Parla con Larry: “Domanda da 5 punti sulle fave” ✎

Pubblico [con clamoroso ritardo] la lettera della nostra Piccola Lettrice Elisa, chi sa la risposta becca cinque punti.
Considerando che Elisa è in testa alla classifica e, ponendo la domanda, non risponderà, direi che l’occasione è ghiotta.


Salve Larry.
Novembre, mese autunnale di ricorrenze cattoliche tristi. Ma a Trieste, da decenni, prima ancora che arrivasse l’ondata “dolcetto o scherzetto” la festività del 1 novembre è da sempre stata accompagnata dalle dolcissime favette. Da “furlani” profani, qualche giorno fa in ufficio si è discusso sul perchè questi deliziosi dolcetti, nononostante appaiano nelle tinte del rosa fragola, marrone cacao e bianco vaniglia, presentino stesso gusto.
E qui, cara Larry, stavolta tocca a te: 5 punti se mi spieghi perchè le favette si presentino nei tre colori rosa bianco marrone. Nello specifico: se scelgo una favetta marrone mi aspetto un retrogusto di cacao, se ne scelgo una rosa pregusto un aroma di sherry, stesso concetto per la vaniglia. Trattandosi di ingredienti utilizzati non per aromatizzare, ma per colorare, perchè gli avi triestini non hanno scelto il viola, il verde e l’arancione?
Semplice curiosità dei “sottopensieri”.

La risposta di Larry è NON LO SO.
Odio le fave triestine [a parte quella che ho sposato, chiaro, ma è una battuta volgare, perciò dimenticatela].
Le detesto perché cambia il colore, ma non il gusto.
Sono dolci e basta, sanno di zucchero e a malapena di mandorla, ma troppo poco.
E poi sono vuote.
Come in tutti i dolci triestini, c’è il bidone.
Vi vendono questo sacchetto costosissimo di gnocchetti colorati [completamente amminchia, come osserva giustamente Elisa], voi ne prendente uno, lo annusate e forse – dico forse – la suggestione vi fa indovinare un vago aroma di mandorla. Pensate allora di affondare i premolari in un tripudio di marzapane che frutterà miliardi al vostro dentista. E invece no.
Un cazzo.
È un guscio vuoto.
Dentro non c’è niente, la prima volta che ne ho mangiata una ho guardato la cavità, ho guardato Zzi, ho guardato la cavità, ho guardato Zzi e ho detto: “ho trovato quella difettosa”.
Oltetutto, al palato sono vagamente sabbiose, sfarinano, fanno lo scrub alle gengive.
E, dolcezza a parte, non sanno di un cazzo.
Il che – se vi state domandando di che figura retorica si tratti questa volta- per una fava è proprio un ossimoro.

5 thoughts on “Parla con Larry: “Domanda da 5 punti sulle fave” ✎

  1. Francy

    Non sono un’amante delle fave (a parte quando arrivo a cucito con un cratere nello stomaco) e forse a causa di questo non capisco la domanda: capisco che ora le fave non sappiano di nulla, ma originariamente avrebbero dovuto essere aromatizzate ed anche colorate dalla vaniglia, dall’olio di rose e dal cacao. Quindi?
    Inventiamo le fave arancioni di Larrycette????

  2. Larry

    Ma non sanno di niente.

    Ad ogni modo, la domanda è: perché mai le fave sono sempre infallibilmente bianche, rosa e marroni e non di altri colori?
    Che cosa rappresenta questa scelta, qual è la simbologia dell’etto di fave?

    Da un paio d’anni al massimo i panifici Cadenaro le propongono anche in versione verde e marrone-appena-più-chiaro, millantando i gusti pistacchio e caffè [almeno stando al cartellino, mi sono ben guardata dall’asseggiarle]; sono sbandierate come un’innovazione equivalente all’invenzione del tacco a spillo e la loro assoluta distanza dalla tradizione e dalla codifica della fava è testimoniata dalla risposta popolare. Esse sono infatti guardate con sospetto e fatte oggetto di commenti dubbiosi e critici [rigorosamente sulla base di mere congetture] da parte della boulé del quartiere.

  3. Nini

    … perchè sono i 3 colori base della pasta di mandorle colorata?
    Almeno, è l’unica risposta che in anni sono riuscita a darmi. E probabilmente trattasi di coloranti chimici, perchè per fare così marrone una fava marrone ci vorrebbe tanto cacao da farla sapere fondamentalmente di sacher senza marmellata dentro.
    Comunque neanche a me piacciono. Sono tremendamente stucchevoli e ogni anno immancabilmente i parenti ce ne ficcano a quintali che restano lì ad ammuffire fino a scadenza perchè io ODIO buttare via il cibo.
    Le fave, come quasi ogni cosa legata al periodo natalizio, mi stanno mostruosamente sulle balle.
    Loro e il loro retrogusto di imposizione.

  4. Larry

    Giusto!
    Nini presidente!

    Ora chissà: Elisa si ritiene soddisfatta di questa risposta o i 5 punti sono ancora in ballo?
    Ad ogni modo, anche io non sono una fan del Natale e del retrogusto di imposizione….ma per il torrone non si fa un’eccezione?

  5. Nini

    In realtà in origine era ovviamente per gli ingredienti: vaniglia o cedro, cacao e alchermes.
    Discutendo col Ghatto è venuto fuori che forse all’origine dell’origine c’era qualcosa di celebratorio legato forse a qualche famiglia nobile, ma sono ricordi troppo remoti per riuscire a capirci qualcosa.
    In compenso pare siano comparse (a giudicare dagli annali della pasticceria Pirona) verso metà dell’800.
    di più, nin zo.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.