Se parliamo del Nobel per la pace, è corretto! Diranno subito i miei piccoli lettori. Lo so, lo sanno tutti, lo so perfino io. Il quotidiano di Ezio Mauro, però, ieri – nel reportage anticipato in prima pagina e sviluppato a pagina 2 a firma dell’inviato Giampaolo Cadalanu – scriveva:
[…] Il quartiere governativo di Oslo sembra Kabul. La paura, la guerra, l’odio sono arrivati fin qui, nella terra tranquilla del premio Nobel, nella città dove persino israeliani e palestinesi si erano stretti la mano. La Norvegia è sotto attacco […]
Il periodo evidenziato viola la massima della quantità, ovvero quella di dare esattamente la quantità informazione necessaria, né più né meno.
Così facendo, cioè non specificando di quale premio Nobel si parli, si implica l’esistenza di un solo premio Nobel di riferimento, e si afferma che la città in cui viene conferito è Oslo. Così com’è, l’enunciato è falso
È palese che non si tratta di ignoranza dell’emittente, che si suppone conosca quale sia la capitale scandinava in cui viene assegnato il premio istituito per volontà dell’inventore della dinamite, ma di un banale refuso o di un’omissione della specificazione “per la pace”, che avrebbe reso la frase vera e l’avrebbe investita del carico retorico che avrebbe dovuto avere.
Peccato, perché, viste le circostanze dell’articolo, cadono proprio le braccia davanti a tanta sbadataggine.