ELISA 30

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Oggi facciamo tanti – ma tanti – auguri a Elisuccia, che ovviamente ha compiuto 21 anni, ma che oggi riesce perfino a compierne trenta (quindi comunque pochissimi). Splendido traguardo di per sé, questi trent’anni di Elisa sono una doppia soddisfazione: da un lato, perché Elisuccia continua a dimostrarne 21 e può vantarsi in giro della sua vera età anagrafica suscitando stupita invidia, dall’altro c’è di che andarne fieri perché quella appena trascorsa è stata per lei (e la sua famiglia)  la settimana più massacrante della Storia dell’umanità e ho a tratti temuto che non arrivassero ad oggi.

Invece, come sempre accade con le donne (e il maschio, ammettiamolo) di quella casa, Elisa e i suoi hanno affrontato con furlana fermezza le incombenze e le difficoltà, risolvendole una dopo l’altra e trasformandole in successi.

Ieri sera, di ritorno dal trofeo delle regioni 2011, coperti di fango come due porci, abbiamo avuto il privilegio di prendere parte alla cena di compleanno che Elisa e i suoi hanno preparato per festeggiare: il vero evento dell’anno, al quale William e Kate hanno supplicato di poter partecipare, ma sono stati liquidati con “hmpfh, eeh non c’è posto” [“hmpfh” è il tipico sbuffo che Elisa fa quando deve perdere il suo prezioso tempo a spiegare cose evidenti, che poi, per educazione, cerca di confondere trasformandolo in un “eeh” di tentennamento].

Come i più affezionati sapranno, Elisa è la mia Musa del fornello ed è stata la mia salvezza quando, giunta da una città lontana, mi sono trasferita in una terra straniera e in una casa dalle bizzarre abitudini alimentari, abitata da un atleta e da una smilza per vocazione.
Io cercavo il burro, ma c’era solo l’olio, e si poteva usare solo per l’insalata; io volevo friggere, ma era Peccato; io volevo chiamare la pizza, ma i carboidrati a cena erano il Male; io preparavo le lasagne, ma ero tacciata di stregoneria e minacciata di essere arsa sul rogo insieme ai miei talismani di belzebù (la frusta per la panna, le formine dei biscotti, gli ingredienti per le torte) e la mia arma del demonio (lo zucchero).

Poi, è arrivata lei. In verità era arrivata poco prima di me, ma forze maligne ci hanno tenute separate per qualche tempo (anche il fatto che io dormissi fino alle tre del pomeriggio non era di aiuto a socializzare con una studentessa che stava a lezione dalle 8 alle 19), finché Lei, nella sua suprema bontà, non ha manifestato accoglienza e comprensione nei miei confronti, palesandosi come l’angelo salvifico che riportava la speranza nella mia vita.
Quando Zzi e Akira (la smilza:  coccolissima mula, ma su certi terreni proprio non riuscivamo a incontrarci) erano a lavorare, Elisa ed io andavamo a fare la spesa e cucinavamo tutto il proibito, ma grazie alla preziosa saggezza della mia amica friulana e alla sua equilibrata misura, incontravamo ugualmente il favore dei nostri conviventi/coinquilini. Una volta abbiamo perfino fritto. Abbiamo fatto delle frittelle così buone che ce le hanno spazzolate sotto il naso e noi ci siamo rimaste malissimo perché ci figuravamo una scorpacciata che non c’è stata (ma la soddisfazione di veder gli inappetenti farle fuori a quattro palmenti ancora ci sazia).

Quando dico che Elisa ha avuto un ruolo fondamentale nel mio matrimonio, non mi riferisco solo alle ammiratissime bomboniere che sua mamma ci ha fatto (e che lei ha passato notti a confezionare graziosamente, disfacendo i disastri che facevo io, progettando e realizzando, al contempo, le nostre strepitose partecipazioni), ma proprio al fatto che la sua presenza è stata fondamentale per inserirmi nella maniera meno possibile traumatica nella vita quotidiana di Zzi. Zzi ancora è indeciso se ringraziare.

