Bar Rex, piazza della Borsa, Trieste [saga del vodka russian: episodio 1]

È venerdì, la giornata mondiale dell’aperitivo, perciò trovo opportuno inaugurare la serie sui bar, altrimenti detta “Chi bisogna scoparsi in questa città per avere un vodka russian?”.

Bar Rex, piazza della Borsa, Trieste.

È sera [mi pare le 23 passate], siamo di ritorno dall’operetta [eh, lo so, lo so: siamo sempre all’operetta, ma lo facciamo per tenere d’occhio il violinista piacione], ci accomodiamo in uno dei tavolini esterni.
Il locale è fighetto, ma con moderazione; del resto è un bar da aperitivi e dopo-cena, sotto questo punto di vista non ha nulla di sbagliato, sono io che sono un tipo da birreria. L’arredo è neutro, se si ignorano i discutibili carotoni luminosi che cambiano colore, che peraltro vengono sovente lasciati spenti, non so bene se per risparmiare o per pudicizia.
Ordino.
La cameriera – correttamente vestita con pantaloni neri, t-shirt a mezza manica [rossa, ma la sera nessuno è fiscale sull’hccp, e poi è un rosso chiaro!], davantino e capelli raccolti – mi chiede se con o senza ghiaccio. Servire un long drink senza ghiaccio credo sia vietato dalla convenzione di Ginevra, perciò suppongo ci siano i presupposti del malinteso, tuttavia non sarà lei a preparare la consumazione: sarà il barman a domandare delucidazioni, se necessarie. Non vedendola tornare a fare domande imbarazzanti, ritengo che la mia richiesta sia stata compresa.

Ritengo male, perché mi viene servita una vodka liscia con ghiaccio.
Mi scuso, devo essermi espressa male, volevo un vodka russian.
Si scusa, ma non capisce, quella è una vodka Russian.

Capisco io, sono dispiaciuta, è un equivoco: non volevo una vodka Russian [ovvero una vodka liscia uscita da una bottiglia etichettata Russian], bensì un vodka russian, ossia un long drink banale banale, con tanto ghiaccio, una vodka qualsiasi e una bottiglietta di Schweppes russian di fianco.

La faccenda è piuttosto semplice: se chiedete un vodka tonic vi somministrano vodka+Schweppes tonica; parimenti, ordinando un vodka lemon arriva vodka+Schweppes lemon.
Il vodka russian non fa eccezione e – come qualsiasi ricerca su Google, manuale per barman da 99 centesimi  e barista a ovest di Monfalcone potrebbe confermare – trattasi di vodka+Schweppes russian. Non ci va nemmeno la fettina di limone perché la Schweppes russian è alla pesca. È quella con l’etichetta rossa. Quella con scritto “russian”, non è difficile!

Capisce, si scusa, me lo vuole cambiare.
Non occorre, figuriamoci, basta che mi porti un bicchiere grande col ghiccio e una bottiglietta di Schweppes russian.
Si scusa di nuovo [datti pace, Maria Vergine, hai sbagliato una consumazione, non hai iniettato glucagone a un diabetico!] e dice che arriva subito.
In un battibaleno si rimaterializza con bicchierone, carriolata di scuse [!] e…

…Schweppes tonica.
Io decido che avevo proprio voglia di un vodka tonic, sorrido, mi scuso a mia volta se non sono stata chiara da subito e la chiudo qua.
Ma ho ancora voglia di bere un vodka russian.

In breve:

Il locale e le cose
Aspetto degli ambienti [nel suo genere]: ???
Cura e manutenzione degli ambienti: ???
Qualità suppellettili: ?? [io òòòdio i bicchieri con lo sponsor per qualunque cosa costi più di un succo di frutta]
Cura e pulizia degli oggetti: ???? [se sono sporchi non si vede…bravi!]
Il personale
Competenza: ?? [il secondo è dato sulla fiducia: se è sempre pieno di gente un motivo ci sarà!  ]
Gentilezza/disponibilità: ????? [ma ho interagito solo con la cameriera ai tavoli]
Cura e pulizia: ???? [è pure una bella ragazza, fa presto a sembrare curata!]
I prodotti somministrati
Bevande: NC [non posso valutare come fanno il vodka tonic perché ho miscelato da sola la Schweppes con la dose di vodka che avevo e ignoro quanta e quale mettano solitamente nel long drink che uno ordina]
Cibi: NC [neanche una patatina vecchia! Li giustifico data l’ora]