Wrecking Ball Tour 2012, Colonia [4]

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Wrecking Ball Tour 2012, Colonia | Giorno 1.
Viaggio, Brugge e Gent.

Gent.

‘t oud Clooster

Terminata la visita al delizioso centro storico di Gent, ci dirigiamo nel locale che la guida ci assicura servire piatti fiamminghi ed essere aperto fino alle 23. Stentiamo un po’ a trovarlo, ma poi capiamo che bisogna bussare alla porta dipinta di verde acqua. Ci apre una bella ragazza con le fossette e i capelli raccolti, che però ci dice che la cucina è chiusa: sono le otto meno venti.

Con la schiena a pezzi, ci sediamo in macchina e consultiamo nuovamente l’affidabilissima guida (edizione 2010). Prima cerchiamo di andare a mangiare al paradiso della costina, ma poiché neppure il formidabile Tom-Tom lo trova (capiremo, poi, che forse abbiamo inserito male l’indirizzo), quindi cerchiamo di farci portare da ‘t oud Clooster, un locale ricavato negli ambienti di – appunto – un vecchio monastero.

Noterete che in rete il locale è chiamato ‘t oud Klooster, con la /k/.
La nostra guida, però, scrive chiaramente il termine con la /c/; ipotizzo che sia la variante fiamminga, ma non escludo il refuso tipografico.

Nel giardino interno non c’è posto, ma c’è una bella sala interna dove accomodarsi. I tavolini accanto alla finestra sono occupati perciò ceniamo letteralmente a lume di candela, perché l’ambiente è molto buio.

 

Le nostre scelte dal menu di ‘t oud Clooster

Zzi individua e ordina una pietanza tipica che ci viene spiegato essere un misto di carni. Io sto per optare per le frittelle di scampi (o scampi fritti, ho un dubbio di traduzione), poi mi faccio coraggio e confesso di avere sbirciato nei piatti degli altri e aver visto un hamburger, che non è in menu. Mi viene indicata la lavagna con le Suggesties del giorno e no ho esitazioni nel chiedere il panozzo.

Zzi non ha sbagliato neppure questa volta: gli viene servito uno spiedone di mezzo metro di carne mista, condito con una salsa mai assaggiata prima, in cui si riconosce una delicata nota di curry.
Anche la mia scelta è molto valida: il panino ha un diametro di una ventina di centimetri e  l’imbottitura è ricchissima, tanto che perfino io stenterò a finirlo; io, che ho coniato il detto “la carne non sazia” e che ceno con porzioni di carne da quasi quattro etti.
Ci portano anche una coppetta di patatine fritte, che suppongo costituiscano il contorno per il piatto di Zzi, ma che non mi sento minimamente inibita dal mangiare. Sono buone, ma capirò poi che non sono le tipiche patatine belghe fritte nel grasso animale che gusterò dopo pochi giorni a Brussel.

Nel frattempo, mi fisso su una scritta sul muro che – all’improvviso – decido che significa “la felicità non sta nelle cose, sta in noi”. Ecco l’appassionante descrizione del mio ragionamento

Geluck – è uguale è Gluck: sorte, fortuna o felicità.
zit – sarà il verbo, anche se non so il significato.
niet – non può che significare “non”.
in – fingerò di non sapere che ho già tradotto op con “in” e lo tradurrò con “in”.
die dinge – è uguale-uguale a die Dinge, sicuramente vuol dire “le cose”.
het – articolo determinativo del neutro, è come das; decido che, come das, lo posso usare anche come pronome.
zit – è lo stesso verbo di prima.
in – già l’ho deciso, sarò coerente.
ons –  uguale a uns: noi.

Dunque: la fortuna/felicità fa qualcosa non nelle cose, ma la fa in noi. Se ne deduce che zit vuol dire “sta” e che il significato di Geluck (un neutro, tra l’altro) è felicità.
Applausi.
Applausi a Zzi che ha sopportato tutto questo durante la nostra cena.

Annaffio il tutto con due birre Hoegaarden Grand Cru, Zzi sceglie invece la ….

La nostra spesa si attesta sui 45 euro: non esattamente uno scherzo, ma abbiamo già capito che da queste parti non si può sperare di cacciar fuori molto di meno.
Inoltre, il personale è molto cortese e l’ambiente è tranquillo è piacevole. Sarà che siamo in vacanza e ci piace tutto, ma usciamo soddisfatti.

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