La verità sul WOC [7]

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La verità sul WOC

 

cap.7, 12 luglio 2014

 

Arriva il 12 luglio ed è il momento della staffetta: siamo al commiato dei Mondiali.

È l’ultimo giorno, c’è aria di svacco!

A Campomulo il piano “parcheggi a valle + navette per salire” funziona quanto le opere di contenimento del Bisagno a Genova e tutti quanti (pullman, auto, camion, camper, risciò) arrivano e parcheggiano direttamente sul campo di gara accanto alle lanterne del percorso.

È l’ultima fatica ma non c’è margine per il recupero da parte degli Organizzatori che devono anche occuparsi della cerimonia di chiusura a Lavarone, che avverrà la sera stessa.

Le staffette sono divertenti, soprattutto quella femminile che in ultima frazione rievoca la fantastica edizione 2011 di La Feclaz che aveva avuto sette diverse nazioni al comando in ultima frazione (a Campomulo sono solo tre, ma è divertente uguale).
La staffetta maschile vive sul possibile sprint tra Svezia, Svizzera e Francia, ma Gustav Bergman in ultima frazione prende il largo a velocità warp su un terreno che è praticamente un campo minato con i cavalli di frisia, ed arriva bello pulito e solitario con la sua crocchia di capelli che lo fa sembrare mia nonna.

Al termine della gara si scatena un nuovo diluvio; anche questa volta ci sono già le ragazze sul podio (9 ragazze 9 da che vengono Svizzera, Danimarca e Svezia = tanta ma tanta MA TANTA ROBA!) che si stanno infradiciando da capo a piedi, però nessuno ha deciso prima i nomi di chi deve dare i premi.

Io faccio il golpe e mi invento che Edoardo Cortellazzi è il “vice-arena-manager” (in Italia, con tutte le poltrone finte che ci sono, una più una meno…) e lo spedisco di volata sul podio a premiare e prendere i baci delle 9-gnoccas-9, così almeno lui è contento, le ragazze possono tornare al coperto, e Forsberg può proseguire la cronaca.

La premiazione della staffetta maschile riscuote ancora meno interesse: la maggior parte di coloro che è rimasto sotto il diluvio a Campomulo è lì perché sta mettendo via transenne, gazebi, cavi elettrici che navigano nelle paludi che si sono formate sul terreno della malga… davanti al podio ci sono praticamente due fotografi ed un paio di tifosi.

Poi anche i due tifosi ed i due fotografi se ne vanno quando comincia la Cerimonia Ufficiale di Chiusura dei Mondiali.
… MA NON DOVEVA ESSERE LA SERA A LAVARONE???
No, il Gran Mogol dell’IOF ha deciso che ne ha evidentemente pieni i ciuffoli e decide lì per lì senza aver detto niente a nessuno che la cerimonia si tiene in quel momento preciso. Detto? Fatto!

Immediatamente si ammaina dal pennone la bandiera dell’IOF.

Il Presidente della Fiso e il suo corrispondente scozzese si scambiano i complimenti, si fanno gli auguri, si dicono quanto sono stati bravi gli uni e quanto sia buono l’haggis che cucinano gli altri.
Poi entrambi recitano 10 Padre Nostro per fare penitenza.

Infine, parte l’Inno dell’IOF… quello che doveva partire ad Asiago, do you remember?

Le autorità si voltano a guardare il pennone da dove dovrebbe lentamente scendere la bandiera dell’IOF… MA QUELLA È GIÀ STATA AMMAINATA E MESSA VIA!!!

La scena di questi tizi sotto il diluvio che guardano nel vuoto cercando una bandiera che non c’è, e sbirciano intorno per vedere dove sono le telecamere di “Scherzi A Parte” vale quanto i guadagni di Cosa Nostra.

Forsberg sparisce alla chetichella senza salutare.

La sera alle 22, prima ancora che il party dei Mondiali abbia inizio, vedo parecchie atlete e parecchi atleti che sono già squartati sul prato del Cluny di Lavarone, ubriachi fradici. A me non resta che dichiarare chiusa la tenzone con il seguente risultato finale:

Cerimoniale – IOF: non omologata!

 
Il giorno dopo torno ad essere speaker, ma da solo, alla gara del regionale JTT che si disputa nel favoloso bosco attorno al Lago di Lavarone.
Prima di scendere in campo, però, mi tocca recuperare lungo la strada il britannico Scott Fraser, che ha due occhiaie profonde da qui a là ed è capace solo di biascicare “tough party… tough party…”.

Durante la cronaca del JTT, mi anticipano che forse l’Italia si candiderà presto per organizzare altri due eventi mondiali.
È la volta buona che mi nascondo in una caverna… io e l’orso non ne vogliamo sapere di mettere il naso fuori, finché non saranno finiti!

 

2 thoughts on “La verità sul WOC [7]

  1. The Speaker

    Vogliamo renderci conto o no che la cosa che mi fa squartare di più (anche più dei suddetti atleti mondiali sul prato del Cluny) sono le foto?
    L’ultima andrebbe pubblicata su Orienteering Memes! :-)
    Quasi quasi…

  2. Tullio Manzinello

    Molto, molto, molto godibile. Ne avrei avuti anch’io episodi a iosa da raccontare, ma mi sono ripromesso di volare basso, di non fare commenti di sorta e di archiviare questo mondiale comunque come un successo (è il solito culo degli italiani) e di essere stato orgoglioso di aver dato una mano fondamentale, cucendo tante di quelle pezze che quelli della Maison Dior a confronto sono dei dilettanti.
    E alla fine, soddisfatto più che altro per lo scampato pericolo (a Venezia siamo riusciti a far partire gli atleti con non più di 30 secondi di margine organizzativo)ho anche deciso di non chiedere alcun rimborso spese e di pagare di tasca mia gli scontrini dei collaboratori (caffè, spuntini, spese vive)

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