Cena del 27 Novembre 2010

      3 Comments on Cena del 27 Novembre 2010

“Ma come?” –  Diranno subito i miei piccoli lettori – “Non sono nemmeno le undici del mattino e già ci racconti la cena di stasera? Te la inventi!”
Eh, no, carini: vi faccio l.a diretta minuto – per – minuto di quello che sto preparando. Perdonerete la brevità e frammentarietà degli interventi.

11:50

INtanto vediamo cosa ho fatto fin’ora: è da giovedì sera che sbuccio e affetto cipolle per la Suppa de xioule. Essa è semplice da preparare, ma diabolicamente lunga. Inoltre, poiché prima della cottura le cipolle sono voluminosissime, devo prepararla a rate perché non ho una pentola abbastanza grande. Si consideri che stasera siamo in otto e che ci vogliono, quindi, almeno cinque chili di cipolle, meglio sei per sicurezza, facciamo otto e stiamo tranquilli!

Poi ho fatto una formidabile Linzer.
Venerdì sera ho prparato l’impasto e l’ho schiaffato nel frigorirero, così questa mattina non ho ovuto far altro che stenderne due terzi sul fondo della tortiera, coprire con la marmellata e con il rimanente terzo di impasto, a mo’ di sudario, tipo torta di Nonna Papera. Per l’occasione, essendo stata di recente implicitamente criticata per non averne fatto uso finora,  ho guarnito la creatura con lamelle di mandorle (come effettivamente ricetta originale vorrebbe). Jindrak, mi fai una pippa!

Intanto le prugne secche sono a mollo nella grappa.

Ho rigirato la terza pentolata di zuppa di cipolle.
Regola numero uno: se decidete di scrivere il blog tra una remexiata di suppa e l’altra tenendo il computer in cucina, infilatelo in un sacchetto da freezer per preservarlo dalle vostre stesse mani. Già sul mio c’è un pasto completo.
Ora ho preparato il ripieno della quiche di spinaci e formaggio, ma la pasta sfoglia surgelata è ancora troppo fredda.
Per ingannare il tempo, avendo terminato le cipolle, sbuccio le patate con cui farò il purè.

Mentre prazavamo la zuppa di cipolle ha continuato a cuocere e le prime patate sono state messe a bollire. Non le ho fatte bollire tutte insieme perché ho finito le pentole sufficientemente grandi.  Quando la terza zuppa sarà al punto delle altre due, libererò la pentola media e la userò per il purè, ma intanto è bene che i nobili tuberi cuociano.

È il momento di provare a fare il Mohnstrudel.
Su di esso, penso che farò un’ospitata su Duericcheporzioni, sempre se avrò il benestare del tenutario.

Il Mohnstrudel entra nel forno alle cutuardis in punto. Dovrei preparare al quiche per entrarvi non appena lui esce, ma ho finito le teglie rettangolari. Che fare? Mentre ci penso, do una remexiata alle xioule.

Ho rimediato una tortiera a forma di cuore: non è esattamente rettangolare, ma non è nemmeno propriamente tonda; torna scomoda in entrambi i casi!
La terza pentolata di cipolle è quasi a tiro, da un cumulo di venti centimetri si è ridotta a una poltiglia di sì e no quattro dita, ma non è ancora stufata a dovere. Prevedo di unire la triforza fra non meno di un’ora.
Alle mie spalle, il Mohnstrudel promette male, ma tanto in sala c’è la principessa di tutte le torte che mi farà fare un figurone. Non sono mai stata tanto fiera dell’aspetto di una torta in vita mia….oddio, una volta sì, e la mia tracotanza è stata punita. Meglio abbassare la cresta prima che un branco di piranha risalga le tubature fino al mio cesso, attraversi in apnea il corridoio e decida di spirare facendo scempio della mia Linzer.
Mi incanto a osservare la pentola delle patate (secondo round) che oscilla sul fornello per l’impeto del bollore.

Estraggo lo strudel e inforno il tortino di spinaci e formaggio.
Inutile menarselo: è il momento di fare il pane. Comincio da una cosa facile e provo una miscela pronta che ho comprato al supermercato tedesco in Slovenia: farina, lievito e semini. Le istruzioni sono in sloveno e ungherese, poi giro il pacchetto e le trovo anche in austriaco. C’è proprio scritto “AT”, non “D” o “AT/D” a indicare le nazioni che possono comprendere quell’idioma. È chiaramente per austriaci, se sei tedesco, strozzatici. Più o meno capisco tutte le parole, mi avanza solo qualche preposizione, ma che sarà mai? E poi, la cosa importante sono i numeri.

Mentre il pane riposa schiaccio le patate.
Nota a margine: tra i vapori della zuppa di cipolle e delle patate che bollivano, mi sono praticamente lessata la mano destra. Se ne vanno così le ultime speranze di tenere attaccata la fettina di polpastrello tagliata che cercavo di riappiccicare al suo posto da giovedì sera.

I panini stanno lievitando.

Il purè è poco e sto facendo bollire altre patate.

Per le prugne, c’è tempo.

Non so più che scusa inventare per non cominciare a pulire.

About Larry

Un giorno Bruce Springsteen mi porterà via con sé, nel frattempo vivo avventure rocambolesche ogni volta che mi avvicino a un fornello e sottopongo ad attenta analisi tutti i locali nei quali vado a mangiare. Una volta ho incontrato un orientista e l'ho sposato senza comprendere la portata della tragedia. Il lamento dell'orientamento è su Larryetsitalia.net

3 thoughts on “Cena del 27 Novembre 2010

  1. susina

    bella compagnia per l’ennesimo triste fine settimana di lavoro.
    ripasso più tardi. saluti alla giraffa se c’è stasera.
    susidicogoleto

  2. Larry Post author

    Povera Susi!
    Ma gli ingegneri firmano un foglio di rinuncia al fine settimana e alla vita privata prima di discutere la tesi?

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