Prima Cena Regionale: la Valle d’Aosta. Il menu (1)

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Armata delle migliori intenzioni, decido di iniziare il giro d’Italia eno-gastronomico – come si diceva – dall’alto verso il basso, da sinistra verso destra, sperando di riuscire ad essere fedele a questo rigore in futuro, ma già presentendo che non lo sarò.

Iniziamo, dunque, dalla Valle d’Aosta, i cui clima e tradizioni ben si prestano a una cena di fine novembre anche se, dato il tempo pazzo di queste settimane, sarebbe stato quasi più saggio iniziare dalla Sicilia, mentre oggi, primo dicembre, sono pentita di non aver allargato all’Europa e non essere partita con la cucina lappone.

Il menu prevedeva le seguenti pietanze:

Antipasto:

Polenta con uvetta, fontina e noci.

E comincio subito con una deviazione dal percorso. Questa ricetta, infatti, non è presente sul libro dal quale questo e altri menu saranno tratti, ma non mi è sembrato di avere alternative. Tutti gli altri antipasti implicavano glutine (nemico di un’ospite), castagne (già usate nel secondo), farina bianca (nemica della dieta GIFT), preparazioni difficili (nemiche mie).
Così, ho barato in apertura e ho servito una mia invenzione.

Primo:

Zuppa alla ueca.

La ricetta originale prevede di cuocere, insieme a zucchine, carote, cipolle, patate, pancetta e costine di maiale, due etti di orzo perlato.
L’orzo perlato – però – è nemico sia della nostra ospite, perché contiene glutine, sia della mia dieta GIFT, perché “perlato” significa che è stato privato del germe, cioè che mi riempio di carboidrati senza neanche avere in cambio un po’ delle preziose proteine che in natura servono a far crescere il semino. Che fare, dunque?

Secondo:

Arrosto di maiale con le castagne

La ricetta per preparare questo piatto è la sola che sia stata seguita fedelmente. Un’altra particolarità di questa preparazione, è che se n’è occupato interamente Zzi che, già notoriamente imperatore della patata, si è confermato anche gran maestro della carne. Di conseguenza, non ci sono testimonianze fotografiche della ricetta; in effetti alcune c’erano, ma le ho cancellate per sbaglio dal cellulare prima di trasferirle sul computer.

Dolce:

Crema di Cogne con tegoline

Qui la ricetta è stata seguita a metà.
La crema di Cogne è un dolce al cucchiaio che si fa sbattendo insieme tuorli e zucchero bianco (50g di zucchero per ogni tuorlo) e unendo alla spuma cacao in polvere (un cucchiaino ogni 4 tuorli), cioccolato fondente (60g ogni 4 tuorli), panna fresca (250ml ogni 4 tuorli) e latte (100ml per tuorlo), e facendo cuocere il tutto a bagnomaria.
Poiché lo zucchero era fondamentale affinché i tuorli montassero come si deve, non ho potuto sostituirlo con il miele, anche se per la dieta GIFT lo zucchero raffinato è la criptonite.
Una volta che la crema è fredda, la si serve con la panna montata e le tegoline.
Panico sulle tegoline. Il libro non spiegava cosa fossero, ma in rete ho scoperto che sono biscottini secchi a base di frutta secca, zucchero, farina e bianco d’uovo (che figata! Posso usare subito gli albumi avanzati, senza spreco). Giftizzare le tegoline è stato uno scherzo.

Vini:

Iniziamo con del Pinot nero di Grosjean, poi ci diamo al Fumin, sempre di Grosjean.
Con il dessert beviamo del passito di Pantelleria (Ben Ryè) di Donna Fugata, che non è esattamente vinificato sul territorio, ma è portato dagli ospiti e “vale” (il “regolamento” delle cene si trova qui).

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