Decima cena regionale: Le Marche. Primo piatto: gnocchi alla carrettiera

Il sugo alla carrettiera è un gustoso condimento a base di pomodoro, spesso contenente carne, profumato con le erbe della macchia mediterranea, ideale per condire la pastasciutta.

… Visto con che professionalità e prontezza sono subito entrata nel vivo della questione, senza indulgere in digressioni personali o introduzioni di sorta?
Ho deciso che la smetto di premettere che “mi sbrigo”, che “proseguo senza por tempo in mezzo” e con altri proclami volti a scusarmi per il tanto dilungarmi e ad assicurare che ce la metto tutta per non farlo: tanto non ci riesco, la pubblicazione di ‘ste ricette è un’agonia, succede sempre qualcosa che me la fa procrastinare. Come se non avessi avuto già abbastanza occasioni di distrazione, nel frattempo sono pure andata a fare una maratona.
L’altra mattina Zzi mi ha chiesto a che punto fossi con i post delle cene regionali, e io – spavalda – gli ho detto che stavo recuperando, dato che avevo quello sul primo piatto delle Marche già pronto e che, dopo quella marchigiana, non avevamo tenuto altre cene.
Zzi mi ha quasi spaccato sulla testa la bottiglia vuota reduce dalla cena regionale abruzzese che era seguita a quella marchigiana, e io ho sagacemente capito che era il caso di non temporeggiare oltre…

… ma prima facciamo gli auguri al nostro Previdente Presidente, che ha compiuto 21 anni!

 

Gli gnocchi alla carrettiera, dicevamo…

Per fare gli gnocchi alla carrettiera ci vogliono fondamentalmente due cose: gli gnocchi e il sugo alla carrettiera.
Ho brillantemente risolto il primo compito acquistando gli gnocchi in un negozio di pasta fresca. Non che non li sappia fare, ma:

– non sono mica sicura di saper riconoscere le patate adatte;
– se le patate non sono adatte, si finisce con il metterci troppa farina;
– se ci si mette troppa farina, vengono duri e gommosi come le palline rimbalzine che si compravano, con 500 lire, negli anni Novanta, ai distributori fuori dai bar delle località di villeggiatura, quelle che io non sapevo neanche far rimbalzare e puntualmente perdevo sotto a un mobile, in un tombino, in mezzo agli scogli o in un qualsiasi altro posto irraggiungibile. Mio padre era capace di tirarle con due dita, dando un effetto che le faceva tornare indietro, ma sono sicura che non fosse una questione di dita: le faceva tornare indietro con il pensiero, ne sono certa.

 

Il sugo alla carrettiera

A proposito del sugo alla carrettiera ho dovuto fare un po’ di ricerche, perché la ricetta pubblicata sul manuale del Corriere della Sera era sospetta.

Nella colonna laterale, infatti, leggo:

Ingredienti

800 g di gnocchi di patate (e fin qua…)
2 pomodori maturi
250 g di polpa di pomodoro
una cipolla
un peperoncino rosso piccante
un ciuffo di maggiorana
un ciuffo di basilico
pecorino grattugiato
olio e.v.o.
sale

Sono tutti ingredienti di facile reperibilità, a parte la maggiorana (persa), che non si trova fresca, e il basilico, che, se si trova, qui a Trieste ha foglie grandi e scure che sembrano spinaci e sa di menta. Ripensandoci, magari nelle Marche si trova lo stesso basilico che si trova qui, e allora avrei potuto benissimo usarlo, ma poiché ho dato per scontato che ci volesse il basilico che sa di basilico, ho usato ingredienti secchi.
Ahimé, non venivano dal mio essiccatore. Con BiDo si possono benissimo essiccare anche le erbe, anzi, questo sarebbe uno dei suoi usi principali, ma poiché io non ho né un orto, né un giardino, né un vaso con delle piantine vive, non ho mai avuto l’esigenza di essiccarle e, al momento del bisogno, me ne sono trovata sprovvista e – shame on me – le ho comprate dall’erborista (perché il mio biobezagnino non le aveva).

Equipaggiata come non mai di tutti gli ingredienti, mi accingo a seguire il

Procedimento

In una padella antiaderente si fa soffriggere la cipolla tritata con il peperoncino sminuzzato e parte delle erbe. Per questo motivo, io le ho prima fatte rinvenire, altrimenti, soffriggendole da secche, si sarebbero carbonizzate.

Poi si aggiunge la polpa di pomodoro e i pomodori a tocchetti. Andrebbero sbollentati, sbucciati e privati dei semi.
Io ho deciso che è uno spreco buttare la buccia e i semi, e che di certo non fanno male, né influiscono più di tanto sulla pietanza, quindi ho scelto di conservarli. Soprattutto, ho risparmiato un sacco di tempo, in questo modo.

Il sugo cuoce in circa dieci minuti. Al termine della cottura si aggiungono le restanti erbe e si aggiusta di sale.

Quando saranno cotti, si condiscono gli gnocchi con questo sugo e si guarnisce con il pecorino grattugiato.
Pare che il formaggio sia parte integrante del condimento e non sia facoltativo, come è in altri casi.