E oggi Elisa compie trent’anni, e a me pare ieri che s’è laureata. Ah, come passa il tempo! Sono questi giovani che ci fanno diventare vecchi, sono loro che non dovrebbero crescere. E invece la nostra piccina è cresciuta e adesso ha trent’anni. Oh, Signùr, Signùr, di questo passo andrà presto in moglie. La nostra piccina sposata… ma ci pensi?
Ah, che malinconia e che commozione.
Prevedendo la mia reazione, Elisuccia e i suoi hanno preparato, per consolarmi:

Uno sfracello di antipasti tiepidi e squisiti, fra i quali:

Quiche di zucchine dell’orto personalmente coltivate da Quello lì;
Salatini con i pinoli e tramezzini assortiti;
Cappelle di fungo ripiene;
Crostone con carne e formaggio;
Peperoni a filetti conditi di segreti e gratinati;
Un paio di altri piatti che passavano e dai quali attingevo cose deliziose, che ora mi sfuggono

Uno dei miei primi piatti preferiti, che mangio solo da loro perché io non lo so fare e che sospetto abbiano fatto per me, e che se così non fosse prego Elisa e i suoi di non farmelo mai sapere:
Gnocchi di zucca.

Un secondo strepitoso, uno dei modi che preferisco di fare l’arrosto, che io non faccio mai perché ha l’aria di essere faticoso e non provo neanche a informarmi:
Arrosto con le prugne e le albicocche secche, che non avete idea di che morbido e gustoso e profumato e avvolgente e consolante sia

…con l’apparentemente semplice, ma in realtà laboriosissimo, e irresistibile contorno di:
Patate al forno sublimemente dorate
Cipolline borettane in agrodolce, per l’accaparramento delle quali ho ingaggiato un duello con il titolare di Elisa, lasciandolo in prognosi riservata (perché gli amici di Elisa sono miei amici e li rispetto).

Era molto buona anche la torta, sebbene non provenisse da nessuna delle miracolose manine delle Donne di Quella Casa. A voler fare un appunto, la scritta era piuttosto ermetica; per carità, griciana e era griciana, fedelissima alla legge della quantità “fornisci esattamente l’informazione necessaria, né più, né meno”, però era un po’ inusuale per una torta di compleanno. Fosse stato un voto su un registro, avrei capito, ma così… su una torta…
Anche Rosi ne era perplessa e aveva addirittura pensato di rifarla, ma poi ha optato per lasciare la torta come stava e dar modo agli amici più stretti intervenuti alla festa di prendere un po’ in giro la festeggiata.

Io ho subito pensato che ciò mi autorizzasse automaticamente a prenderla in giro in Larryvisione per la scritta che recitava:

 

ELISA 30

5 thoughts on “ELISA 30

  1. The Speaker

    Smentisco che tu sia tornata a casa coperta di fango. A meno che non ti sia impantanata con l’auto nel parcheggio…
    Nel qual caso hai una strana mania di identificazione con l’auto di ZZI (sarà stata ben quella a sporcarsi di fango)… ah già è anche tua… (e non cominciare a fare paragoni tra le dimensioni dell’auto e la tua taglia che ho ancora in mente il paragone che avevi fatto con la panchina del parco di Villa Tal dei tali di Trieste al trail-O).

    Insomma, quando hai lasciato la tenda dello speaker eri intonsa come una mannequin alle sfilate di MilanoModa! Poi quello che è successo dopo non lo so!

  2. elisa

    Che onore! Addirittura un post tutto dedicato alla sottoscritta.
    Confermo: gli gnocchi arancioni sono sempre preparati per te!

  3. Larry

    Elisa, racconta allo Speaker in che condizioni siamo arrivati e – soprattutto – che faccia hanno fatto i tuoi ospiti quando ci hanno visti. Marco ha esitato a darmi la mano, temendo il contagio!

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