La verità sul WOC 2014 [1]

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 La verità sul WOC 2014

 cap.1: fino al 4 luglio 2014

“Italiani… non si sa mai chi comanda, non si sa mai chi decide, non si sa mai a chi chiedere…”
(l’operatore della televisione Ceca durante i WOC)
“Italiani… capacità di organizzarsi prima: zero. Problem solving durante il disastro: 10 e Lode”
(risposta attribuita allo speaker italiano per due motivi: chi l’ha realmente detto non era nella “posizione” per affermarlo, e lo speaker era rimasto l’unico che poteva portare sulle spalle il fardello di questa frase)

 

Il 2014 sta finendo, evviva il 2014!

È arrivato, è passato, e siamo sopravvissuti all’anno dei Mondiali di Orienteering in Italia.
Per anni, dal momento in cui l’IOF ha assegnato allo Stivale i Mondiali 2014, l’argomento di discussione è stato sempre lo stesso: dobbiamo prepararci per il 2014;
ci stiamo avvicinando al 2014;
tra poco è il 2014;
è arrivato il 2014;
è arrivata la primavera del 2014;
siamo finalmente nell’estate del 2014;
tra pochi giorni è il 5 luglio 2014… Poi tutto è finito in un lampo!

I Mondiali sono andati nel tempo che fu, e ci siamo ritrovati come dopo il passaggio di un tornado, con le orecchie che fischiano e increduli di essere ancora in piedi.
Torneranno i Mondiali di C.O. in Italia? Forse nel prossimo secolo, ma non sarà affar mio.

 

I Mondiali.

Fin dal momento dell’assegnazione, attorno a me girava la voce secondo la quale io sarei stato la voce italiana dei WOC.

Mai nulla di ufficiale… ho capito, però, che qualcosa di grosso stava bollendo nel pentolone quando a La Feclaz, ai Mondiali francesi del 2011, Per Forsberg (lo speaker più famoso nell’intero panorama orientistico internazionale) mi aveva aspettato al traguardo di una tappa della 5 giorni e si era fatto indicare il sottoscritto, per dirmi che probabilmente avremo lavorato insieme.
Poi, più nulla fino al 2013, quando arriva la proposta ufficiale degli organizzatori italiani.

La prima persona con cui ne parlo è Lidia Nembrini, giornalista e più volte accreditata ai Mondiali per la Federazione Svizzera, per capire se secondo lei sono adatto per quel ruolo; ricevo il suo nulla osta e accetto. Con un po’ di timore… reverenziale? Ma nemmeno per sogno! Sono abbastanza pazzo da non capire fino all’ultimo i guai nei quali mi caccio!
No: il primo timore è legato alla possibilità che, in dirittura di arrivo, qualche inconveniente lavorativo potesse impedirmi di partecipare e costringesse quindi gli organizzatori a rimpiazzarmi di corsa; il secondo timore è di natura organizzativa, ed in fondo è di questo che ho molta più paura: se gli organizzatori avessero cominciato a convocare riunioni del settore Comunicazione qua e là per la penisola, anche in concomitanza con le gare, come avrei fatto a conciliare il mio impegno ai Mondiali con la mia passione per il bosco? Avrei forse visto gli amici andare in partenza in un posto meraviglioso come Forte Kerle (giusto per fare un esempio) mentre io sarei stato confinato in qualche angusta saletta a parlare di prospettive Mondiali?

Le premesse per uno scenario del genere c’erano tutte: ad esempio, nell’autunno 2013 a Lavarone, proprio accanto ai terreni mondiali, si disputano infatti due gare di World Ranking Event. Durante la sera tra le due gare, mentre sto cercando di recuperare le forze per poter andare nel bosco all’alba della domenica (non è che i WRE li tracciano da due km nel prato perché lo speaker fa l’Elite…) vengo coinvolto in una fumosissima riunione per la definizione della “segreteria politica” del Mondiale!

Ricordate il periodo? C’era il governo Letta, l’Italia stava andando in malora, lo spread era alle stelle; dire “politica” in una qualunque strada italiana voleva dire farsi sputare addosso… e questi parlano della segreteria politica ai WOC?
Mi allontano e preferisco trascorrere la serata con Silvio Vicari, un amico che purtroppo verrà a mancare di lì a pochi giorni (stavamo cercando di organizzarci proprio per la trasferta alla 5 giorni).

Dopo l’evento di Lavarone, più nulla. Finisce l’anno 2013 e si approda al 2014.
Passano i mesi.
Non ci sono ulteriori contatti tra me e l’organizzazione, e intanto vedo gli amici che si organizzano con iscrizioni e posti letto per la cinque giorni. Io non so nemmeno dove dormirò e se avrò un posto.

Non si sente cadere una foglia fino al 3 luglio: giovedì, mancano 48 ore al Mondiale, anche meno.

Telefonata del Tal Dei Tali, uno dei tanti volontari “tal dei tali” che hanno cercato di portare a casa il Mondiale, sbattendosi oltre le proprie specifiche incombenze:
– “Ciao… ma tu vieni a Jesolo domani?… potresti passare da Folgaria a fare un paio di commissioni?… (prego tirare una riga Milano-Jesolo e vedere a quanto passa da Folgaria)… e ricordati di portare il sacco a pelo! Hai detto a Forsberg di portare il sacco a pelo?” (e intanto Forsberg è già sull’aereo che lo porta a Milano).
– “Scusa ma… non è per fare lo schizzinoso, ma non penso che a Forsberg abbiano mai detto di portarsi il sacco a pelo da casa… non è che a Bruno Pizzul chiedi di portarsi il sacco a pelo!”.
Vabbé… vedranno quello che si potrà fare.

Venerdì 4 parto da Milano, passo da Folgaria, faccio quel che devo fare e arrivo a Jesolo bollito dai chilometri passati alla guida.
Le ultime incombenze mi mandano a letto all’una di notte; alle due vengo svegliato dagli statunitensi che dormono nella stessa pensione: Ethan Childs, il loro sprinter, si è perso e non sa come arrivare a destinazione!

 

[Era solo l’inizio]

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