westmalle e arrivo a Kerpen (DE).

Kerpen e il Biergarten Schweitzer

 

Kerpen, hotel am Weyerhof

Kerpen è in già in Germania. Alex ci dice che è praticamente uno snodo autostradale e, in effetti, la parte che vediamo noi non è particolarmente suggestiva: è fatta di strade contornate di casette – con giardino, posto auto e phalenopsis alla finestra (ma vaffanculo, nel frattempo la mia sta di nuovo morendo) – qua e là interrotte da un concessionario, un centro commerciale, una pompa di benzina.

Ma Kerpen è anche a pochi chilometri da Colonia e offre sistemazioni a prezzi molto più competitivi, così Tour Operator Zzi ha prenotato qui una camera con colazione per la cifra con cui a Colonia, se va bene, ti permettono di dormire fra i cartoni.

L’albergatore è un signore con la faccia simpatica, il pizzetto e la canottiera sotto la camicia a maniche corte. È cortese e disponibile.
Scopriamo subito che è un cartografo mancato.
Ogni occasione è buona, infatti,  per lui per disegnarci una cartina.

Gli chiediamo indicazioni su dove andare a cena, ci fornisce diverse alternative descrivendoci con pazienza (perché io lo costringo a ripetere quindici volte espressioni come “destra” e “sinistra”) i locali e le loro specialità e ci indica il percorso sulla piantina della città, evidenziando le tratte, i punti, le scelte di percorso alternative. Lo ringrazio e ce ne andiamo prima che si metta a completare la rappresentazione con le curve di livello dei marciapiedi.

Passiamo davanti al Sandbar, un bar che ricrea l’atmosfera della spiaggia grazie al pavimento di sabbia. Sarà che non siamo fan delle spiagge di sabbia, sarà che non ne sentiamo poi così tanto la mancanza, vivendo sull’Adriatico, ma proprio non ci attira, e proseguiamo per il biergarten che, stando alla cartina, sta a trenta gradi est, dopo il posteggio del centro commerciale. Tiriamo un azimut col palo del Mac Donald’s, ci lasciamo il deposito dei carrelli sulla destra, costeggiamo il verde 3 e non appena si apre in esso un varco siamo arrivati.

Biergarten Schweitzer

Nonostante sia, di fatto, affacciato su una strada statale (si chiama Siemenstraβe, il che la dice lunga su cosa ci sia nei dintorni), questo locale è separato dalla strada da una siepe alta e fitta (verde 3 di cui sopra) che lo isola perfettamente e dà l’impressione di stare davvero in un giardino di campagna, in quel piacevole stato di natura-ma-non-troppo, in cui si gode l’ombra degli alberi, ma non cadono bachi nei piatti, dove svolazzano gioiosi uccellini, ma non gira una farfalla. L’ossimorica natura artificiale che tanto piace a Larrycette, dunque.

I camerieri sono di una disponibilità disarmante, fingono di capire quello che dico loro, poi tirano a indovinare e ci azzeccano.
Leggermente condizionati dal forte appetito e dalle numerose, tutte in apparenza irrinunciabili, specialità della casa, ci facciamo prendere la mano e ordiniamo troppe cose nonostante le porzioni che vediamo passare siano minacciose.

Zzi prende la grigliata mista della casa, io il filetto di maiale con la salsa bernese, und dazu una tarte flambée da dividere. Il contorno è compreso nei piatti principali.

La tarte flambée, dicevamo, è una deliziosa specialità alsaziana, che tutti dovrebbero provare una volta nella vita: è una sorta di piadina, ma è fatta con una pasta molto più sottile e leggera, che viene guarnita – tipicamente – con cipolle, dadini di speck e creme fraiche (accentate come volete). Esiste anche una versione dolce, con mele e cannella e, come per la pizza, non mancano le varianti apocrife, a fantasia del tartaiolo.

È una pietanza appetitosa, ma non per questo incapace di saziare. Dopo la terza fetta mi sarei potuta dire soddisfatta e avevo ancora tutto il filetto – con contorno di crocchette di patata e inondato di salsa- nel piatto.
La prendo come una missione e lo attacco con rispetto e metodo.
È squisito!
La salsa è decisamente troppa e – diciamocelo – ho fatto una mezza cazzata a non ordinarlo ai ferri, perché, si sa, a me le salse e gli intingoli strani piacciono, ma la carne è la carne e mi piace avere con essa un rapporto schietto e diretto.
Scordatevi che faccia metafore sessuali a riguardo.

Anche Zzi è entusiasta della grigliata e mi offre assaggi di ogni boccone che ha nel piatto. Forse è una strategia per far decrescere la massa di cibo da consumare, ma mi assicura che sia squisita; io, purtroppo, non ho la forza di verificare.
Intanto, buttiamo giù kölsch come se non ci fosse un domani, tanto siamo a piedi. La kölsch è la birra di Colonia, in Germania è considerata una specialità. In effetti è buona, è chiara e leggerissima, né dolce né amara, poco bolliciosa, praticamente senza schiuma. Fredda, va giù come l’acqua, non va né in vescica né in testa. Praticamente è acqua, diranno subito i miei Piccoli Lettori. Praticamente…

Anche qui veniamo via con una quarantina d’euro, che, in considerazione di quanto abbiamo mangiato e bevuto, è una cifra decisamente onesta.
Il Biergarten Schweitzer è più che “approved”, è addirittura…

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