Malga Canali, via Cismon 48, Tonadico, TN

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Con la frequenza dei mondiali di calcio, Zzi e io siamo tornati in Trentino.
Trento era stata la prima città dove eravamo stati subito dopo esserci sposati (Gardaland non è una città e non conta), successivamente ci siamo tornati solo per l’indimenticabile Trittico della Valsugana 2011 (la volta in cui conobbi la meraviglia della carne salata cotta) e ora, in occasione del ponte del 2 giugno – e della Tre Giorni delle Trincee, ça va sans dire – cediamo alle lusinghe della Regina della Bussola e del Principe Consorte, installandoci tre giorni a Tonadico.


[Barricata]

 

Mentre tutti sono impegnati nella sprint in centro storico a Pergine Valsugana – cioè nell’unica gara in cui avevo, almeno in teoria, un minimo di chance di arrivare al traguardo – noi quattro ce ne andiamo a passeggiare sull’orlo di un precipizio fino al rifugio Canali, su un sentiero che percorrono donne, vecchi, bambini, primati, passeggini, cancelli e paracarri, ma sul quale io manifesto vaghissime difficoltà motorie, almeno finché non si tratta di guadare.

Al ritorno, il Principe Consorte fa una deroga alla sua condotta morigerata e ci concede di pranzare, portandoci nella graziosa e rinomata Malga Canali.

 

Malga Canali

 

Dove

La Malga Canali si trova poco fuori Tonadico – che per noi è il centro del mondo, seconda solo a Gropada – in direzione della val Canali.
Lì per lì non ho fatto caso ai cartelli stradali, quindi non ricordo se sia esattamente in località Tonadico o in un’altra frazione (dovete sapere che, in questa zona, la pertinenza amministrativa delle frazioni è lievissimamente arbitraria); facendo una ricerca in rete, emerge che si trovi in località Siror, ma la maggior parte delle fonti la dà in via Cismon 48 a Tonadico.
Casomai, se impostate il navigatore su “Tonadico, via Cismon 48” e vi trovate su una spiaggia sul Baltico, fatemi sapere.

Nei prati adiacenti alla malga c’erano un sacco di pecorelle tosate. Nonostante non mi fossi del tutto ripresa dallo choc di Krk e manifestassi ancora qualche segno di squilibrio alla vista dei preziosi ovini, non ho potuto fare a meno di trovarle ridicole.
Noi bambine di città siamo sempre piene di stupore quando vediamo dal vivo animali esotici come pecore, mucche, oche e caprette, ma vi assicuro che le pecore tosate sono uno spettacolo esilarante.

 

Ambiente

Il minimale arredo interno è in linea con i più recenti dettami del design e presenta linee pulite ed essenziali. Il bianco la fa da padrone, essendo il colore delle pareti, e dei rarissimi mobili e suppellettili, eccezion fatta per i tavoli in plexiglass e le sedie ricavate da un unico pezzo di alluminio forgiato ad “S”, che sono le uniche cose, oltre agli umani, che riempiono questo spazio avveniristico.

Oh, sveglia! Scherzavo.
Vedete che non mi state a sentire?
Dico, vi pare possibile?
È una malga – cazzo! – come cazzo volete che sia l’ambiente?

È tutto di legno, dove non c’è legno c’è pietra, ma c’è appeso qualcosa di legno. Le pareti non si vedono perché sono coperte da roba di legno e utensili del mondo rurale, tipo paioli, gioghi, monaghe, falcetti, mestoli, fascine, quadri, attizzatoi, picconi, piatti, funi, centrini, e decorazioni varie di ispirazione montanara (del resto, se ci avessi trovato una rete da pesca ci sarei rimasta un po’ male).
Mancavano le stoviglie di legno e facevamo l’en plein.

Ad ogni modo, l’atmosfera è accogliente e poiché il locale è piuttosto piccolo, ma molto gettonato; ci fa un caldo caino, ma è piacevole.

All’ingresso fa della mostra di sé un’opera TAIL, ma siccome non c’è scritto, bisogna entrare e chiedere dove si compra: si riceveranno precise indicazioni per raggiungere il negozio poco distante.
In caso per voi la Malga Canali e il negozio poco distante siano fuori mano, potete trovarla qui.

Gestione

La Malga Canali è gestita da diversi anni dalla signora Giovanna, che ora è affiancata dalle figlie, di cui non ricordo i nomi… ma erano nomi normali, tipo Silvia e Laura, niente di esotico tipo Chanel e Lourdes Maria, ecco.

Tutte sono affabili e cortesi, e trovano il tempo per scambiare una parola, ma si sanno fare i cazzi loro quando serve; non come in certi posti, non lontani, dove siamo capitati anni fa, in cui la padrona della locanda ti si piazza al tavolo e ti fa il terzo grado mentre cerchi di fare colazione con le due robe micragnose che t’ha concesso dall’alto, e, durante le pause che ti lascia per masticare, ti racconta dell’oroscopo e del fidanzato che aveva a Trieste nel ’61, per dire.

