Sottotitolo: “Un altro post illeggibile riesumato dalla cantina”
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19 agosto
Jam Session Savorgnana – take two
Uscite inspiegabilmente indenni dalla confettura di susine, decidiamo di sfidare la sorte e di aromatizzare la mia cucina, dedicandoci con il consueto entusiasmo ai
Peperoni sott’aceto
Ingredienti:
Peperoni dolci, almeno una cassa
Peperoni dolci, almeno una cassa
Aceto, qualche litro
Zucchero
Sale
Occorrente:
Pentola mastodontica
Pentola mastodontica
Pentola grande
Stracci
Schiumarola
Numerosissimi vasetti di vetro dotati di tappo che chiude bene, sempre i Bormioli Rocco Quattro Stagioni
Compagnia e/o musica
Musica consigliata:
Ev’rybody wants to be a cat [è una Jam Session, ma siamo ormai stremate per cantare]
Numerosissimi vasetti di vetro dotati di tappo che chiude bene, sempre i Bormioli Rocco Quattro Stagioni
Compagnia e/o musica
Musica consigliata:
Ev’rybody wants to be a cat [è una Jam Session, ma siamo ormai stremate per cantare]
E’ doveroso sottolineare, a questo punto, che i peperoni sott’aceto della mamma di Elisa sono una preparazione sublime: il cibo degli dèi. Delicati e gustosi, sodi, ma morbidi, sono non solamente un accompagnamento ideale ai vostri piatti, ma soprattutto un antipasto sfizioso e di qualità.Di conseguenza, non credo che mi abbia dato la vera ricetta secondo la quale vengono preparati, non esiste cuoco al mondo che ti spieghi VERAMENTE per filo e per segno come riprodurre le sue specialità. Meno che mai Elisa e la sua stirpe.
Sono certa che saranno buoni comunque, però!
Procedimento
Lavate i peperoni e mondateli, tagliandoli a falde verticali.
Nel frattempo, preparate il liquido di conserva: sciogliete sale e zucchero in acqua e aceto e portate a bollore.
Alla domanda “Sì, ma le dosi?”, la mamma di Elisa ha ovviamente risposto “Eh, lo vedi”, ma a seguito delle nostre insistenze, presa per sfinimento, ha così quantificato: 3 cucchiai di sale, 9 di zucchero, un litro di aceto e due di acqua.
Mi pare che con queste quantità si riesca a fare il liquido di conserva per una dozzina di vasi da mezzo litro, ma ovviamente dipende anche dalla quantità e dal volume dei peperoni all’interno.
Mettete sul fuoco la pentola mastodontica, con dentro l’equivalente del lago di Ragogna in acqua del rubinetto e uno straccio sul fondo.
Mentre la mistura bolle, liberando i suoi balsamici effluvi in tutta la vostra casa (grazie al cielo non ho le tende e i divani non sono di stoffa), disponete i filetti di peperoni nei vasi, cercando di farcene stare il più possibile, visto che con la cottura si arenseniscono e vi ritrovereste, altrimenti, con i vasi mezzi vuoti.
Quando i vasetti vi sembrano belli pieni, passateli a Elisa; lei vi guarderà tra il rimprovero e la compassione, li svuoterà e riempirà nuovamente, con il doppio dei peperoni che ci avevate messo voi.
Nel frattempo il cocktail bolle. Versate il liquido di conserva nei vasetti e tappateli. Se necessario, attendete un po’, affinchè la temperatura dei vasi e quella dell’acqua nella pentola mastodontica siano uguali. Se c’è troppa differenza e si spaccano i vasetti non venite a piangere da me!
Avvolgete i vasetti negli stracci (bastano uno si e uno no, ma in tal caso ci vuole una certa mano a disporli) ed immergeteli nella pentola mastodontica, badando che siano ben protetti e non si rompano urtandosi nel bollore, e che siano ben coperti d’acqua.
Quando la pentola mastodontica bolle, contate 3 minuti ed estraete i vasi.
E’ importante che siano tre minuti perchè meno tempo non renderebbe la conserva sicura, più tempo farebbe cuocere troppo i peperoni, facendo perdere loro compattezza.
Adesso chiamate John McClane a estrarre i vasetti dalla pentola.