Questo sugo non è solo di una semplicità disarmante e veloce da preparare: è anche appetitosissimo, quando lo assaggerete lo vorrete mettere su qualsiasi cosa. Insomma, ero piena di entusiasmo per l’ottima riuscita e la bella scoperta.

Era da un po’ che non mi capitava di scegliere una ricetta di tale successo; ultimamente ero caduta spesso in ricette che omettevano qualche dettaglio, o che io fraintendevo, o che non riuscivano come ci si aspettava. Finalmente avevo pescato dal ricettario una pietanza che era stata un successo su tutta la linea. Certo, ne sarebbe uscito un post poco avventuroso, ma era un prezzo che ero contenta di pagare, una volta tanto.

 

La tragedia è sempre in agguato

Poi, ho letto la nota alla ricetta in cui viene suggerito il vino da abbinare, ed è arrivata anche la dose di avventura.
Cito testualmente (lessico, a capo, maiuscole ad minchiam e omissioni di virgole sono quelli del testo):

Il sugo di carne conferisce
corposità a questo piatto
così da richiedere vini rossi,
sia pure di corpo sottile,
come l’Esino Rosso
o il Rossese della Riviera
Ligure di Ponente

 

Aspe’, momento, famo a capisse… di che sugo di carne stiamo parlando?
Dov’è la carne in questa ricetta di sugo alla carrettiera?

Rileggo. Ovviamente rileggo perché penso di essermi persa un passaggio per strada.
Nella lista degli ingredienti non viene mai nominata la carne, di alcuna bestia, di alcun tipo.
Penso all’errore tipografico e rileggo bene tutta la ricetta: magari hanno saltato una riga nella colonna degli ingredienti, ma nel procedimento è citata.
Nel procedimento la carne non è citata. Non se ne fa mai menzione, neanche un accenno piccolino, nemmeno un’allusione, un sottinteso, un’implicatura griciana.
Nella foto, non si individuano pezzetti di carne.

Nel frattempo, Pillow – che sarà milanese quanto volete, ma abita a Roma e ha troppo l’anda di quella che la sa lunga – ci parla di un “ragù leggero”, per quanto possibile, il che può significare solo “carne”.

Mi faccio coraggio e intraprendo un tour sui blog e i siti di cucina che Google mi propone digitando “sugo alla carrettiera”.
Io detesto leggere questo genere di siti, perché solitamente sono scritti con grande sprezzo della sintassi e non di rado dell’ortografia. Anche lo stile è pesante perché, affinché possano essere facilmente trovati dai motori di ricerca, ripetono le parole chiave alla nausea (è una tecnica desueta, che sta diventando sempre meno efficace, ma che evidentemente ancora funziona per contenuti datati e/o lingue meno strategiche, come l’italiano), ragion per cui, se sei un umano e non un programma, i primi risultati non sponsorizzati di una ricerca poco circoscritta spesso sono abomini.

Uno (cookaround) propone una ricetta analoga a questa. Un altro (giallozafferano) una completamente diversa, in cui non solo non c’è la carne, ma neppure il pomodoro.  Un terzo (pianetadonna) ci mette l’acciuga. Un quarto (allrecipes) semplifica ulteriormente la ricetta che ho io, ma siccome è un sito decorosamente scritto e impaginato, mi seccava non citarlo.
Nel frattempo, apprendo che la versione più diffusa in rete di questo sugo è quella siciliana, infatti non manca declinato con il tonno (gustissimo), e tutti i siti parlano della figura storica del carrettiere come se ci fossero andati all’asilo insieme.
La versione romana abbina ventresca (tonno, in mancanza) e funghi (cuochinasopraffina, una boccata d’aria per l’area del linguaggio, infatti e è un’editor).

Cerco, allora “sugo alla carrettiera marche“.
Il primo risultato della ricerca è il sito di ricette del Corriere della Sera, quindi la stessa ricetta cui mi sono rifatta io.
Il secondo è Larrycette.

Mai, mai fidarsi di quello che si trova in rete. Mai!

 

 

 

5 thoughts on “Decima cena regionale: Le Marche. Primo piatto: gnocchi alla carrettiera

  1. Pillow

    vedi, gugòl pure sostiene che ci si può fidare solo di sé stessi…

    Comunque, tesora, sospetto che codella ricettina di sugo faccia parte – purtroppo – di quelle cose che esistono in tutto il mondo ma dove poggiano il culo cambiano colore.
    E’ un po’ come lo “Spaghetto a gusto dello chef”, che è quella cagata faraonica proposta da TUTTI i ristoranti del globo, e in parte è suggerita dalla fantasia dello chef, ed in parte dalle rimanenze in frigo.
    Posto che la tua mi par di sentirla profumare fino a qui, la “mia”, con la carne (e i pisellini e i funghi) mi fu suggerita da anziani trasteverini. Curioso, infatti, con contempli le pantegane …

  2. EmilioOo

    “Un’editor” lo scrivi con l’apostrofo perché trattasi di editor donna, ma “è” perché lo scrivi senza accento? :P

  3. Larry Post author

    AAAH!
    Maledizione! Me dannata!
    Niente potrà mai lavare via questa onta tremenda.

    La mia sola consolazione è avere dei lettori così attenti da sopperire alle mie mancanze.
    Emilio, hai vinto l’incarico di mio evitatore di errori ufficiale, tanto ti viene bene ;)

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