A me la signora Giovanna era simpatica, poi ho scoperto che è intima di Vinicio e sono stata trafitta dalla gelosia.
Ha recuperato un sacco di punti, però, quando ha spiegato di aver messo le foto dei papi solo per il gusto di spiazzare gli avventori che vengono qua per vedere quelle di Clooney (altro habituèe).
Sono rimasta molto stupita del fatto che non mi abbia chiesto di fare la foto con lei e di farsela autografare per aggiungerla alla galleria di avventori famosi, ma si sa che i montanari sono schivi: non avrà voluto disturbare. Che delicatezza!

 

 

Pietanze

Veniamo finalmente al cibo.
“Che cazzo si mangia alla Malga Canali?” – diranno tutt’altro che subito i miei Piccoli Lettori, esasperati da novecento parole di introduzione.

Primi, secondi, contorni e dolci: ecco cosa si mangia.
La cucina si rifà alla tradizione locale e i piatti serviti sono quelli tipici della zona.

Noi abbiamo mangiato zuppa di porcini (Zzi e io) e zuppa di cipolle (la Regina della Bussola e il Principe Consorte). Quest’ultima era, a mio avviso, migliore della prima, nel senso che la zuppa di porcini era una zuppa di porcini nella media: buona, intendo, ma non migliore di altre; la zuppa di cipolle, invece, era superiore a molte sue omologhe gustate altrove, pur non essendo guarnita col crostone di emmenthal gratinato (sarà perché non siamo in Francia), che io amo alla follia.

Come piatto principale, Zzi ha scelto la salsiccia con la polenta, che era molto buona, ma era un po’ poca. Il piatto, beninteso, non era scarso, ma poiché Zzi non è un amante della polenta e prevedeva di rifilarla a me, sperava che ci fossero due salsicce nel piatto, anziché una sola.
Noi altri tre abbiamo preso la tosella con la polenta.

 

La tosella, questa sconosciuta

La tosella è un formaggio noto solo agli abitanti e ai frequentatori della montagna veneto-tridentina, diffuso in Primiero, altopiano di Asiago e zona del monte Grappa.
Il resto del mondo chiama questo formaggio “schiz”, come nel feltrino.

Si tratta di un formaggio molto fresco, e proprio per questo si conserva pochi giorni. Praticamente è casatella, ma più fresco ancora. Ha un po’ meno gusto della casatella, per questo tipicamente viene – come lo schiz – cotto in padella, dove frigge nel suo stesso grasso e si copre di una crosticina dolce, suppongo dovuta alla cristallizzazione dello zucchero contenuto nel latte con cui è prodotto.
Le ipotesi sull’origine del nome sono diverse e affascinanti: per alcuni viene dal veneto “tosa” (ragazza); per altri rimanda al periodo della tosatura delle pecore, che coincide con quello tradizionale della produzione; altri ancora non mancano di far notare che nella zona del monte Grappa esiste la val Tosella, ma non si sbilanciano a dire se sia nato prima l’uovo o la gallina.

Sia come sia, la tosella cotta è deliziosa.
Alla Malga Canali l’abbiamo mangiata accompagnata da una polenta morbida di farina di mais mista a farina di grano saraceno, che le dava quel tipico aroma di cenere, che ben esaltava la dolcezza della tosella.

Lo schiz in una foto di Gustosamente.com

La tosella in una foto di Viaggiatoriweb.it

Trova le differenze!

Conclusione

Io avrei ordinato ancora mezzo menu – che non è infinito, a riprova della specificità e della qualità del locale – ma dagli sguardi si sazietà e riprovazione dei miei commensali ho capito che dovevo produrmi nella parte di quella che non ha più fame e ripiegare sul caffè.
Ho sperato tanto in un biscottino di accompagnamento, ma non usa. Del resto, il biscottino con il caffè è uno dei primi sintomi della decadenza della civiltà occidentale ed era ovvio non trovarlo in terre così austere e autentiche.

Insperabilmente, il caffè è buono. A parte che viene servito in tazzine bellissime, è anche buono.
Sembrava fatto con la moca, ma dubito lo fosse, perché è arrivato presto e aveva la tipica schiumetta dell’espresso. Era buono e basta.

3 thoughts on “Malga Canali, via Cismon 48, Tonadico, TN

  1. Giraffa

    Inseriamo anche questo post nella personalissima serie (ma sono disponibile a condividere) “voglie di una gestante”; fra la zuppa di cipolle (che non mangio da…boh) e il formaggio (che Silvia mi ha consigliato di evitare, se non voglio distruggere la bilancia, sigh!) alla piastra… Certo anche io dovrei evitare di leggere certi post alle 12.30!

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