Bisogna tirarli su roventi, dall’acqua a cento gradi, da una pentola immensa, il cui bordo è all’altezza del vostro mento, appena 20/25 centimetri più in basso della cappa dei fornelli, nella quale giacciono ben incastrati negli stracci. Lo spazio di manovra è a dir poco ridotto, in compenso le probabilità di mandare il lavoro in vacca spaccandoli sono molto elevate.
Mentre John McClabe tira su il vasetto con la schiumarola e lo fa affiorare dall’acqua, voi lo afferrate per il collo CON LA MANO INFILATA NEL GUANTO DA FORNO e lo posate delicatamente sul tavolo. Occhio che il calore passa lo stesso, cercate di bagnare il guanto il meno possibile perchè il guanto da forno bagnato è protettivo come l’olio d’oliva in spiaggia. Eventualmente fatelo fare a Batman.
Lavate i peperoni e mondateli, tagliandoli a falde verticali.
Nel frattempo, preparate il liquido di conserva: sciogliete sale e zucchero in acqua e aceto e portate a bollore.
Alla domanda “Sì, ma le dosi?”, la mamma di Elisa ha ovviamente risposto “Eh, lo vedi”, ma a seguito delle nostre insistenze, presa per sfinimento, ha così quantificato: 3 cucchiai di sale, 9 di zucchero, un litro di aceto e due di acqua.
Mi pare che con queste quantità si riesca a fare il liquido di conserva per una dozzina di vasi da mezzo litro, ma ovviamente dipende anche dalla quantità e dal volume dei peperoni all’interno.
Mettete sul fuoco la pentola mastodontica, con dentro l’equivalente del lago di Ragogna in acqua del rubinetto e uno straccio sul fondo.
Mentre la mistura bolle, liberando i suoi balsamici effluvi in tutta la vostra casa (grazie al cielo non ho le tende e i divani non sono di stoffa), disponete i filetti di peperoni nei vasi, cercando di farcene stare il più possibile, visto che con la cottura si arenseniscono e vi ritrovereste, altrimenti, con i vasi mezzi vuoti.
Quando i vasetti vi sembrano belli pieni, passateli a Elisa; lei vi guarderà tra il rimprovero e la compassione, li svuoterà e riempirà nuovamente, con il doppio dei peperoni che ci avevate messo voi.
Nel frattempo il cocktail bolle. Versate il liquido di conserva nei vasetti e tappateli. Se necessario, attendete un po’, affinchè la temperatura dei vasi e quella dell’acqua nella pentola mastodontica siano uguali. Se c’è troppa differenza e si spaccano i vasetti non venite a piangere da me!
Avvolgete i vasetti negli stracci (bastano uno si e uno no, ma in tal caso ci vuole una certa mano a disporli) ed immergeteli nella pentola mastodontica, badando che siano ben protetti e non si rompano urtandosi nel bollore, e che siano ben coperti d’acqua.
Quando la pentola mastodontica bolle, contate 3 minuti ed estraete i vasi.
E’ importante che siano tre minuti perchè meno tempo non renderebbe la conserva sicura, più tempo farebbe cuocere troppo i peperoni, facendo perdere loro compattezza.
Adesso chiamate John McClane a estrarre i vasetti dalla pentola.
Bisogna tirarli su roventi, dall’acqua a cento gradi, da una pentola immensa, il cui bordo è all’altezza del vostro mento, appena 20/25 centimetri più in basso della cappa dei fornelli, nella quale giacciono ben incastrati negli stracci. Lo spazio di manovra è a dir poco ridotto, in compenso le probabilità di mandare il lavoro in vacca spaccandoli sono molto elevate.
Mentre John McClabe tira su il vasetto con la schiumarola e lo fa affiorare dall’acqua, voi lo afferrate per il collo CON LA MANO INFILATA NEL GUANTO DA FORNO e lo posate delicatamente sul tavolo. Occhio che il calore passa lo stesso, cercate di bagnare il guanto il meno possibile perchè il guanto da forno bagnato è protettivo come l’olio d’oliva in spiaggia. Eventualmente fatelo fare a Batman.
Adesso i vasetti possono essere messi a riposare sotto la loro copertina.
I peperoni sono già pronti, ma io rimango del parere che se stanno almeno un paio di settimane nei vasetti diventano più buoni.
E, comunque, un paio di settimane è giusto il tempo che vi serve per sistemare la cucina.
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