Mandi Trieste!

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Mandi Trieste?

Ma come, diranno subito i miei Piccoli Lettori?

Non ci hai insegnato, nella tua vita di genovese in FVG, che Trieste non è in Friuli, che il friulano è una lingua (affascinante) e il triestino un dialetto (inascoltabile) e che sono nettamente separati dal Timavo?

È così.

Guai – guai! – a confondere friulani e giuliani.

L’unica cosa che accomuna friulani e giuliani è desiderio di distinguersi gli uni dagli altri, ragion per cui, quando in TV si sentono castronerie tipo “Trieste… il capoluogo friulano”, tutta la regione salta sulla sedia e inveisce contro la scatola maledetta (anche i bisiacchi, sebbene con meno enfasi, perché non direttamente coinvolti): i triestini perché sono giuliani, i friulani perché Trieste è, sì, il capoluogo di regione, ma non è friulana, perciò i soli capoluoghi che possano dirsi tali sono quelli delle province di Udine e Pordenone. Tra l’altro, i friulani del pordenonese, nonostante possano vantare la letteratura di Pasolini, sono visti dai friulani della provincia di Udine come dei friulani di serie B, tant’è che vengono chiamati “di là de l’aeghe”, per sottolineare che fra loro scorre il Tagliamento (il Tilimènt).
“Mandi Trieste” è più di un errore: è una gaffe e un nonsenso al tempo stesso, è qualcosa che non è e che non è possibile.
È come se un pisano del Duecento dicesse “belin” (forse all’epoca c’era il rogo per una cosa del genere), è come se un bresciano tifasse Atalanta, come se il papà di Giulietta la incoraggiasse a frequentare un po’ quel bravo ragazzo del Montecchi e i suoi amici. No taca.
Dall’altra sera, Springsteen si è giocato 15.000 dei 30.000 spettatori del Rocco esordendo con un imbarazzante “Mandi Trieste” che ci ha lasciato tutti di stucco: i triestini umiliati nella loro identità, i friulani offesi perché confusi col nemico, gli italiani consapevoli della questione delusi dalla scarsa preparazione del nostro eroe. Salvi solo i restanti 15.000, divisi fra italiani inconsapevoli e stranieri.
Bruce ci mette una toppa salutando anche in sloveno e dando la parvenza di voler utilizzare le lingue ufficiali della regione.
Gesto delizioso e unificante, peccato il dettaglio insignificante d’aver trascurato l’italiano.

Il concerto del nostro anniversario: Genova 11 giugno 1999 – Trieste 11 giugno 2012.

Da qui in poi, è tutto un disastro.
Emozionato per il nostro imminente incontro, fa prevalentemente canzoni standard e sulle prime scende poco fra il pubblico, quasi timoroso.
Poi mi cerca dalla parte sbagliata, poi mi trova, ma, inibito dalla presenza di Zzi, non si dichiara e cerca di metterci una pezza facendo finta che non ci conosciamo e rifiutando di prendere la mia richiesta (non può non averla vista, l’ha palesemente scartata). Quando sarà ormai troppo tardi gliela infilerò in tasca, ma lui, sempre per non farsene accorgere da Zzi, pensando che gli dessi chissà cosa, anziché prenderla e leggerla, la ficcherà ancora più in dentro; tra l’altro, la richiesta era scritta sul retro di una fotocopia di tedesco, non oso immaginare come ci resterà, quando scoprirà che non era una lettera d’amore. Meno male che, almeno, era Heine!
Più tardi, al colmo dello stato confusionale, sempre per non far capire i suoi veri sentimenti, ha la bella pensata di baciare un’altra e ballare con una quindicenne e una (apparentemente) cinquantenne.
Dopo tre ore e venti – poco più del minimo sindacale – e dopo una scaletta relativamente banale (è stato un concerto splendido, ma per farsi perdonare Milano senza di me deve fare, come minimo, tutto Tracks vol.1), si ritira, e a momenti, nella fretta di andarsene, si dimentica un membro della band (del resto, c’è più gente sul palco che sotto).
Il giorno successivo, pur alloggiando a 350 metri e 4 minuti a piedi dall’edicola (fonte: google maps), non si fa vivo.
Io mi aspettavo Zero and blind Terry live from via Cadorna sotto la mia finestra, e invece niente.
Tutta la E-Street band in formazione estesa che blocca il traffico per farmi la serenata (una cosa discreta), ma -inspiegabilmente – nulla.
Vedendo come butta, a pranzo sono andata ad aspettarlo all’albergo e chiedergli una spiegazione, ma non ha avuto il coraggio di uscire, così ho deciso di fargliela vedere io.
L’ho piantato là come un fesso e mi sono vista nel ghetto con Jake!

10 thoughts on “Mandi Trieste!

  1. Larry Post author

    E certo!
    Uno arriva sul palco e dice “lunedì”, come abbiamo fatto a non pensarci?

    Cosa non si inventano i Triestini pur di non ammetterlo! :D

  2. Larry Post author

    Aggiornamento: ho detto una cazzata colossale.
    Non ha salutato in sloveno: ha detto “dobro vece Croatia”. Quindi, doppia gaffe: ha salutato nelle lingue dei “cugini” di entrambe le principali popolazioni di Trieste, schifando, di fatto gli autoctoni.
    Motivo in più per spazzare le vecchie divisioni campaniliste, dice giustamente il sindaco.
    Sì, sacrosanto, però… però Bruce, cazzo, vieni a casa mia: almeno che tu sappia chi hai davanti me lo aspetto.

  3. Alessandro

    Leggo con molto ritardo il post avendo appena scoperto il blog. Da friulano che vive a Trieste da più di 20 anni, sono stato contentissimo del “Mandi Trieste” che ha unito le due distinte realtà della nostra regione (non me ne vogliano i bisiachi, quelli di Travisio, quelli che a Sacile parlano ormai un dialetto veneto, ecc..). Quindi il Boss, conoscendo benissimo la situazione della nostra regione, è andato oltre….
    Mandi cara!
    Ale

  4. Larry Post author

    Com’è vero, Alessandro, com’è vero ciò che dici.
    Bruce tutto sa e nel suo amore tutto concilia.
    Mandi biel frùt!

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