Relativamente al concerto di Springsteen a Milano di ieri, 7 giugno, al quale non ho assistito, sono chiusa in un dignitoso e sofferente silenziio, che vi prego di rispettare.
Proseguiamo il nostro racconto.
Wrecking Ball Tour 2012, Colonia | Giorno 1.
Viaggio, Brugge e Gent.
Brugge, Café Vlissinghe.
Brugge, perché il Café Vlissinghe
Avendo compreso di essere indeboliti dalla fame, decidiamo di andare a ristorarci in un locale dove era stato Zzi, che gli era piaciuto molto.
Lo troviamo chiuso e ci affidiamo alla guida; date le distanze, la nostra scelta cade sul popolare caffè Vlissinghe. Per un attimo sono tentata di accomodarmi all’interno, poi la luce e la tranquillità del giardino conquistano anche me e sfido gli insetti, sedendomi fuori.
Una delle cose che più mi sono piaciute del Belgio è che ci sono pochissimi insetti. Nonostante fosse caldo, nonostante non manchino gli spazi verdi, nonostante siano molti gli esercizi che somministrano cibo all’aperto, sono pochissimi gli invertebrati che volano. Dato che Berlino era infestata dalle vespe e che una di esse mi aveva quasi mutilata, la cosa non può che rendermi felice.
Il menù del Vlissinghe… (anche) in fiammingo!
I toast costano in media sei euro, ma poiché non individuo alternative più economiche parimenti soddisfacenti, lo ordino, farcito con l’ananas.
L’ananas si sposa benissimo con la carne di pollo o di maiale e anche con il prosciutto cotto fa la sua onesta figura e il toast con l’aggiunta di ananas è una delle varianti che preferisco (e, si sa, sono una mezza autorità in fatto di toast). Le Giraffe non scappino inorridite, non ci proverò neanche, in futuro, a convincerle a provare.
Zzi ordina, invece, un toast semplice.
Sulle bevande, ci sbizzarriamo: non ci sono moltissime birre, in carta, ma abbastanza da mandarmi in crisi.
L’occasione è ghiotta per cimentarmi con il fiammingo. Imparo che “alla spina” si dice “Van het Vat”. Dunque “van” corrisponderà a “von” ed esprimerà provenienza. “Het” è con ogni probabilità un articolo e “Vat” è la spina. Decido che la “v” si pronuncia [f], così la parola acquista una rassicurante somiglianza con “fass”.
Poche righe più in basso, le birre (bieren) in bottiglia sono “op Fles”. “Fles”per “Flasche” mi sta bene, ma “op” per “in” è una soluzione un po’ scarsa, amici miei!
Ce ne saranno una dozzina, ma io ne vedo solo una, la mia amata Hoegaarden, che qui esiste in diverse forme, mai viste prima. Per la Grand Cru temo faccia troppo caldo e preferisco non ubriacarmi nelle prime tre ore di permanenza in questo paese, così opto per la rosée, che ha l’aria di essere più leggera e beverina.
Non sbaglio, peccato che è aromatizzata a qualcosa di dolciastro e fruttoso, tipo fragola o lampone. Non è buona, ma mi piace un sacco e va giù che è una meraviglia. Salda nel mio proposito di rimanere consciente, ne bevo solo una, ma giuro che se divento miliardaria me ne faccio riempire una piscina e ci faccio il bagno… Dopo aver debellato la fame nel mondo, le malattie, le guerre, le ingiustizie sociali e l’inquinamento, naturalmente.
Noto ora, mentre consulto il menù del locale per non scrivere baggianate colossali, che c’era una quarto tipo di Hoegaarden (oltre alla classica e alla Grand Cru, che comunque ho bevuto in seguito). Si chiama “Verboden Vrucht” e faccio presto a immaginare che significhi “frutto proibito”. Chissà com’era buona, e io non l’ho assaggiata!
La nostra esperienza al Vlissinghe
Intanto, ci fa visita un minuscolo cagnolino. Badate che so che l’espressione “minuscolo cagnolino” è grammaticalmente un errore, perché il concetto -in questo caso – di piccolezza va espresso o con l’aggettivo o con il diminutivo. Questo cane, tuttavia, è estremamente piccolo e credo anche giovane, perciò non ci sono altri termini per definirlo. Si chiama Freddie, ed è molto educato. Si piazza fra di noi, proprio accanto alla mia borsetta, che è il doppio di lui, e ci guarda. Io non intendo cedergli una briciola del mio costosissimo toast (il cui prezzo è parzialmente giustificato dal fatto che lo consumo su un tavolo apparecchiato ed è guarnito con una generosa insalata mista), che è buono, ma ha un sapore forte che non mi aspetto. Poiché in questa zona di certo non manca il formaggio, il toast non è fatto con le sottilette, ed è decisamente molto gustoso. È piuttosto piccolo e il pane è schiacciato, il che mi fa pensare che sia stato preparato in una bistecchiera anziché in un tostapane, ma sopra la fetta di ananas (che sta sopra e non dentro) c’è un’ulteriore porzione di formaggio fuso; ipotizziamo, dunque, che sia stato ripassato in forno, o con la fiamma ossidrica.
Zzi ha scelto una Hommelbier, nonostante Grietje lo avesse avvisato che è piuttosto amara. Ne è estasiato, io ne assaggio un microsorso e faccio smorfie per dieci minuti.
Freddie si addormenta in piedi. Gli si chiudono gli occhi e gli ciondola il capino, ma non cede la posizione. Dopo qualche minuto, in un momento di debolezza, si accascia e si addormenta. Poi, ridestato dal leggero rumore dei vassoi, si dirige pimpante verso un altro tavolo.
Il posto è incantevole, ventilato e tiepido, e potremmo starci tutto il pomeriggio. Poiché le birre costano meno che in Italia, alla fine non spendiamo di più che prendendo le stesse cose nel nostro paese.
Tutto sommato, possiamo considerarlo